Qualità della vita: Cremona ecoregina d'Italia, Firenze al 41° posto della classifica di Legambiente

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 dicembre 2002 16:32
Qualità della vita: Cremona ecoregina d'Italia, Firenze al 41° posto della classifica di Legambiente

Presentati oggi a Ferrara i risultati dell’indagine “Ecosistema urbano 2003”, giunta alla sua nona edizione,a cura di Legambiente con la collaborazione scientifica di Ambiente Italia. La ricerca evidenzia un grande divario tra le città del Nord e quelle del Sud per la capacità di gestione ambientale. Una lunga distanza, non solo chilometrica, separa Cremona da Ragusa, il centro urbano più vivibile d'Italia da quello peggiore. E' Cremona- Ragusa il testa-coda di "Ecosistema urbano 2003" di Legambiente, la ricerca che misura la sostenibilità ambientale dei 103 capoluoghi del Belpaese,. Per stilare la graduatoria, Legambiente, in collaborazione con l'Istituto di ricerche Ambiente Italia, ha preso in considerazione oltre 60 indicatori dello stato di salute delle città: dalle emissioni inquinanti agli impianti di depurazione, dalla produzione di rifiuti al trasporto pubblico, dalle isole pedonali all'abusivismo edilizio.

Fatto cento il punteggio della città ideale dal punto di vista della sostenibilità ambientale, la prima in classifica (Cremona) arriva a 67,7, mentre l'ultima, Ragusa, ottiene un punteggio di 28,8. I primi cinque posti della classifica sono tutti occupati da città lombarde (dopo Cremona, Mantova, Bergamo, Sondrio e Pavia), mentre negli ultimi cinque figurano quattro città meridionali (prima di Ragusa, Oristano, Frosinone, Agrigento e Catania). Ma se le città della Lombardia eccellono per le performance ambientali, fa eccezione Milano che si classifica al 78/mo posto, penultima tra le metropoli, seguita soltanto da Palermo (87/ma).

Bologna (17/ma), invece, precede tutti i grandi centri urbani, seguita da Genova (31/ma), Firenze (41/ma), Torino (44/ma) e Roma (57/ma). Le virtuose. Livorno, Ferrara, Bolzano, Pavia, Sondrio, Mantova, Cremona. Tra le piccole e medie del Centro-Nord si ritrovano anche le città "virtuose", le città dove sono bassi (o comunque inferiori alla media) i livelli di pressione ambientale e di inquinamento atmosferico e dove è, invece, alta la capacità di gestione e la disponibilità di servizi di tutela ambientale. La città di Stradivari è la più vivibile tra i 103 capoluoghi.

Le grandi metropoli. Nelle 13 città metropolitane si registrano superamenti della media di biossido di azoto nel 77% dei casi (contro il 56% delle piccole città con dati disponibili), superamenti del limite per il monossido di carbonio nel 31% dei casi (contro il 5% per le piccole città), superamenti del limite per il PM10 nel 67% dei casi (contro il 19% dei casi sulle 31 piccole città con dati disponibili). Milano, Roma, Torino superano i limiti per tutte le sostanze. Nel dettaglio Roma, Napoli e Palermo, ma soprattutto Reggio Calabria e Cagliari hanno percentuali di raccolta differenziata assai lontane dall'obiettivo del 35% fissato dalla legge quadro sui rifiuti (il capoluogo reggino è addirittura fermo al palo).

Milano è ancora senza depuratore, mentre in tutte le grandi città (dove il traffico è più caotico che altrove) isole pedonali e piste ciclabili (con l'eccezione di Firenze) sono inferiori alla media. In mezzo al guado. Grosseto, Lecco, Varese, Savona, Lucca, Lodi, Udine, Trieste, Prato, Rovigo, Venezia, Gorizia, Perugia, La Spezia, Pisa, Genova, Terni, Chieti, Firenze, Vercelli, Novara, Verona, Teramo, Pistoia, Cagliari, Viterbo, Treviso, Ancona, Pesaro, Napoli, Rieti, Bari, Asti, Foggia, Como, Pescara, Aosta, Salerno, Cosenza, Sassari, Avellino, Latina.

