Laboratorio permanente di paesaggio a Pisa.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 marzo 2005 19:13
Laboratorio permanente di paesaggio  a Pisa.

Importanti esiti dal convegno tenutosi a Pisa su “La tutela del paesaggio tra economia e storia, dal restauro dei monumenti al governo del territorio” promosso il 25 e 26 febbraio u.s. dalla locale Soprintendenza BAPPSAE (Beni Architettonici e Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico), dall’ARSPAT (Associazione per il Restauro, Paesaggio e Territorio) di Rimini e dalla Coldiretti di Massa Carrara. Un appuntamento caratterizzato dalla sostenuta partecipazione (tecnici, amministratori e pubblico) a conferma del crescente interesse di tutti per un argomento che non è più avvertito come raffinata o futile esigenza estetica.

Il convegno è infatti stato motivato dalla necessità di dare soluzioni concrete alla storica certezza che gli strumenti urbanistici tradizionali non hanno potuto garantire un’adeguata tutela al rilevante patrimonio culturale rappresentato dai paesaggi storici italiani che costituiscono nel loro insieme uno straordinario specchio della nostra civiltà: la risorsa culturale più consistente del nostro paese. Il primo risultato del simposio è stata la nascita di un sodalizio unitario tra istituzioni pubbliche ed associazioni private a conferma della necessità di affrontare in modo nuovo e congiunto la complessa problematica territoriale.
UN CAPITOLO DI SPESA MINISTERIALE PER LE POLITICHE DI PAESAGGIO
Il Soprintendente di Pisa, Guglielmo M.

Malchiodi, in apertura ha voluto ribadire la necessità e l’urgenza di una politica per il paesaggio da trasferire nella prassi urbanistica e nella politica di pianificazione socio economica: applicare al territorio i contenuti della cultura e del metodo solitamente riservati al restauro dei monumenti. L’approccio storico-critico che solitamente connota l’attività di tutela delle Soprintendenze è stata sottolineata sia dal prof. Francesco Guerrieri, chair man dell’iniziativa, Direttore del Dipartimento di Restauro dell’Università di Firenze e Presidente di ARSPAT, che dal prof.

Antonio Paolucci, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, che ha evidenziato la necessità di sostenere con fermezza la doverosità di un sistema di tutela forte in grado di opporsi in modo adeguato ai nudi interessi economici sempre più pressanti e distruttivi. Il prorettore dell’ateneo di Pisa Lucia Tomasi Tongiorgi, ha sottolineato l’insostituibile ruolo della formazione universitaria nella preparazione professionale dei tecnici ed il prof. Giacomo Lorenzini, Presidente del corso di laurea in gestione del verde urbano e del paesaggio della Facoltà di Agraria di Pisa, ha ufficializzato l’estensione del corso specialistico a cinque anni di studio (tre + due).

Altri importanti spunti sono giunti dall’Arch. Anna di Bene, Direttore Generale dei Beni Architettonici e Paesaggio del Ministero che ha annunciato l’apertura di un nuovo capitolo di spesa, per conto del suo Ministero, che consentirà finalmente alle Soprintendenze di attivare regolarmente progetti di recupero paesaggistico sui piani ordinari.
TOSCANA OCCIDENTALE TERRITORIO-PILOTA SUL PAESAGGIO
La complessità della materia è stata evidenziata anche sul tema delle metodologie di approccio al paesaggio.

