Ecco l'indagine di Unioncamere Toscana relativa alla congiuntura industriale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 agosto 2003 12:20
Ecco l'indagine di Unioncamere Toscana relativa alla congiuntura industriale

Il quadro generale
Salgono a otto i trimestri consecutivi nel corso dei quali la produzione industriale toscana ha mostrato variazioni negative su base annua. La diminuzione del secondo trimestre dell'anno, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, è stata di 3,9 punti percentuali, il calo più evidente registrato a partire dal 1997. I volumi prodotti si portano così a livelli leggermente superiori a quelli del secondo trimestre del 1997 e del 1998, ma decisamente più ridotti rispetto allo stesso periodo del 1999, 2000 e 2001.

Analogamente, la riduzione del fatturato di 4,0 punti percentuali rispetto all'aprile-giugno del 2002, ne riporta il livello leggermente al di sotto di quello registrato nello stesso periodo del 2000.
Nell'analisi del ciclo economico, sia la produzione che il fatturato evidenziano un punto di massimo nel secondo trimestre dell'anno 2000. Successivamente, il trend è decrescente con riferimento ad entrambi gli indicatori, seppur con intensità differenti: nei tre anni successivi, infatti, si riscontra una flessione della produzione di 5 punti percentuali, mentre il fatturato perde poco più dell'1%.

Passando dal confronto tendenziale a quello congiunturale, la variazione di produzione e fatturato rispetto al primo trimestre dell'anno mostra il peggior valore dal 1998: per la prima volta si rileva nel secondo trimestre dell'anno una variazione congiunturale negativa (-0,5% rispetto al primo trimestre del 2003). Poco confortanti anche i dati relativi alla domanda: gli ordinativi provenienti dal mercato nazionale sono calati di 3,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; quelli provenienti dal mercato di oltre confine perdono addirittura il 4,4%.
Il quadro fino ad ora tratteggiato non lascia spazio a molte interpretazioni, tuttavia alcuni timidi segnali positivi si possono cogliere nella crescita, nel corso del secondo trimestre, dell'occupazione (+0,3%), che torna a crescere dopo tre trimestri di leggera diminuzione.

Meno rassicurante, invece, l'incremento del livello di sfruttamento della capacità produttiva degli impianti, associato ad una diminuzione della produzione, che potrebbe avere alla base diverse motivazioni, non determinabili univocamente e che saranno probabilmente meglio individuate dall'analisi dei risultati delle prossime rilevazioni.

La congiuntura industriale in Toscana nel secondo trimestre 2003: alcuni dettagli

Per dimensione di impresa
Nel passaggio dalle classi dimensionali più piccole alle unità maggiormente strutturate si nota un miglioramento nell'andamento tendenziale della produzione e del fatturato: è soprattutto all'interno delle imprese industriali toscane con meno di 50 addetti che si addensano le maggiori criticità.

Nelle piccole imprese (quelle con un numero di addetti compreso fra 10 e 49), rispetto al secondo trimestre del 2002, si registrano cali generalizzati nella produzione (-5,7%), nel fatturato (-5,1%) e negli ordinativi provenienti dal mercato nazionale ed internazionale (per entrambi si rileva un -5,3%). L'occupazione diminuisce dello 0,4% rispetto al primo trimestre dell'anno. La media impresa (con un numero di addetti compreso fra 50 e 249) evidenzia ancora valori di produzione e fatturato negativi su base annua (rispettivamente -0,6% e -2,9%), anche se più attenuati rispetto alle imprese meno strutturate; lievemente in ribasso la domanda interna (-0,2%), mentre cresce la domanda estera (+0,5%), che insieme all'aumento dell'occupazione (+0,3%) costituisce un segnale positivo per questo segmento del tessuto manifatturiero regionale.
Tengono, ed addirittura crescono lievemente, la produzione (+0,7%) ed il fatturato (+0,3%) su base annua della grande impresa manifatturiera (con oltre 250 addetti).

Notevole la crescita dell'occupazione all'interno della grande impresa (+3,5%), mentre per gli ordinativi di mercato si nota l'andamento positivo di quelli provenienti dall'interno (+1,0%) e la caduta rilevante degli ordinativi provenienti dal mercato estero, che perdono 6,5 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2002.

