Turismo sostenibile e Unione europea
Euromeeting, oggi la firma di due protocolli d'intesa
Definito il progetto nell’ambito di Euromeeting per ottenere il finanziamento comunitario Interreg III

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 novembre 2003 15:51
Turismo sostenibile e Unione europea<BR>Euromeeting, oggi la firma di due protocolli d'intesa<BR>Definito il progetto nell’ambito di Euromeeting per ottenere il finanziamento comunitario Interreg III

FIRENZE- Un turismo rispettoso dell'ambiente e dei territori, dei diritti dei cittadini che viaggiano come di quelli che risiedono nelle località turistiche, dei lavoratori del settore come di quelli che operano nelle attività ad esso collegate. Un turismo che è qualità della vita e che fa della qualità della vita uno dei più forti argomenti per imporsi sui mercati e attirare l'attenzione di migliaia di persone che ogni giorno scelgono i nostri paesi come meta per le loro vacanze. Tutto questo (e molto altro) è L'Euromeeting 2003, "Sviluppo sostenibile e competitività del turismo in Europa" che si apre oggi al Palaffari.

Una sfida che la Toscana ha lanciato da tempo, diventando per questo un punto di riferimento internazionale non soltanto per il prestigio delle sue destinazioni e per i grandi numeri (oltre 40 milioni di turisti che ogni anno la visitano) ma anche e soprattutto per la sua capacità di coniugare quantità a qualità. Una sfida che vede nella nascita e nella crescita di Euromeeting un naturale sbocco di una leadership conquistata sul campo. Il programma e le adesioni di questa terza edizione ne testimoniano il successo.

Un successo che, come ricorda l'assessore al turismo, commercio e terme Susanna Cenni, nasce da un'intuizione su cui la Toscana ha voluto il forte coinvolgimento del Comitato delle Regioni dell'Unione Europea. Era il novembre 2001 e, da quel momento, l'appuntamento ha riscosso così tanto interesse da consolidarsi e diventare periodico. Quest'anno l'appuntamento si presenta ancora più ricco, sommandosi con la due giorni su Turismo e impresa organizzata insieme a Il Sole24 Ore.
Così, per tre giorni, Firenze e la Toscana sono al centro di un confronto internazionale ai massimi livelli.

Un confronto che, nel corso della prima giornata, alterna scambi di idee all'esposizione delle concrete esperienze maturate in diversi paesi europei ed extraeuropei. Dalla Croazia all'Austria, dal Portogallo, alla Turchia, dal Brasile aalla Svezia: ognuno degli interventi porterà il suo contributo alla costruzione di un modello di turismo compatibile con l'ambiente e con le vocazioni dei rispettivi territori.
Nella due giorni focalizzata sulla competitività delle imprese sei commissioni saranno al lavoro su altrettanti argomenti: fra questi di particolare importanza, turismo e sviluppo dei mercati dell'est, gli scenari per i tour operator europei, certificazione sociale delle imprese turistiche, nuovi scenari per il trasporto turistico aereo.

Fra i problemi al centro di workshop e dibattiti quelli del turismo solidale che aiuta lo sviluppo di paesi in forte ritardo di crescita, quello, altrettanto pressante, della tutela dell'infanzia e delle tradizioni locali delle popolazioni. L'ultima giornata sintetizzerà i lavori dei tre giorni. Fra i partecipanti alla tavola rotonda il presidente di Alitalia Giuseppe Bonomi, il presidente di Federturismo Costanzo Jannotti Pecci, il presidente di Assoturismo Gaetano Orrico.
La Toscana punta a diventare un punto di riferimento internazionale anche in tema di turismo solidale.

