Ancora un appuntamento che vede protagonista Carlo Monni, sul palco del Festival delle Colline

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 luglio 2005 13:30
Ancora un appuntamento che vede protagonista Carlo Monni, sul palco del Festival delle Colline

Dopo il reading/concerto sull’Inferno dantesco, l’attore/poeta/cantante di Campi Bisenzio sarà stasera al Parco Museo Quinto Martini (Seano/Carmignano – Prato – inizio ore 21,15 – ingresso 2 euro) per una serata dedicata a Medioevo e dintorni: un percorso poetico narrativo da Boccaccio ai Bernescanti, da Pietro Aretino al medioevo dei tempi nostri che ancora non vuole morire, insieme a Altamante Logli e Gianni Ciolli (cantanti in ottava rima) e Franco Casaglieri e Giuliano Grande (rispettivamente il buffone bianco e L'Augusto).



CARLO MONNI
Campigiano, artista, attore e cabarettista poliedrico conosciuto dal grande pubblico per la sua costante attività cinematografica nelle produzioni più innovative e come cabarettista dalla poetica “divergente”, “anarchica”. Partito nel 1976 con Tele Vacca insieme a Roberto Benigni, ha recitato per Alessandro Benvenuti, Roberto Benigni, Marco Ferreri ecc, tra i suoi innumerevoli film ricordiamo Berlinguer ti voglio bene, Chiedo asilo, Tu mi turbi, Non ci resta che piangere, Benvenuti in casa Gori, Zitti e mosca, Ritorno in casa Gori, Tutti giù per terra.

Qualcuno lo ha definito il diamante grezzo della comicità toscana. Savelli, regista di uno dei suoi spettacoli, lo chiama il poeta contadino. Lui continua da anni semplicemente a essere se stesso. Vero, vivo, verace, irriverente, anarcoide, avverso ai compromessi. Amante della poesia ed in particolare di Boccaccio, Dante e Angiolieri, sanguigno dicitore e poeta lui stesso: "La poesia mi appartiene - dice Monni - mi è attaccata come un'amante. Avvicinarsi alla poesia è un modo per salvarsi e sollevarsi da questo mondo che non dà alcun brivido.

Nella poesia si può ancora trovare il brivido. Specie i ragazzi. Ma anche le ragazze: con la poesia gli può crescere l'eros, la grazia, la femminilità. Se cominciano a respirarla quando hanno 17 o 18 anni, a 25 son fenomenali". L'uso della parolaccia in lui è spontaneo, un modo poetico per uscire dal noioso conformismo di quest'epoca. Monni è sedotto dal teatro come poesia. In proposito ha scritto una novella sulla fine dell'amore tra 'mademoiselle la poesie' e 'monsieur le theatre'. Lo zampino ce lo ha messo madame la television.

Interprete di se stesso e di personaggi che gli assomigliano, come ad esempio di Luciano Bianciardi, è autore dei testi delle sue performance e portatore di messaggi utopici e quindi poetici… Nel 2000 interpreta il Bianciardi più eversivo ed amaro nello spettacolo teatrale “Agra”, regia di Luconi

FESTIVAL DELLE COLLINE 2005
La XXVI edizione del Festival delle Colline è promossa dal Comune di Poggio a Caiano in collaborazione con Provincia e Comune di Prato, Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Comuni di Montemurlo, Carmignano e Cantagallo, Regione Toscana e Associazione Toscana Musiche.

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