Per settore di attività
Alcuni settori economici, pur nel calo registrato mediamente a livello regionale, hanno messo a segno risultati positivi su base annua.

E' il caso dell'alimentare, che con un aumento della produzione del 3,8% mette in evidenza la migliore performance regionale; si allunga così il buon momento di un settore che negli ultimi due anni, difficili e negativi per l'economia regionale, ha fatto registrare solo due variazioni trimestrali negative su base annua: nel quarto trimestre del 2000 (-1,6%) e nel terzo trimestre dell'anno successivo (-0,5%), recuperati ampiamente in tutti e due i casi nel trimestre successivo con variazioni su base annua positive e a due cifre (rispettivamente +12,0 e +15,9 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente).

Per il quinto trimestre consecutivo è positiva (+1,4%) anche la variazione tendenziale della produzione industriale del settore dell'elettronica e mezzi di trasporto. Anche l'industria meccanica, dopo le due variazioni tendenziali negative registrate nel corso del quarto trimestre 2002 e nel primo trimestre 2003, mette a segno un aumento della produzione industriale di 2,3 punti percentuali rispetto al secondo trimestre del 2002. Rallenta la crescita dell'occupazione del comparto, pur mantenendosi in territorio positivo ormai da tre trimestri consecutivi; al contrario, continuano a diminuire gli ordinativi interni (-6,2% nel corso del secondo trimestre 2003 rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente), e in questo trimestre diminuiscono anche gli ordinativi provenienti dall'estero (-4,7%).
Gli altri settori produttivi fanno registrare, invece, variazioni negative della produzione rispetto allo stesso periodo del 2002.

Le flessioni variano per alcuni settori dal -2% al -3%: è il caso della chimica, farmaceutica, gomma e plastica, che perde il 2,2% su base annua, della produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo, che perde il 2,7%, e della lavorazione dei prodotti non metalliferi, la cui produzione industriale nel periodo aprile - giugno cala di 3,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (la produzione della gioielleria ed oreficeria si riduce di quasi 17 punti percentuali su base annua ad Arezzo, e quella del vetro, ceramica e terrecotte perde il 4,5% a Siena).

In particolare, per la lavorazione dei minerali non metalliferi si tratta della quinta variazione trimestrale consecutiva rivolta al ribasso; per la chimica e gomma si tratta invece del ritorno in territorio negativo dopo quattro trimestri consecutivi di crescita della produzione. Risulta negativo per tutti e tre i comparti l'andamento tendenziale del fatturato e degli ordinativi provenienti dal mercato estero. In controtendenza rispetto agli altri due settori l'andamento degli ordinativi interni (+6,7%) e dell'occupazione (+0,5%) nell'industria della chimica e gomma.
Più allarmanti, invece, gli andamenti dei settori della moda e del legno e mobile.

La riduzione della produzione registrata nel corso del secondo trimestre del 2003 si inserisce in un momento di difficoltà del comparto del legno e mobile: il -4,0% del periodo aprile - giugno costituisce la quinta diminuzione trimestrale su base annua negli ultimi sei trimestri; una considerazione analoga vale sia per il fatturato, che per l'occupazione (rispettivamente -4,0% e -0,9% rispetto al secondo trimestre del 2002). Il valore della produzione si riduce così di circa 6 punti percentuali rispetto al livello registrato alla fine del secondo trimestre del 2001.
Il comparto moda aveva cominciato a far registrare i primi momenti di difficoltà nel secondo trimestre del 2001, con la contrazione della produzione dello 0,3% su base annua; da quel trimestre in avanti non è più riuscito a realizzare tassi di crescita della produzione positivi.

Il secondo trimestre 2003 si delinea quindi come il nono trimestre consecutivo di calo tendenziale della produzione; in particolare, sia l'industria tessile e dell'abbigliamento che le industrie del cuoio, pelli e calzature evidenziano flessioni rilevanti di produzione e fatturato. Il tessile - abbigliamento, con il calo di 5,3 punti percentuali della produzione, perde circa il 10% dal secondo trimestre del 2001. Addirittura più preoccupante la performance del settore del cuoio, pelli e calzature, che mostrano nel trimestre appena concluso una diminuzione su base annua di produzione e fatturato rispettivamente del -11,4% e del -9,8%.