Un concreto passo in questo senso è stato fatto con la firma di due protocolli d'intesa: quello fra la Regione Toscana e il governo dello stato brasiliano del Minas Gerais che viene firmato oggi insieme a quello fra Regione Toscana, Università di Siena, Università del Minas Gerais. L'intesa, le cui basi sono state gettate nel corso della visita del presidente della Regione Claudio Martini in Brasile, nel febbraio scorso, punta a sviluppare il turismo e le attività ad esso collegate, anche in quelle realtà dove lo sviluppo economico è fortemente in ritardo.
Fra gli obiettivi delle intese, l'attivazione di scambi di informazioni ed esperienze, sia a livello scientifico che economico, con il coinvolgimento di università e imprese, sia dei settori turistici che in quelli dell'artigianato, dell'agroalimentare, dell'edilizia e dei servizi alla persona.

La finalità è quella di puntare alla creazione di piccole e medie imprese nel rispetto dell'ambiente e della cultura dei territori, di attivare programmi specifici, anche nell'ambito del programma regionale di cooperazione internazionale e del programma delle iniziative promozionali. L'idea alla base dell'intesa riconosce al turismo e alle attività economiche e sociali ad esso collegate una funzione propedeutica allo svilluppo di attività anche nei settori del commercio, dell'artigianato, dell'agroalimentare, dell'edilizia e dei servizi alla persona, grazie alla possibilità di promuovere la creazione di piccole imprese.

Un intervento prezioso che, in prospettiva, potrebbe estendersi ad altre realtà, in sintonia con il programma Step, con cui l'Organizzazione mondiale del turismo intende sostenere e promuovere una rete internazionale per il turismo contro la povertà. Il primo pezzo di questa rete partirà proprio dal Brasile ed avrà sede a Belo Horizonte, capoluogo del Minas Gerais. "Siamo orgogliosi di realizzare questo progetto - ha commentato l'assessore Susanna Cenni - che ci fornisce l'occasione di affrontare il tema della costituzione di una rete internazionale per il turismo sostenibile come strumento di lotta alla povertà, come stinolo alla nascita di piccole imprese che, partendo dal turismo, possono innescare processi virtuosi anche in settori come l'artigianato, le produzioni agroalimentari tipiche e di qualità, i servizi".


Campi da golf con un certificato ambientale. E’ una delle idee, allo studio, pensate per riproporre a livello internazionale il territorio toscano e la sua campagna come metà turistica di alta qualità. Sono quindici i campi da golf nella regione, nove a diciotto buche e sei a nove, a cui se ne aggiungono una decina promozionali o per fare pratica. I campi da golf vivono spesso in simbiosi con l’ambiente circostante: verranno premiati i tre che meglio riescono a farlo. E ciò nell’auspicio di una ricaduta anche per i paesi vicini.
Gli impianti sportivi su cui, assieme ad Arpat, sarà avviata la sperimentazione sono l’As Montecatini Golf, il Casentino Golf Club, il Cosmopolitan & Country Club, il Poggio dei Medici Golf & Country Club e il Punta Ala Golf Club.

La sperimentazione servirà ad elaborare i requisiti in base a cui rilasciare i cerficati. Nel prossimo futuro la certificazione ambientale non riguarderà comunque solo il mondo del golf. Sigle come Emas, Iso 14001 ed Ecolabel diverranno sempre più pane quotidiano. Le imprese turistiche possono avere un forte impatto ambientale. In futuro l’adozione di una gestione più rispettosa nei confronti dell’ambiente diventerà sempre più una sorta di biglietto da visita per godere di agevolazioni al credito e di finanziamenti pubblici.

Per rimborsare le consulenze sostenute anche dai campi da golf che vorranno qualificare i propri servizi ci saranno dal 2004 specifiche risorse, che serviranno a coprire il 50% delle spese sostenute.
Per orientare le aziende che credono nello sviluppo sostenibile è nato anche uno sportello ad hoc, che può essere contattato rivolgendosi all’ufficio relazioni con il pubblico dell’Arpat: il numero verde è 800.800.400.
Equilibri di vita nel Mediterraneo: è questo il tema del progetto che la Regione Toscana, in collaborazione con le regioni Algarve, Andalusia, Paca (Francia), Sardegna, Calabria e Sicilia ha elaborato nel quadro del programma comunitario Interreg III B.
Nell’ambito della terza edizione di Euromeeting le Regioni si sono incontrate per definire il progetto che prevede un investimento complessivo di oltre 1.200.000 euro e che sarà candidato per il finanziamento comunitario.
L'obiettivo del progetto è quello di coniugare la conservazione del patrimonio naturale delle zone turistiche e il patrimonio culturale delle popolazioni locali con una gestione sostenibile delle risorse.

