La Voix des Choses di Micha van Hoecke il 31 a Fivizzano (ore 21.30) in piazza Garibaldi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 luglio 2004 18:19
<I>La Voix des Choses</I> di Micha van Hoecke il 31 a Fivizzano (ore 21.30) in piazza Garibaldi

Un emozionante lavoro del poliedrico coreografo russo-belga Micha van Hoecke. I sedici straordinari ballerini dell’Ensemble Micha van Hoecke saranno gli interpreti di questo nuovo allestimento che non vuol essere solo un omaggio alla divina Maria Callas ma un’evocazione, un intimo racconto della sua voce “irraggiungibile fino al soprannaturale”. Una voce che il coreografo definisce “umana, capace di essere l’espressione della nostra sensibilità, la voce delle nostre emozioni”. Ed è proprio la voce della Callas nelle registrazioni live e in studio accostate ai rumori esterni, agli echi delle prove e agli interventi di Edith Piaf e Billie Holiday, il cui mixaggio è affidato al gruppo fiorentino Tempo Reale fondato da Luciano Berio, la protagonista di questo racconto di “piccole cose”.

Micha van Hocke ci restituisce un’immagine della Callas viva ed emozionante al di fuori di ogni tentazione biografica e cronologica. I danzatori e attori dell’Ensemble ricreano un percorso per libere associazioni spaziando dalla Grecia delle maschere tragiche ai visi laccati del Giappone sostenuti dalla voce del soprano interprete di arie classiche e brani meno plateali come l’Oberon di Weber in inglese. Rivivono in un variegato mosaico femminile Euridice, Medea, Margherita, Carmen, Rosina, Isotta personaggi che ci commuovono e ci avvicinano all’anima inquieta del grande soprano Maria Callas.

Lo spettacolo evoca uno dei più affascinanti spiriti artistici dello scorso secolo, fuggendo ogni banalità biografica, e avvincendo il pubblico in un’incantata armonia di musica lirica, di immagini forti e delicate, di ineccepibili intrecci di duetti, assolo, momenti d’insieme in cui i sedici danzatori si esprimono con un’intensità ed una precisione calibrata “al respiro”. L’omaggio a Maria Callas diviene così un percorso d’amore, di gioia, di dolore nel cuore di una donna, ove trovano spazio dolci sentimenti, memorie di teatro, antiche appartenenze.

Un labirinto in cui risuonano – con Verdi, Bellini, Gluck, Massenet, Saint-Saëns – la sensualità di Carmen, lo strazio di Medea, il romanticismo di Isotta… Sullo sfondo il mare. Il Mediterraneo, l’Egeo: una culla a cui, conclusa la propria parabola d’arte e vita, Maria Callas ha voluto fare ritorno.

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