L'effetto cumulato di queste variazioni insieme a quelle registrate nel secondo trimestre dello scorso anno ha provocato diminuzioni di produzione e fatturato su base biennale di oltre 15 punti percentuali. Rispetto allo stesso trimestre del 2002 si registra una forte riduzione degli ordinativi in tutto il comparto moda, sia per quanto riguarda quelli provenienti dal territorio nazionale (-7,0% nel tessile e abbigliamento, -7,9% nel cuoio, pelli e calzature) che per quelli esteri (rispettivamente -4,7% e -6,7%).

Il lieve incremento dell'occupazione nel settore tessile e abbigliamento (+0,9% rispetto al primo trimestre dell'anno) riporta il numero di occupati ai valori medi registrati negli ultimi trimestri. Continua invece, per il quinto trimestre consecutivo, la contrazione dell'occupazione nel settore del cuoio, pelli e calzature (-1,2% rispetto al trimestre precedente); la perdita di occupati nel settore è stata di 6,6 punti percentuali dal primo trimestre del 2002.

Per provincia
La provincia di Grosseto fa registrare variazioni positive per tutti gli indicatori finora considerati: cresce la produzione su base annua (+0,1%), aumenta l'occupazione nel corso del trimestre (+0,5%) ed aumentano anche, unico caso fra le province toscane, gli ordinativi provenienti dal mercato nazionale (+0,3%) e da quello estero (+1,1%); Grosseto è inoltre l'unica provincia in cui si rileva un aumento del fatturato (+1,5%).

Il territorio grossetano ha, tuttavia, la più bassa incidenza provinciale sull'industria manifatturiera toscana con 10 addetti ed oltre, sia con riferimento al numero di unità locali d'impresa, sia con riferimento al numero di addetti, incidendo perciò in misura limitata sulle performance regionali.
Massa Carrara, altra provincia in cui il peso dell'industria locale su quella regionale è relativamente basso, mette a segno il quarto risultato utile consecutivo con riferimento alla produzione (+0,6% rispetto al secondo trimestre del 2002) e fa registrare un importante incremento dell'occupazione del +1,0%.
Le altre province evidenziano diminuzioni della produzione rispetto al secondo trimestre del 2002.

Per alcune di esse la riduzione è abbastanza contenuta: Firenze -1,4%, Siena -1,6%, Livorno -2,3%. Per Firenze si tratta di un ritorno in territorio negativo dopo cinque trimestri consecutivi di crescita; a Livorno c'è da rilevare il forte incremento del numero di occupati (+3,1%), che riporta il livello dell'occupazione ai valori di metà 2001, i più alti degli ultimi sei anni. A Siena, invece, con la diminuzione del -0,8% nel corso del trimestre, l'occupazione torna ai livelli registrati nel secondo trimestre 2002.
In una fascia lievemente più bassa si collocano le province di Pistoia, Lucca e Prato, che fanno registrare contrazioni della produzione industriale su base annua intorno ai 4 punti percentuali.

Il -3,7% di Pistoia rappresenta la sesta diminuzione tendenziale consecutiva della produzione; a Lucca la performance negativa su base annua (-4,3% della produzione ) si associa alla riduzione di produzione, fatturato ed occupazione su base trimestrale (rispettivamente -3,7%, -2,0% e -0,1%). Nella provincia di Prato la produzione industriale continua a ridursi rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente ormai da 8 trimestri consecutivi (-4,5% il dato relativo al trimestre appena trascorso).

Questo periodo di crisi dell'area pratese ha provocato una contrazione dei livelli di produzione di oltre 10 punti percentuali in soli due anni. Una valutazione analoga può essere fatta sugli ordinativi provenienti dal mercato interno, che in due anni si sono ridotti di circa il 20%. Ottava flessione consecutiva anche per la domanda estera, che si riduce di 3,4 punti percentuali nel corso del trimestre, mentre torna in positivo, dopo quattro trimestri di riduzione, il dato sull'occupazione (+1,3%).
Più pesante la fase congiunturale attraversata da Pisa ed Arezzo, in cui la produzione industriale ed il fatturato fanno registrare diminuzioni su base annua intorno agli 8 punti percentuali (a Pisa il calo della produzione è dell'8,1% e quello del fatturato del 7,4%; ad Arezzo le stesse variazioni sono invece dell'8,2% e del 7,1%).