Questa sfida si articolerà in iniziative integrate, che oltre a quello turistico coinvolgono altri settori economici.
Con questo progetto si intende incrementare la competitività territoriale delle zone meno battute dal turismo tradizionale, in particolare di quelle dell'Europa meridionale e del bacino del Mediterraneo occidentale, favorendo fra l'altro l'allungamento della stagione turistica nelle zone dove vi è una pressione concentrata su brevi periodi di tempo. Fra le finalità, anche la sensibilizzazione delle popolazioni locali verso forme di turismo rispettose dell'ambiente, del territorio e delle persone che in quel territorio vivono.

La Regione Toscana, che è capofila del progetto a livello transnazionale, si avvale della collaborazione della Provincia di Siena, della Provincia di Prato, della Provincia di Massa Carrara e delle Agenzie di promozione turistica di Firenze e Montecatini.
Tre abitanti su dieci a Siena, San Gimignano, Massa Marittima, Castel del Piano e Castiglione della Pescaia pensano che i turisti in Toscana non siano ancora troppi. Per cinque su dieci è il contrario, ma solo in alcuni momenti dell’anno.

Sono alcuni dei risultati di una prima indagine su un campione di residenti che è servita a definire un innovativo modello con cui calcolare il peso e l’impatto delle attività turistiche sull’economia e sui territori. Una piccola rivoluzione che parte dal cambio di prospettiva. Finora la capacità di carico turistica di una regione era stata misurata dagli addetti ai lavori sulla base della ricettibilità. “L’obiettivo in questo caso – spiega il professor Lionello Punzo, che ha presentato stamani il lavoro svolto – è invece quello di partire dalla percezione dei residenti: far decidere loro quando è prossima la soglia di criticità, sulla base di costi e benefici.

Non si tratta solo di un esercizio metodologico fine a stesso”. L’idea era nata proprio l’anno scorso ad Euromeeting. Da questa prima indagine, sia pur parziale, emerge che in Toscana turisti e residenti hanno interessi comuni: a cominciare dalla preservazione dell’ambiente che è essenziale per ambedue. La teorica soglia di saturazione è così lontana, che per il 35% degli intervistati le presenze turistiche dovrebbero addirittura aumentare. Si distinguono Castiglion della Pescaia e San Gimignano, dove le percentuali scendono al 26,7 e al 15 per cento.

Se problemi ci sono, per il 42,5% arrivano dagli escursionisti e dai gitanti della domenica più che dai turisti che soggiornano sul territorio. I maggiori problemi sono l’impatto che il turismo ha sui prezzi (32,5%), sulla pulizia delle città (11,5%), sul traffico (17%) e sull’affollamento (10,5%). Il 94 % pensa che il turismo contribuisca ad aumentare le opportunità di lavoro, anche se ben il 64% ritiene che serva a creare solo lavoro temporaneo (rischiando in questo modo di aumentare il senso di precarietà).

Il 71% è infine dell’avviso che il turismo svolga anche un importante ruolo nella preservazione di arti, mestieri e produzioni locali. Tra quanti la pensano all’opposto, oltre un terzo teme però che proprio il facile guadagno che arriva dalla vendita di souvenir o dall’attività di affittacamere rischi di allontanare dai lavori tradizionali.
38 milioni di presenze annue concentrate in oltre 8.200 strutture ricettive per un totale di 420mila posti letto: sono questi i dati di fondo del sistema turistico toscano.

