Vendita dell'aeroporto di Firenze: dibattito in Consiglio comunale
Qualcuno grida alla svendita, e la qualità della vita dei cittadini?
Toccafondi (ApF): subito una commissione consiliare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 settembre 2003 19:24
Vendita dell'aeroporto di Firenze: dibattito in Consiglio comunale<BR>Qualcuno grida alla svendita, e la qualità della vita dei cittadini?<BR>Toccafondi (ApF): subito una commissione consiliare

"Quanto dichiarato dall'assessore alle privatizzazioni Simone Tani non ci trova d'accordo. La cessione delle quote dell'aeroporto fiorentino di Peretola per soli 11,00 euro ha fatto perdere alle casse del Comune 3 milioni, 3 milioni e mezzo di euro. È stato uno sbaglio vendere le quote con eccessiva fretta; si poteva pensare ad un rinvio dell'intera operazione ma forse un'accelerazione è stata data proprio dal presidente della Camera di Commercio di Firenze, Luca Mantellassi, nella scomoda posizione di venditore ed acquirente dell'aeroporto di Firenze.

Ma non è questo un conflitto d'interessi?" È quanto ha dichiarato durante la seduta del Consiglio Comunale, Massimo Pieri esponente di Forza Italia relativamente all'acquisizione del 29% delle quote di AdF S.p.A. da parte della cordata cha fa riferimento alla famiglia Benetton. "Il sottosegretario Roberto Tortoli si è impegnato per una migliore cessione dell'Adf ma non è stato ascoltato - ha proseguito il consigliere Pieri - come non siamo stati ascoltati noi. Per la cessione di Adf il sindaco e la giunta sono stati volutamente sordi e hanno dovuto incidere nel bilancio previsionale.

Una buona concorrenza avrebbe permesso una migliore vendita". Secondo il consigliere Pieri, la vendita delle azioni di minoranza di cui erano titolari il Comune di Firenze per il 15%, la Camera di commercio di Firenze per il 4%, il Comune di Prato per il 9% e la Camera di commercio di Prato per l'1% del capitale della Società, poteva essere effettuata ad un prezzo migliore degli 11,00 euro. "Una valutazione di 18,00 euro a quota sarebbe stata eccessiva - ha proseguito Pieri - 16,00 euro avrebbe rappresentato la valutazione massima, 13,00-14,00 euro sarebbe stata una giusta quotazione ma la cessione a 11,00 euro a quota rappresenta il minimo in assoluto.

Un rinvio della vendita avrebbe portato nelle casse del Comune circa 3-3 milioni e mezzo di euro in più".
"La cessione delle quote dell'aeroporto del Comune di Firenze non impedisce all'Amministrazione comunale di mantenere le competenze di controllo sul territorio, compreso l'aeroporto". E' quanto ricorda il capogruppo dei Verdi in consiglio comunale, Alessio Papini, sottolineando che "in particolare la proposta di realizzare la pista di rullaggio e di aumentare il numero dei voli è impensabile se non si riuscirà a ridurre l'attuale impatto, già eccessivo, del rumore sui rioni di Quaracchi, Peretola, Piagge, Brozzi e Castello".

Papini intende, quindi, ribadire che "la qualità della vita dei cittadini viene prima della redditività dell'aeroporto". "Il parere è invece favorevole - aggiunge Papini - circa il miglioramento dei servizi dell'aeroporto, dalle attività commerciali ai parcheggi fino, in particolare, al collegamento con la Ferrovia che permetterebbe anche una migliore integrazione con l'aeroporto di Pisa".
"Sono profondamente convinto che si tratti di un risultato positivo e vantaggioso per la città.

Non ci siamo limitati a portare avanti una trattativa economica, ma abbiamo lavorato perché venissero garantiti investimenti importanti per lo scalo aeroportuale fiorentino e per la sua area, in una logica di sviluppo compatibile ed equilibrio ambientale". Lo ha detto il sindaco Leonardo Domenici, intervenendo oggi in consiglio comunale nel dibattito sulla cessione del 29 per cento del pacchetto azionario dell'Aeroporto di Firenze. "Dobbiamo tener presente che abbiamo venduto una quota di minoranza, cosa che non può non aver effetto sulle trattative" ha precisato il sindaco, ricordando che in Italia solo un aeroporto ha avuto una valutazione maggiore di quello fiorentino: l'aeroporto di Roma del quale, al di là della dimensione, è stata venduta una quota di maggioranza.

"Si tratta di risultato positivo anche dal punto di vista del valore aritmetico del titolo". "La nostra decisione - ha detto Domenici - risponde ad una scelta strategica che si ispira a due principi. Il primo è che noi non seguiamo certo una logica neoliberista, con operazioni di carattere finanziario, ma neanche ottusamente 'integralista': seguiamo un principio riformista, che è aperto all'ascolto e al confronto. Il secondo principio tiene conto della necessità di essere attrattori di soggetti, imprenditori, forze economiche che vogliano investire sulla nostra città.

E su questo fronte rivendico risultati importanti da parte di questa amministrazione. Abbiamo richiesto impegni precisi e li abbiamo ottenuti, anche nel quadro di una alleanza strategica con altri poli metropolitani importanti, come Milano e Bologna". La cordata che ha acquistato le azioni dell'aeroporto è formata infatti da partner molto importanti e affidabili, ha ricordato il sindaco, alcuni dei quali hanno già seri e rivelanti interessi nella nostra città, in particolare Benetton e l'Istituto Imi San Paolo.