Anche la domanda rallenta bruscamente nelle due province; in particolare il calo più rilevante per l'industria aretina è quello registrato negli ordinativi provenienti dall'estero (-8,8%), mentre per la provincia di Pisa è la domanda interna a contrarsi di oltre 7 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2002.

Le indicazioni di pre-consuntivo per il 3° trimestre 2003
Le aspettative degli imprenditori per il trimestre luglio - settembre, avendo come base di riferimento quanto verificatosi nel secondo trimestre 2003, sono state espresse tenendo conto del rallentamento dell'attività economica che solitamente si verifica nel periodo estivo.

Il 21,7% degli imprenditori intervistati prevede un incremento della produzione industriale, mentre il 37,5% si aspetta una riduzione. Le aspettative orientate alla diminuzione della produzione nel terzo trimestre del 2003 superano dunque quelle orientate alla crescita di 14,8 punti percentuali. Sebbene il rallentamento estivo sia un fatto fisiologico, il saldo risulta essere il più basso fra quelli rilevati per i trimestri analoghi negli anni dal 1998 in avanti. Inoltre, va considerata anche la qualità delle aspettative espresse: se infatti gli imprenditori si suddividono circa a metà nel formulare previsioni di 'aumento' e di 'lieve aumento', per quanto riguarda le previsioni di un calo della produzione gli imprenditori si aspettano una 'lieve diminuzione' nell'11,5% dei casi, mentre la quota di quelli che si aspetta una 'diminuzione' (quindi un calo più accentuato) è del 25,0%.
Aspettative basse anche per l'andamento della domanda, per la quale possiamo riprendere le considerazioni appena vista per la produzione, a proposito della qualità delle aspettative espresse.

Per la domanda proveniente dal mercato nazionale il saldo aumenti - diminuzioni risulta di -9 punti percentuali, il più basso degli ultimi anni, insieme a quello rilevato per lo stesso trimestre del 2002; migliore il quadro per la domanda estera, dove la sostanziale uguaglianza fra previsioni di aumento e di diminuzione riflette aspettative orientate alla stazionarietà. Solo in un trimestre era stato rilevato un saldo peggiore: nelle previsioni per il quarto trimestre 2001, che erano state formulate immediatamente dopo i fatti dell'11 settembre.

Con riferimento all'occupazione c'è da rilevare, oltre ad un saldo aumenti - diminuzioni di -3,6 punti percentuali, la forte componente degli imprenditori che prevede una sostanziale stabilità del numero di occupati (86,1%). Le indicazioni di pre-consuntivo espresse dagli imprenditori sembrano quindi orientate ad un prolungamento della fase congiunturale negativa, che dura ormai dalla seconda metà del 2001. Il calo della produzione, insieme a quello degli ordinativi provenienti dal mercato interno e da quello internazionale, evidenzia il persistere di fattori di debolezza che non ci si aspetta possano essere superati nel breve periodo.

Se è davvero ipotizzabile una ripresa del ciclo economico attuale rappresentabile graficamente con una forma che somiglia ad una W, come ritengono alcuni celebri economisti nel panorama internazionale, allora probabilmente il primo ramo della W è stato percorso fino alla fine del 2002 e nell'anno corrente si sta percorrendo il tratto discendente del secondo ramo. Al momento non si riesce ancora a delineare chiaramente quanto possa essere ripido o lungo questo tratto e come sarà inclinato e lungo il tratto ascendente.



Nota metodologica
L’indagine sulla congiuntura regionale toscana relativa al 2° trimestre 2003 è stata condotta nel mese di luglio 2003 su un campione di circa 1.600 imprese manifatturiere con almeno dieci addetti, rappresentative per settore, localizzazione e classe dimensionale della realtà produttiva regionale.
Per informazioni:
Riccardo Perugi tel. 055-2772.210 e-mail riccardo.perugi@tos.camcom.it
Simone Bertini tel. 055-2772.209 e-mail simone.bertini@tos.camcom.it

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