Notevole l’effetto complessivo sull’economia regionale: secondo una recente stima dell’Irpet (Istituto regionale per la programmazione economica) il giro di affari supera i 9 miliardi di euro annui. La Toscana viene scelta sia dagli italiani (circa 20 milioni di presenze all’anno), ma anche da un numero considerevole di stranieri (oltre 18 milioni). I turisti si muovono verso la regione attratti dalle città d’arte come dalle località balneari, dalle terme e dalle località montane, dalla campagna e dai piccoli centri storici.

Ma vediamo in dettaglio alcuni aspetti statistici del turismo in Toscana
Le strutture ricettive
8.220: tante sono le strutture ricettive censite in Toscana. Tra queste la fetta più rilevante spetta agli alberghi (2.961) seguiti dagli agriturismi (2.540). 2.430 sono i Bed & Breakfast e gli affittacamere, 228 i campeggi e villaggi turistici. Da notare la crescita esponenziale degli agriturismi che si sono quadruplicati negli ultimi dieci anni: oggi la Toscana ospita il 28 per cento delle strutture agrituristiche italiane.


Le destinazioni
E’ nella provincia di Firenze che si concentra il maggior flusso turistico con quasi 10 milioni di presenze annue. Seguono Livorno (7,5 milioni) Grosseto (4,6), Siena (4,3) e Lucca (3,3 milioni).
Gli stranieri
E’ la Germania il Paese straniero che sembra gradire di più la vacanza in Toscana: i circa 7 milioni di presenze tedesche corrispondono al 17 per cento del totale. Seguono gli Stati Uniti (9,5 per cento), il Regno Unito (7,1 per cento), la Francia (7 per cento), il Giappone (6,1).


Rispondere in modo dinamico alle sfide della competitività confrontandosi con le prospettive del turismo sostenibile, definire nuovi modelli per l'individuazione dei carichi ambientali, approfondire le grandi opportunità che offre la cooperazione internazionale per il consolidarsi del turismo sostenibile nei paesi in via di sviluppo. Questi alcuni dei temi al centro dell'intervento dell'assessore al turismo Susanna Cenni che ha aperto oggi i lavori della terza edizione dell'Euromeeting. Si tratta di argomenti ormai ineludibili, secondo l'assessore, che ben si coniugano con la necessità di introdurre nuove tipologie di offerta.

Perché questo appuntamento e perché a Firenze? L'intervento ha ripercorso le tappe della costruzione, da parte della Regione Toscana, di un modello che si è affermato e funziona proprio perché costituisce un mix di più elementi e che si può sintetizzare nella sfida di interpretare in modo dinamico l'esigenza di mantenere integra l'identità ambientale, culturale, tradizionale di una regione pur mantenendo forte l'accento sull'innovazione. Ciò non significa che la Toscana sia immune dai rischi di un turismo a forte impatto ambientale.

E' per questo che c'è stato uno sforzo costante nel ricercare soluzioni e metodi originali e, soprattutto, un impegno puntiglioso nel coinvolgere tutti i soggetti interessati allo sviluppo attraverso forme di concertazione a tutti i livelli. "Spesso si identifica superficialmente il turismo sostenibile con l'ecoturismo, con il turismo naturalistico. In realtà parlare di turismo sostenibile implica un approccio ben più complesso che vale anche per settori come le città d'arte, il turismo balneare, il turismo invernale sulle nostre montagne".

Così la Regione Toscana ha da tempo fatto propri gli obiettivi dell'Agenda 21 (il documento sullo sviluppo sostenibile emerso dalla conferenza mondiale di Rio de Janeiro nel 1992) e l'idea dell'Euromeeting costituisce un importante momento di discussione e di riflessione su questo complesso di problematiche a livello europeo.
"Uno dei punti di forza del programma di governo della Regione Toscana - prosegue l'assessore Cenni - sta proprio nell'approccio integrato che vede come un unico sistema il turismo e le attività collegate.