Partner che hanno offerto garanzie effettive di investimento per lo sviluppo dell'aeroporto, così che Peretola possa entrare in un network aeroportuale nazionale, per adesso formato appunto anche da Torino e Bologna. "Inoltre credo sia giusto anche chiedersi cosa sarebbe successo che avessimo rimandato la vendita: credo che non sarebbe stato saggio, perchè il valore delle azioni sarebbe sicuramente sceso, danneggiando anche gli azionisti, in particolare quelli minori". "In sostanza - sostiene il sindaco - abbiamo agito nell'interesse primario della città, della sua economia, dello scalo aeroportuale, degli azionisti.

Abbiamo preso la decisione giusta".
«Insediare subito una commissione mista tecnico-politica che segua tutte le procedure di vendita e che sia preventivamente fatta una valutazione sul reale valore della società al 14 luglio 2003, cosa tecnicamente fattibile, chiedendo la valutazione ad una società esterna che preferibilmente dovrà essere straniera». E' quanto ha dichiarato il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi intervenendo in consiglio comunale sulla privatizzazione di "Aeroporto di Firenze" «Se questa valutazione confermasse un prezzo più alto rispetto agli 11 euro di vendita - ha aggiunto Toccafondi - ci consentirebbe di non commettere un tremendo errore.

Nell'ultimo anno la società ha dimostrato di valere almeno 14 euro ad azione, un prezzo che non solo il mercato dei grandi o dei piccoli azionisti ha dimostrato di aspettarsi, ma anche gli istituti di credito forse si aspettavano. Non sarà quindi un caso se nei report tecnici che riguardano AdF a maggio 2003, l' "Istituto Banca Imi" ad un prezzo di 11,73 euro ad azione dicesse di acquistare segno che 11 euro ad azione non è mai stato considerato il prezzo congruo di "Aeroporti di Firenze». Secondo l'esponente del centrodestra «se è vero che 16 euro ad azione potevano essere troppi, ben diverso invece è dire che si doveva aspettare un'offerta intorno ai 14 euro, offerta ben lontana dagli 11 euro ad azione dell'offerta accettata dal sindaco.

Dico non a caso accettata dal Sindaco perché la scelta sulla congruità o meno dell'offerta è stata tutta politica e non tecnica della commissione di valutazione come qualcuno vuol far credere». «Un apposito articolo del disciplinare di gara - ha concluso Toccafondi - ammetteva che l'ente si riservava la facoltà di aggiudicare in presenza di un'unica offerta vincolante. Una riserva che doveva, per quanto detto e dimostrato, portare alla revoca della gara e all'immediata riscrittura del bando che avrebbe dovuto tenere di conto non solo della offerta economica ma anche del piano aziendale, degli investimenti che il privato avrebbe effettuato sulle strutture.

Un bando completamente e diametralmente opposto a quello scritto dal Comune di Firenze».
«Era quanto chiedevo, la privatizzazione di "Aeroporto di Firenze" verrà realizzata garantendo il mantenimento dei posti di lavoro ed una particolare attenzione alla compatibilità ambientale dello sviluppo dell'aeroporto e alla sua sicurezza». E' quanto ha dichiarato il capogruppo di Insieme per l'Ulivo Giovanni Fittante che in proposito aveva presentato un'apposita mozione. «Mozione - ha spiegato Fittante - fatta propria dall'assessore Tani e dalla società che ha acquistato dal Comune il 29% di "Aeroporto di Firenze".

In questo modo si garantirà la tutela dell'occupazione, con attenzione anche all'indotto, il mantenimento dei livelli di servizio pubblico dell'aeroporto, il mantenimento del marchio, le garanzie di sviluppo, la condivisione delle relazioni contrattuali fra Comune, AdF e indotto».
"La valutazione di 11 euro per azione è superiore del 35% al valore di quotazione avvenuto appena tre anni fa". Risponde così alle polemiche del centro destra l'assessore alle privatizzazioni del Comune Simone Tani.

"Si tratta di un valore - ha sostenuto Tani- che ha portato la cessione delle quote fra le maggiori operazioni avvenute in Europa negli ultimi cinque anni, come hanno sostenuto sia gli advisor del Comune, sia Il Sole 24 Ore". "I consiglieri della minoranza - ha aggiunto l'assessore- confondono l'andamento del titolo in borsa che ha risentito negli ultimi mesi prima della vendita di forti speculazioni, con il valore reale dell'aeroporto che è basato sulla sua capacità di formare reddito." L'amministrazione - ha continuato Tani- ha centrato quest'anno i tre obbiettivi fondamentali per lo sviluppo dell'aeroporto di Firenze: la concessione quarantennale, la valutazione di impatto ambientale da parte degli organi competenti rispetto al Master Plan di sviluppo e cessione del 29% delle quote che ha portato l'entrata di un partner industriale in grado di sostenere gli investimenti necessari a sostenere lo sviluppo dell'aeroporto.

"I fiorentini - ha continuato Tani- utenti dell'aeroporto vedranno nei prossimi anni un significativo incremento della qualità dei servizi offerti dall'aeroporto di Firenze. E ciò è più importante delle sterili polemiche . Rinviare la cessione, avrebbe creato un impatto devastante sul valore delle azioni che si sarebbero arrestate intorno a 10 euro come prima del riavvio dell'ultima parte della gara".

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