Il prof. Enrico Bonari, preside della Classe Accademica di Scienze Sperimentali della Scuola Superiore S. Anna ha messo in rilievo il ruolo fondamentale dei sistemi di coltivazione agricoli per l’immagine del territorio mentre il prof. Benedetto Benedetti, della Scuola Normale Superiore, ha rilevato i contenuti ed i significati del paesaggio esaltandone il nesso con il museo a costituire un sistema ottimale di comunicazione di un territorio. Rispetto alle esperienze concrete il convegno pisano ha fatto emergere la Toscana Occidentale quale grande fucina italiana sul Paesaggio: luogo in cui, per le sue particolari caratteristiche territoriali e la spiccata sensibilità degli enti pubblici e privati, si concentrano il maggior numero di studi, progettualità e sperimentazioni sulla tutela, recupero e valorizzazione paesaggistica. Significativa a questo proposito la testimonianza di Emanuele Bertocchi, della Coldiretti di Massa Carrara, che ha evidenziato gli esempi positivi dell’area del Candia e della Lunigiana, dove si sta puntando sulla potenzialità multifunzionale degli imprenditori agricoli e sulla valorizzazione dei prodotti tipici locali.

Giusto oltre il confine regionale l’esperienza del Parco delle 5 terre, testimoniata da Franco Bonanini, alle prese con la necessità di traghettare un complesso ambientale di estremo valore, ma al tempo stesso di estrema fragilità, da un’economia povera ad un boom turistico che ne minaccia l’equilibrio. Sono stati proposti anche modelli comuni di possibile organizzazione tra Stato ed Enti Territoriali per strutturare in maniera permanente un sistema istituzionale di controllo e gestione delle risorse paesaggistiche da affiancare alle ordinarie commissioni urbanistiche.

Si tratta, come illustrato dall’arch. Riccardo Lorenzi della Soprintendenza di Pisa, di creare uno sportello unitario di facile contatto a servizio degli amministratori, della popolazione residente e dei soggetti privati che comunque fruiscono del territorio. Modelli che si stanno già sperimentando in Toscana Occidentale, dove stanno nascendo specifici Osservatori del Paesaggio (già attivo quello della Lunigiana e di prossima costituzione quello della Costa Apuana) d’intesa tra enti di controllo ed enti di governo del territorio, per il monitoraggio degli strumenti urbanistici e i Laboratori del Paesaggio, da istituire d’intesa tra enti di controllo e università, per lo studio, la ricerca, e la progettazione e la pianificazione paesaggistica.


COME LEGGERE E VALUTARE I PAESAGGI
Completamente aperto il dibattito sulla lettura e valutazione dei paesaggi. A Pisa sono stati presentati differenti sistemi. Tra questi la sperimentazione del Ministero BAC del modello di mosaicatura dei paesaggi culturali secondo il criterio della stratificazione paesaggistica, mutuato dagli architetti restauratori dalla metodologia dello scavo stratigrafico degli archeologi ed applicato all’intero territorio. In questo modo è possibile ricavare in una sola tavola tematica una lettura dello stato attuale dei paesaggi esistenti che tiene conto del periodo di nascita o di costruzione dei paesaggi, delle loro fasi evolutive, della sedimentazione e della persistenza o meno dei contesti storici.

Una lettura spazio temporale dei paesaggi in questo senso è stata esemplificata nell’Atlante storico dei paesaggi agrari della provincia di Massa Carrara. che può contare sui contributi disciplinari di geologi, paleobotanici, ecologi, archeologi, storici, architetti e agronomi. Tutti i dati sono stati riportati in un software di sistema informativo territoriale (GIS) di nuova concezione, detto Paesaggio 4D perché contiene tutte le informazioni visive, cartografiche ed alfanumeriche su un modello tridimensionale che evidenzia le fasi storiche Altra interessante esperienza, attualmente in fase di completamento, è risultata quella delle Terrazze sull’Adriatico di Saludecio (Provincia di Rimini): i professori Mario Paolo Semprini e Silvio Van Riel, docenti presso l’Università di Firenze e consiglieri ARSPAT, hanno infatti documentato il processo analitico, effettuato con sistemi informatici, finalizzato alla semplificazione degli infiniti dati conoscitivi desunti dalle specifiche indagini interdisciplinari.
I PROGETTI PILOTA
Dallo studio all’intervento concreto con la presentazione di progetti pilota e interventi strategici.