La gran parte delle città italiane è caratterizzata da livelli di inquinamento significativi, anche se spesso decrescenti, e da politiche ambientali discontinue, buone o eccellenti in alcuni settori, mediocri se non indegne in altri. Sono le città in mezzo al guado. Medie e piccole città soprattutto del Centro-Nord, ma anche alcune grandi città come Napoli, Firenze, Genova. In questa classe si ritrovano situazioni differenti. Accanto a città medio-piccole senza condizioni ambientali stressate, ma con politiche ambientali modeste, vi sono città grandi o medie che hanno ancora da completare la realizzazione di importanti servizi ambientali (come la depurazione per Firenze) o che non hanno intrapreso con la stessa efficacia la strada innovativa delle città "reattive".

Si segnalano, inoltre, città meridionali, come Napoli, che escono con successo da una situazione di forte degrado e incuria ambientale e territoriale. Reattive. Roma, Modena, Torino, Piacenza, Siena, Rimini, Massa, Reggio Emilia, Brescia, Parma, Trento, Bologna, Verbania, Bergamo. C'è invece chi reagisce ai carichi ambientali legati allo sviluppo economico e ad alti livelli di consumo. Sono le città "reattive". In queste città i carichi ambientali sono elevati ed i livelli di inquinamento, anche se decrescenti, restano significativi.

Ma le città "reattive" tendono a non rimanere ferme e dispiegano politiche, spesso anche di segno "proattivo", per reagire allo stato di degrado e all'alta pressione ambientale. Si tratta di città che hanno raggiunto livelli di eccellenza (come Bergamo), almeno nel contesto italiano, su molti degli indicatori di gestione ambientale. Su quasi nessun indicatore ricadono nel 20% delle città peggiori, e spesso si posizionano tra le città migliori in circa la metà degli indicatori. Sono tutte città del Centro-Nord e, tra queste, anche alcune delle grandi città italiane come Roma o Torino (la cui collocazione in questa classe è ancora precaria) e come Bologna che da anni si colloca ai vertici per le politiche ambientali (anche se con qualche segno di appannamento). Le invivibili.

Con l'eccezione di Pordenone e Alessandria, appartengono tutte al centro-sud le ultime venti della classifica. La ricerca evidenzia infatti un grande divario per quanto riguarda la capacità di gestione ambientale. L'uso del trasporto pubblico al sud, ad esempio, è dimezzato rispetto al nord; anche l'estensione delle isole pedonali nel meridione è pari alla metà di quella dei centri urbani settentrionali, mentre il verde urbano è circa un terzo di quello disponibile nel resto d'Italia. Analoghe indicazioni arrivano dalla raccolta differenziata dei rifiuti e dalla depurazione.

Ragusa, Frosinone, Agrigento, Catania, Caserta, Siracusa, Benevento, Palermo. sono le città con elevati carichi ambientali (valori superiori alla media che ricadono spesso nel 20% di pressione ambientale a maggiore intensità) e con bassi livelli e capacità di gestione ambientale che pregiudicano la realizzazione di interventi innovativi. A fronte di livelli di inquinamento elevati (ad esempio, superamento dei limiti per il biossido di azoto ed il PM10) non risultano implementati o sono molto in ritardo gli interventi di "risposta", sia per la mobilità urbana, che per la gestione dei rifiuti.

Sono in prevalenza città del Sud, soprattutto siciliane (Ragusa, Agrigento, Siracusa, Catania, Palermo) sempre caratterizzate da livelli di reddito procapite ben inferiori alla media nazionale (con la sola eccezione di Frosinone). (as) Le prime 10 ecovirtuose Città/punteggio Cremona 67,7 - Mantova 66,8 - Bergamo 66,5 -Sondrio 66,0 -Pavia 65,1-Belluno 62,6 - Bolzano 62,1- Ferrara 61,5- Arezzo 61,4- Biella 61,2.

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