Per questo è necessario vedere legati insieme gli interventi sul patrimonio edilizio, le politiche per lo sviluppo rurale e la tutela dell'ambiente, quelle per un uso oculato delle risorse e dell'energia. Tutto questo significa avere a cuore i diritti dei lavoratori e prodursi in uno sforzo fortissimo verso le certificazioni ambientali e di responsabilità sociale". Come tutto ciò si traduce nelle politiche della Regione? Con la concertazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti attivi di uno sviluppo sostenibile (istituzioni locali, imprese, sindacati, ecc) come punto di partenza metodologico, la Regione ha messo in piedi un mix di strumenti per dare le gambe a una strategia integrata che metta insieme programmi e risorse per sostenere le imprese e gli enti locali in questo cammino.

"Nel periodo 2003-2005 verranno messi a disposizione del turismo circa 200 milioni di euro, comprendendo in questa somma tutti i tipi di finanziamenti. Circa 75 milioni sono destinati alle imprese: si tratta di incentivi per gli investimenti e per la qualificazione dei servizi nonché per le azioni di certificazione ambientale. A questi si devono aggiungere circa 58 milioni di euro a disposizione degli enti locali o degli altri soggetti pubblici per le infrastrutture per il turismo. Non si tratta di finanziamenti a pioggia ma di investimenti che vincoliamo fortemente alla qualità, anche assegnando priorità e vantaggi per le imprese che scelgono la strada delle certificazioni ambientali e sociali".

A questo proposito l'assessore ha ricordato la collaborazione con l'Arpat, l'agenzia regionale per la protezione ambientale, che svolge una duplice funzione: promuovere le certificazioni e le registrazioni territoriali e individuare eventuali aree geografiche dove una gestione integrata del territorio potrebbe prestarsi alla realizzazione di progetti speciali in materia di turismo sostenibile. "L'individuazione di questi progetti sarà il primo passo verso una strategia di crescita sostenibile, una strategia al cui interno ben si inseriscono i due progetti speciali attivati dalla giunta per le aree della Versilia e della Valdinievole".


I lavori del III Euromeeting sono stati aperti stamani dall'assessore al turismo del Comune di Firenze, Emilio Becheri, intervenuto in rappresentanza del sindaco Leonardo Domenici.
L'assessore Becheri ha messo in luce, nel suo intervento, alcuni aspetti critici delle politiche comunitarie sul turismo, che sono stati ripresi nelle relazioni successive. "Di fatto non è esistita una politica comunitaria del turismo - sostiene Becheri - e l'approccio ai problemi del turismo è stato originato da ottiche particolari quali la difesa del consumatore nei viaggi inclusive tour, e quali la compatibilità ambientale.

Tale approccio è dipeso dal fatto che ha prevalso la logica dei paesi che presentano un deficit nella bilancia turistica (Germania, Belgio, Olanda, Danimarca, Gran Bretagna e Svezia), rispetto ai paesi mediterranei che dal turismo ricavano un surplus". Becheri ha poi aggiunto che "l'Ue registra in campo turistico alcuni fallimenti, come nel caso del Libro verde sul turismo, che doveva favorire l'inserimento del turismo fra le materie dirette del Trattato comunitario e che è stato, invece, dimenticato e come nel caso della Via Francigena, un progetto che ha visto l'impiego di molte risorse comunitarie e locali, e per il quale sono state scritte migliaia di pagine, ma che di fatto non ha dato quasi alcun risultato sul piano del marketing e della commercializzazione, perché era stato pensato dall'alto e non era radicato nel contesto delle attività turistiche".

Becheri si è quindi augurato che "le politiche comunitarie sul turismo siano davvero in fase di cambiamento, come sembra da alcuni degli ultimi provvedimenti" ma "non si può non essere meravigliati dal fatto che fino ad oggi l'Ue non abbia ancora effettuato uno studio serio ed approfondito sul comparto del turismo". Entro la fine dell'anno sarà approvato da parte della Commissione europea il documento sugli "Orientamenti di fondo per un turismo sostenibile", oggetto di consultazione negli ultimi mesi, mentre lo Studio sul turismo è in fase di realizzazione e dovrebbe essere pronto a inizio 2004.

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