Al via oggi a Firenze la settima Conferenza regionale di azione ambientale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 dicembre 2002 07:38
Al via oggi a Firenze la settima Conferenza regionale di azione ambientale

FIRENZE- Quale pressione sull'ambiente esercita la popolazione toscana, con i suoi consumi e il suo modo di produrre? Qual è l'"ecoefficienza", come la chiamano gli studiosi, dei cittadini toscani, per indicatori quali i consumi elettrici e idrici, la produzione di rifiuti e le auto circolanti? E qual è invece l'"ecoefficienza" della nostra industria e della nostra agricoltura? E' anche a domande come questa che cercherà di rispondere la settima Conferenza regionale per l'ambiente, in programma oggi e domani al Palazzo degli Affari di Firenze.

Un appuntamento ormai tradizionale, momento insostituibile di bilancio di quanto è stato fatto ma anche di elaborazione degli impegni futuri, che quest'anno si presenta con un'impostazione notevolmente rinnovata. "La Toscana e l'ambiente - Strategie per la sostenibilità e integrazione delle politiche" - questo il titolo della Conferenza - potrà infatti far tesoro degli importanti eventi che negli ultimi mesi hanno consentito di riflettere a fondo sulle tematiche ambientali, dal meeting di San Rossore "From Global to Glocial" al Vertice mondiale di Johannesburg fino al Social Forum di Firenze.

Fortemente imperniata su un approccio integrato, la Conferenza proporrà anche sessioni dedicate all'agricoltura, alla salute, ai trasporti e all'industria, con la presenza degli assessori regionali competenti. Da essa scaturiranno anche le indicazioni necessarie all'elaborazione del Piano regionale di azione ambientale. Ma uno degli aspetti più innovativi sarà proprio quello della fortissima attenzione attribuita ai comportamenti e agli stili di vita dei cittadini, nonché alle scelte delle imprese.
L'impronta ecologica della Toscana
Con questa espressione si indica un indicatore messo a punto a partire dagli anni Ottanta, mediante il quale si misura l'uso della natura in termini di impatto sulla sua capacità rigenerativa.

Tale impatto ecologico viene espresso in unità di spazio. In altre parole, con l'"impronta" si misura quanta natura è utilizzata per la produzione delle risorse consumate da una determinata popolazione e per l'assorbimento dei rifiuti da essa consumati. Gli studi hanno dimostrato che per essere in equilibrio dal punto di vista della sostenibilità e dell'equità gli abitanti della terra oggi dovrebbero consumare, in base alla capacità della biosfera, 1.9 "ettari" a testa. Il consumo è invece di 2.3 "ettari" per abitante, con un deficit ecologico di circa 0,4 "ettari".

Si consuma insomma già più di quanto abbiamo a disposizione.
Per collocare la Toscana dal punto di vista della sostenibilità anche in uno scenario globale, la Regione ha incaricato il Wwf di studiare ed individuare l'"impronta ecologica" della Toscana. I dati saranno resi noti nel corso della Conferenza regionale. Non è ovviamente difficile prevedere che la Toscana - regione che fa parte del Nord del mondo, ovvero di quel 20 per cento che consuma l'80 per cento delle risorse - faccia registrare un valore ben più alto di quel 2,38 calcolato a livello mondiale.
L'ecoefficienza dell'industria toscana
Combinare le politiche di sviluppo dell'occupazione con quelle della sostenibilità, utilizzando meno materie prime ed emergia per le proprie produzioni.

E' questo l'obiettivo che la Regione Toscana intende perseguire, guardando con particolare attenzione alle aree con maggiori localizzazioni industriali (bacino dell'Arno e parte dell'area costiera settentrionale) e alle attività trainanti (cartario e tessile). Ecco intanto alcuni dati che si ricavano dalla nuova edizione dei "Segnali ambientali in Toscana". - I consumi di energia elettrica sono costantemente cresciuti dal 1995 al 2000, con una lieve stabilizzazione tra il 1997 ed il 1998. Questo si spiega ovviamente anche con una significativa ripresa della produzione.

Nei 5 anni il Pil industriale è aumentato del 6 per cento, i consumi elettrici del 17 per cento.
- Per i rifiuti speciali la contabilizzazione resta problematica. Dai dati a disposizione emerge comunque una produzione annua che supera ormai i 6 milioni e mezzo di tonnellate. In pratica per ogni chilo di rifiuto solido urbano se ne producono tra i tre e i quattro di rifiuti speciali.
- Hanno ormai raggiunto un numero consistente le certificazioni di qualità secondo la norma internazionale Iso 9000 (2967 certificazioni nel 2002).

