Una prima nazionale al Jack and Joe Theatre con Mister Karmen, in esclusiva per la Toscana, l'ultimo lavoro degli Akhè, la compagnia di San Pietroburgo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 marzo 2005 18:01
Una prima nazionale al Jack and Joe Theatre con <I>Mister Karmen</I>, in esclusiva per la Toscana, l'ultimo lavoro degli Akhè, la compagnia di San Pietroburgo

Dopo il tutto esaurito registrato ad aprile e dicembre con lo spettacolo White Cabin, torna con la nuova produzione, in prima nazionale esclusiva per la Toscana al Jack and Joe Theatre di Cerbaia, la pluripremiata compagnia del teatro di ricerca russo, Akhè da San Pietroburgo.

Mistrer Karmen è il titolo della nuova opera, un testo che prende in prestito il tema descritto da George Bizet nella sua Carmen, dalla novella omonima di P. Merimee. Forse ci sono, oppure no, la Siviglia, i dragoni, don Josè, le sigaraie, Escamillo e temi quali: E’ l’amore uno strano augello di bizettiana memoria.

Forse verrà scandagliato l’amore, la passione, la gelosia, la morte, la vita, la vendetta, il senso della libertà per Mister Karmen.
Di certo il punto di vista dei russi Akhè, come accade per ogni loro lavoro, va oltre il banale – noioso – omologato pensiero comune. Di sicuro, Mister Karmen, come sempre l’attore, si trova sul palcoscenico a misurarsi e confrontarsi con emozioni estreme.

Il testo originale qui è usato a mò di canovaccio, lo spettacolo, non evidenzia il rapporto dell’amore-gelosia piuttosto quello della libertà-schiavitù..
Quando Mister Karmen si perde sul palco, la libertà è l’unica possibile risorsa che resta all’attore.

E come l’attore saprà usare questa libertà è la risposta dello spettacolo.

In Mr Karmen la femme fatale della storia non appare mai sul palco. Il suo posto viene preso da due strani uomini (i creatori dello spettacolo Maxim Isayev e Pavel Semchenko) che competono fra loro per attirare l’attenzione di Carmen scrivendo il suo nome in ogni modo possibile: col fumo, con i gessetti, e con i graffiti.

Come è tassello importante nella loro ricerca artistica e particolare cifra stilistica, i giovani russi Akhè (Maksim Isaev, Pavel Semcenko e Yana Tumina), ‘recitano’ il senso della vita creando atmosfere sature di un senso poetico che espone il pubblico ad una messa in scena malinconica e spiritata, bellissima.
La certezza, finito lo spettacolo, è di aver visto qualcosa di travolgente, di non aver perso tempo.
In Mister Karmen non esiste la parola, anche se il loro teatro d’avanguardia è pregno della letteratura che ha fatto grande la Russia, così come sono presenti le icone che li fanno teatro d’avanguardia, che rivelano la loro profonda conoscenza del cinema muto, della fotografia e della pittura, arti con le quali nascono gli Akhè prima di inventarsi Teatro.

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