Lunedì 14 luglio alla Rocca di Montemurlo il grande jazz e lo swing del '900

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2003 18:43
Lunedì 14 luglio alla Rocca di Montemurlo il grande jazz e lo swing del '900

Continua il Festival delle Colline 2003, rassegna promossa dal Comune di Poggio a Caiano con la collaborazione della Provincia di Prato, del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, del Comune di Prato, del Comune di Montemurlo, della Regione Toscana e dell’Associazione Toscana Musiche. Lunedì 14 luglio alla Rocca di Montemurlo – Montemurlo/Prato - inizio ore 21,30; ingresso € 5 – saranno di scena Les Italiens, big band capitanata dal percussionista Al Di Puccio e votata al grande jazz/swing del ‘900, con ampie divagazioni etno/pop.

Composta da alcuni dei migliori jazzisti italiani, l’orchestra “Les Italiens” vede insieme artisti del calibro di Alessandro Fabbri, Francesca Taranto, Stefano Onorati, Luca Gelli, Emanuela Parrini, Luca Marianini, Niko Gori, Simone Santini, Marco Bini. Il repertorio musicale dell'orchestra è formato in larga parte da composizioni originali del leader e si sviluppa alternando canzoni e brani strumentali. Tutto il lavoro è caratterizzato da forti tinte zingaresche ed etniche, intrise di sapori jazzistici, popolari e...

"cinematografici".

PROSSIMI APPUNTAMENTI
Il Festival delle Colline continua giovedì 17 luglio alla chiesa di Bonistallo a Poggio a Caiano con il concerto del Juri Camisasca. Ultimo appuntamento venerdì 18 luglio alla Rocca di Montemurlo con l’Orchestra Baobab: dodici musicisti senegalesi che la critica ha definito i Buena Vista Social Club africani.

LES ITALIENS
L'orchestra Les Italiens è stata fondata nel 1998 da Alessandro Di Puccio e prodotta da Silence produzioni musicali di Marco Lamioni in collaborazione con l'etichetta discografica Forrest Hill (Harmony music).

Il progetto nasce dall'idea e soprattutto dalla volontà, di riunire un ampio numero di musicisti che condividessero un forte interesse per linguaggi riconducibili all'ambito della world music. Varie occasioni di incontro con musicisti ospiti dell'orchestra, provenienti da diverse aree geografiche e culturali, ha contribuito poi al naturale sviluppo di un sound originale che è il risultato di un amalgama di sapori mediterranei. Tutto questo prende vita attraverso l'esibizione di dieci ottimi musicisti, appunto Les Italiens.

Il repertorio musicale dell'orchestra è formato in larga parte da composizioni originali del leader e si sviluppa alternando canzoni e brani strumentali. Tutto il lavoro è caratterizzato da forti tinte zingaresche ed etniche, intrise da sapori quando jazzistici, quando popolari, quando "cinematografici". Volendo essere più precisi possiamo dire che tutte queste variopinte atmosfere si integrano e si confondono in un contesto strumentale dalla sonorità decisamente robusta, in una parola: metropolitano o, volendo usare un termine appropriato ad uno stile definibile "all'italiana", in un contesto provincial-metropolitano.

Stile, questo, caratterizzato da un malinconico ed autoironico provincialismo, oltremodo caro ai turisti stranieri. Tecnicamente va specificato che la maggior parte dei brani che compongono il repertorio condividono supporti di strutture melodiche ed armoniche legate a linguaggi musicali definiti moderni che si inseriscono o fanno da cornice ad elementi musicali appartenenti ad una più evidente matrice popolare. Un esempio è il frequente utilizzo degli accompagnamenti ritmici, appartenenti al filone dei ballabili come il tango, la beguine, il twist ed il rock & roll, con in primo piano una caparbia pulsazione ritmica fornita dalla chitarra, (fra l'andaluso e il manouche), legati ora a "focose" atmosfere balcaniche e arabe, ora a "polverose" reminescenze swing ed a "crudeli" imitazioni bandistiche, sempre espresse, o meglio sarebbe dire evocate, dalla compatta sonorità della sezione degli strumenti a fiato.

Ensemble, questo, che risulta come un unico e robusto corpus sonoro ottenuto alternando sistemi di unisoni o contrappunti di due linee melodiche raddoppiate da più strumenti, e disposizioni verticali, cioè voci sovrapposte ed armonizzate fra loro, tipica sonorità questa che richiama lo stile delle orchestre swing del dopo guerra. Durante le esposizioni tematiche si ricorre spesso all'uso di frammenti melodici in chiaro stile jazzistico utilizzate per contrastare e in un certo senso evidenziare la straordinaria semplicità della musica popolare.

Non mancano comunque momenti di quiete e di moderato "sentimentalismo" (come la tradizione italiana comanda ed insegna) affidati in gran parte a lente ballate e canzoni.
I testi delle canzoni sono, in italiano e francese, sono miniature poetiche, piccole cose che parlano dell'amore, della vita e di niente. Il loro autore si chiama Franco Pinzauti, abita in campagna, ama il buon cibo, il vino, le donne, il fuoco del camino e la bella musica.

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