Tra questi il recupero dell’area del Fuenti sulla costa amalfitana (prof. Guido Ferrara e Giuliana Campioni, dell’Università di Firenze) e quelli effettuati dalla Soprintendenza: la partecipazione dei cittadini al recupero del centro storico di Vicopisano (arch. Marta Ciafaloni), la valorizzazione della risorsa panoramica della Fortezza delle Verrucole in Garfagnana (arch. Maurizia Adriani e Mariachiara Pozzana), il percorso turistico delle antiche fornaci dell’Elba (arch. Fiorella Ramacogi).

Inoltre anche la grande impresa di recupero e valorizzazione dei centri storici della Lunigiana nel progetto Borghi Vivi (arch. Stefano Calabretta) e la tutela del Viale Monumentale di Bolgheri attraverso un monitoraggio tecnologico.
LABORATORIO PERMANENTE, ECONOMIE DI PAESAGGIO, LA RACCOMANDAZIONE DI PISA
L’intenso dibattito finale ha evidenziato la necessità di approfondire i molti temi del convegno tanto che si è resa necessaria la previsione di un vero e proprio Laboratorio Permanente presso la stessa Soprintendenza di Pisa per cadenzare una serie di attività specifiche mirate alla definizione dei contenuti disciplinari e metodologici della Scienza del Paesaggio e della politica di tutela e di valorizzazione.

Il Laboratorio potrà così costituire di fatto anche lo sportello di riferimento per la pianificazione e per la progettazione paesaggistica degli enti territoriali, un modo reale per passare dalla tutela passiva dei vincoli a quella attiva delle proposte. Di nuova concezione e grande interesse la proposta di non intendere più la pianificazione paesaggistica come strumento urbanistico indipendente ma come pianificazione economica di settore. Le Economie di Paesaggio, che vanno cioè ad incidere direttamente sulle risorse naturali ed antropiche del territorio traendone da esso il reddito, hanno come prodotto finale proprio la costruzione del paesaggio di qualità.

Beni culturali, archeologici, riserve naturali, agricoltura, turismo, ambiente, acqua, suolo, verde, patrimonio edilizio storico diventano tutte risorse paesaggistiche da mettere a sistema per consentire, specialmente nelle aree marginali, la sostenibilità non solo per le generazioni future ma anche nei confronti delle generazioni passate. Le aziende e persino i territori potranno così essere certificati col marchio di qualità di paesaggio culturale. Il convegno nazionale si è quindi concluso con l’approvazione di una specifica Raccomandazione sulle Politiche per il Paesaggio nella quale i convegnisti prendono atto dell’attivazione da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali di un nuovo capitolo di spesa per la gestione dei problemi attinenti al Paesaggio – la cosiddetta terza parte del Codice Urbani - ma raccomandano al Ministro Urbani di “promuovere più avvertibilmente l’impegno nelle politiche paesaggistiche, con studi e progettazioni specifiche e sperimentali, capaci di dare concretezza e avvio reale all’auspicato impegno nella tutela, recupero e valorizzazione del paesaggio” e di finanziare la ricerca scientifica e la formazione professionale con risorse adeguate. In termini legislativi i convegnisti auspicano inoltre che “eventuali modifiche al vigente sistema normativo in materia urbanistica, possano essere prese in esame solo dopo che sia stato garantito un preliminare ed efficace apparato di tutela del Paesaggio stesso, come del resto già asserito dalla Costituzione e ribadito dal Codice Urbani”. Il documento ribadisce la necessità di un approccio multidisciplinare a cui devono seguire specifiche metodologie di analisi e d’intervento che si basino anche sui dati storici caratterizzanti il territorio.

In particolare la tendenza generale dei partecipanti al convegno è quella di elaborare una “best practice” per un programma che comprenda ricerca applicata, formazione e comunicazione “affidando la gestione ed il governo del Paesaggio alle economie locali in considerazione della cultura e dei saperi propri del territorio”. La Raccomandazione sottolinea infine l’esigenza di aprire il confronto con gruppi europei ed internazionali che stanno affrontando tematiche analoghe legate al Paesaggio.

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