Solo 3 invece le aziende che hanno ottenuto la certificazione ambientale di processo Emas. Toscana all'avanguardia, invece, per la certificazione ambientale di prodotto, grazie in particolare alle cartiere lucchesi: dei 19 prodotti italiani che hanno ottenuto l'Ecolabel, 8 sono toscani.
L'ecoefficienza dell'agricoltura toscana
E' questo uno dei settori dove la nuova edizione dei "Segnali ambientali" individua trend positivi per la nostra regione. In particolare:
- L'agricoltura biologica prosegue in una notevole e costanze espansione.

Rispetto al 1997 l'incremento delle aziende è stato del 226 per cento. Solo rispetto al dicembre 2001 si registra un più 7 per cento. Oggi le imprese biologiche sono crica 2.5000. La superficie coltivata o in conversione è di oltre 76 mila ettari (il 9 per cento della superficie agricola utilizzata totale), con un incremento del 30 per cento rispetto al 2001.
- Per quanto riguarda i consumi idrici, si segnala una decisa diminuzione dei superfici irrigate (circa 10 mila ettari, che erano coltivati soprattutto a mais e a foraggere), ma anche una maggiore diffusione di impianti di irrigazione localizzata.
- Risulta in crescita la cosiddetta "intensità energetica", ovvero l'energia consumata per produrre una unità di Pil o di valore aggiunto.
L'"ecoefficienza" della popolazione toscana
Con questo concetto ci si riferisce ad un insieme di indicatori relativi ai comportamenti dei cittadini, in grado di "misurare" la pressione ambientale da essi esercitata.

Questi gli indicatori utilizzati: consumi elettrici delle famiglie, consumi totali (in milioni di euro), produzione di rifiuti solidi urbani, consumi civili di acqua per usi potabili, numero di auto circolanti. Come per il resto dell'Italia e presumibilmente dell'Europa, il quadro della Toscana che emerge da questi dati non è positivo. A fronte di una stabilizzazione della popolazione residente, negli anni 1995-2000 crescono tutti gli indicatori. In particolare si registra un forte incremento della produzione di rifiuti, mentre continuano a crescere, seppure in misura più contenuta, i consumi di acqua potabile.

Solo una parte degli incrementi può essere imputata ad una miglior rilevazione dei dati, per il resto questi andamenti appaiono come una diretta conseguenza di un modello di vita e di consumo basato su un crescente impiego di risorse. Crescono, infatti, i consumi totali delle famiglie toscane ma cresce in misura maggiore il loro contenuto di scarti. Crescono anche il numero delle auto circolanti sul territorio regionale e i consumi elettrici domestici, ma in questi casi il ritmo di crescita è inferiore a quello dei consumi totali.

Relativamente ai rifiuti urbani occorre rilevare che una parte della produzione può essere attribuita alle attività artigianali e su questo è in corso uno specifico studio. E' opportuno inoltre ricordare che, in una regione come la Toscana, ad alto afflusso turistico, viene sovrastimata la pressione della popolazione residente.
Questo quadro fa emergere la necessità di intervenire con politiche mirate che si rivolgano direttamente al settore domestico, senza limitarsi ai più tradizionali fattori di pressione (quali industria, agricoltura, energia e trasporti), che da soli non sono in grado di garantire il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
Su questo terreno la Regione intende intensificare i suoi sforzi, impegnandosi in particolare su un programma di informazione, sensibilizzazione ed educazione permanente dei cittadini sui temi dell'"ecologia applicata".
Il Piano di azione.

I due giorni di lavoro della Conferenza serviranno anche alla presentazione e al confronto con la società toscana del Piano d'azione ambientale della Toscana (Praat), ovvero dell'atto di indirizzo che dovrà indirizzare le politiche regionali verso una strategia per un futuro sostenibile. Il Piano potrà senz'altro avvalersi dell'ingente patrimonio di informazione ed analisi contenuto nell'edizione 2002 di "Segnali ambientali in Toscana", con cui si prosegue un forte impegno per offrire un quadro d'insieme quanto più possibile esauriente sulle cose fatte e da fare, sui risultati ottenuti e sui problemi ancora da affrontare.

Quest'anno il volume propone anche degli indici di "ecoefficienza", in grado di esprimere, con tutti i limiti e le cautele del caso, le tendenze generali. Sono dati importanti per orientare le azioni di valorizzazione e tutela, per monitorare l'impatto degli interventi e delle politiche, per individuare le aree critiche che interessano i vari settori della società toscana. "Segnali ambientali" rappresenta anche l'avvio di una importante riflessione sul modello di vita e di vita, una riflessione che non riguarda solo amministratori e categorie sociali, ma l'intera società.

Il Piano d'azione, del resto, dedicherà grande attenzione alle "buone pratiche", con l'obiettivo di incentivare i comportamenti virtuosi di famiglie ed imprese.

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