Mostra del pittore greco Panayotis Tetsis : stamani l'inaugurazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 maggio 2003 13:16
Mostra del pittore greco  Panayotis Tetsis : stamani l'inaugurazione

È stata inaugurata stamani, all'Istituto degli Innocenti in piazza Santissima Annunziata, 12 la prima mostra personale all'estero di uno dei maggiori interpreti moderni della pittura figurativa ellenica: Panayotis Tetsis. "Tetsis. Il corpo, la natura, la strada", curata da Giuliano Serafini, raccoglie opere di Tetsis provenienti dalla Pinacoteca Nazionale di Atene, dal Museo Basil ed Elise Goulandrìs di Andros e da collezioni private. Organizzata dal Consolato Onorario della Repubblica Ellenica per la Toscana, in occasione del semestre di presidenza greca dell'Unione Europea, la mostra è promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze in collaborazione con l'Istituto degli Innocenti, la Pinacoteca Nazionale di Atene e la Presidenza della Unione Europea.

Nel Salone brunelleschiano dell'Istituto degli Innocenti sono presenti tre importanti tematiche del lavoro svolto da Tetsis dalla fine degli anni cinquanta ad oggi. Si comincia dal "corpo", e cioè dai ritratti dove viene evidenziata la componente sacrale ed "oggettuale" della figura umana, per passare ai grandiosi paesaggi a "vol d'oiseau" di Hydra e Sifnos, con le vertiginose vedute che offrono soluzioni visive ai limiti dell'astratto, fino ad arrivare alla sensazionale "Laikì Agorà" (Mercato Popolare 1979-82).

Si tratta del dipinto costituito da una serie di monumentali pannelli (lo sviluppo completo è di cinquantotto metri per due e mezzo d'altezza) che in mostra vengono esposti per la quasi totalità. Opera unica nel suo genere, e non solo in riferimento all'arte greca contemporanea, Laikì Agorà rappresenta la summa del lavoro di Tetsis: uno sterminato campionario di invenzioni pittoriche dove l'elemento aneddotico, uno spaccato di vita quotidiana ateniese, diventa occasione per uno spettacolare, affascinante esercizio creativo fino a risolversi in allegoria di pittura assoluta.

La mostra è aperta fino al 29 giugno 2003 dalle 10,00 alle 19,30. Il giorno di chiusura è il lunedì. L'ingresso è libero. Panayotis Tetsis è un artista che ha alle spalle un lungo percorso professionale fatto di prestigiosi riconoscimenti. Si ricordano la borsa di studio per Parigi degli anni Cinquanta, la candidatura al Guggenheim International Award di New York del 1958, l'insegnamento alla scuola di design del Gruppo Tecnologico Ateniese, a quelle di Architettura dell'Università Metsovo e di Arti Decorative Vacalò e poi ancora, dal 1976 al 1991, alla scuola di Belle Arti di Atene, fino alla nomina ad accademico nel 1993.

Senza dimenticare scelte che hanno testimoniato del profondo impegno civile dell'artista: come per esempio il rifiuto, con la giunta dei colonnelli al potere, di rappresentare il suo paese alla Biennale di Venezia del 1970. Nato nell'isola egea di Hydra nel 1925, Tetsis fa giovanissimo la scoperta della pittura. Dopo l'iniziazione con Frieslander, Biskinis e Mathiopoulos, decisivo sarà l'incontro con Ghikas e Pikionis, due maestri della cosiddetta "generazione degli anni Trenta" e, se pur per un breve periodo, quello con il sommo Parthenis.

Diplomatosi alla scuola dei Belle Arti di Atene nel 1949, quando la guerra civile volge al termine, Tetsis diventa uno dei più attivi esponenti della rinascita artistica greca aderendo al gruppo Armos I e Armos II accanto a Tsarouchis, Ghikas, Mòralis ed Engonopoulos. Senza averne fatto un protagonista della diaspora, i quattro anni trascorsi a Parigi (1953-1956) incidono profondamente sull'orientamento estetico di Tetsis, come dimostra la decisa svolta post impressionista che prende all'epoca la sua pittura.

A modo suo, quando gran parte dei compatrioti si orienta verso il vangelo dell'ora, cioè l'arte astratta (Spyropoulos, Kontopoulos, Marthas in situ, e, tra quelli della diaspora, Takis , Tsoclis, Gaitis, Danil, Kessanlìs, Caniaris, Koulentanòs), Tetsis appare nelle vesti del trasgressore. L'immagine figurativa infatti resterà il nucleo centrale del suo lavoro, o meglio, il "pretesto" per dimostrare che i confini tra forma e informale sono estremamente labili, che la distinzione dei generi può risolversi in un falso problema.

A livello di poetica, si tratta dunque di un'opera che trascende tanto le avanguardie che la tradizione e che riconcilia l'osservatore a una fruizione ormai obsoleta: il piacere della visione. Con una inesauribile capacità di trasformare in evento pittorico tutto quello che cade sotto la sua esperienza diretta, Tetsis fa della pittura uno sguardo rivolto al mondo. Un mondo che gli corrisponde senza mediazioni concettuali e metafisiche accumulando un'intensità perfino eccessiva, che non finisce mai di sorprendere per portata di coinvolgimento sensoriale.

Colore e luce sono gli elementi essenziali di questa esperienza, là dove il registro cromatico tocca un'audacia che può richiamare la tavolozza fauve e si predispone di per sé a "costruire" l'immagine. (mr)

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