Pronto il secondo piano di alienazioni dei beni regionali: via alla vendita di poderi e terreni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 ottobre 2002 08:14
Pronto il secondo piano di alienazioni dei beni regionali: via alla vendita di poderi e terreni

FIRENZE- Case coloniche, poderi, rustici, terreni disseminati un po' in tutte le aree rurali della Toscana, dal Casentino alla Garfagnana, dal Mugello alla valle del Merse. Sono i beni, appartenenti al patrimonio agricolo regionale, che la Regione Toscana ha deciso di mettere in vendita, con il secondo piano di alienazione, predisposto dalla giunta regionale e presentato ieri dall'assessore all'agricoltura Tito Barbini. "Un impegno che siamo riusciti a portare fino in fondo forti anche dell'esperienza del primo piano, che ha portato nelle casse regionali oltre 14 milioni di euro, impiegati per la tutela e la valorizzazione delle nostre aree rurali - spiega l'assessore - Uguale la filosofia di questo secondo piano, con cui confermiamo la scelta strategica di vendere beni regionali abbandonati o comunque non più adeguatamente utilizzati, in modo da acquisire risorse importanti per la valorizzazione del restante patrimonio e delle aree rurali nel loro complesso".

I piani di alienazione discendono dalla legge regionale 9/1997 ("Valorizzazione ed alienazione dei beni del patrimonio agricolo-forestale"), che ha introdotto il principio dell'alienabilità dei beni a condizione di non recare pregiudizio al rimanente patrimonio e allo scopo di impedire il degrado di un patrimonio immobiliare che può essere più opportunamente valorizzato da soggetti privati. L'attuazione della legge è affidata al servizio "Foreste e patrimonio agro-forestale" della giunta regionale, che si avvale degli enti competenti alla gestione del patrimonio secondo la legge forestale.
I risultati del primo programma di alienazione.

Approvato dal consiglio regionale il 22 dicembre 1998, il programma si è concluso il 22 dicembre 2000, con la vendita di 254 lotti. Le risorse acquisite sono state impegnate per progetti di miglioramento ambientale e per interventi straordinari sul restante patrimonio.
Di particolare rilievo sono stati i seguenti interventi:
- adeguamento e ristrutturazione dei rifugi Granaiola e Monte Tondo (comunità montana della Garfagnana);
- manutenzione straordinaria del centro didattico Colle Fioba (comunità montana Media Valle del Serchio);
- rifacimento e ricostruzione copertura e loggia cortile del complesso di Badia di Moscheta (comunità montana Mugello);
- recupero del fabbricato di Monte Ginezzo (Comune di Cortona);
- recupero e ristrutturazione a fini turistico-didattici dei fabbricati Monterufolina e della Villa di Monterufoli (comunità montana della Val di Cecina);
- ricostituzione dei boschi distrutti dall'incendio sul Monte Calamita (comunità montana Elba e Capraia);
- ristrutturazione a scopo agrituristico del fabbricato a Porcignano (comunità montana Val di Merse);
- ristrutturazione del fabbricato La Palazzetta (comunità montana Amiata Senese);
- sistemazione ambientale dell'area di Cala Violina (Comune di Scarlino).
Il secondo programma di alienazione
Il nuovo programma di vendite, attualmente all'esame del consiglio, interessa beni regionali situati nel territorio di 19 enti competenti: 13 comunità montane, 5 comuni capofila per la gestione del patrimonio agricolo-forestale ed un consorzio (il Consorzio Territorio e Ambiente di Monticiano).
Come già avvenuto per il primo programma, i beni da alienare sono stati proposti dagli enti competenti, che hanno opportunamente scelto fabbricati o terreni isolati o marginali rispetto alla maggior parte del patrimonio agricolo-forestale regionale: un patrimonio, ricordiamo, che ha una superficie complessiva di oltre 100 mila ettari e in cui sono compresi oltre 900 fabbricati.

Il servizio Foreste e patrimonio agro-forestale della Regione ha poi effettuato un controllo capillare, soprattutto per quanto riguarda l'uso del suolo, ponendo particolare attenzione a che non fossero interessate aree boscate, se non solo in piccola parte e quando di pertinenza di fabbricati. "Le finalità delle vendite sono infatti quelle della valorizzazione del patrimonio, per questo abbiamo escluso tutti quei beni che potrebbero essere convenientemente utilizzati in ambito pubblico - sottolinea Barbini - Tutto quello che è utilizzabile come sede di centri di formazione, centri visita di parchi, rifugi per trekking, aziende o strutture per attività agricole o zootecniche restano alla Regione, che li utilizza tramite gestione diretta degli enti locali, o tramite concessione o affidamento a terzi".


I lotti in vendita
Risultano complessivamente in vendita 264 lotti, di cui 115 di fabbricati, con eventuali pertinenze, e 149 di solo terreno (per una superficie complessiva di oltre 380 ettari). Questi gli enti con il maggior numero di beni in vendita:
- Comunità montana Mugello: 36 lotti (27 fabbricati, 9 di solo terreno)
- Comunità montana Casentino: 65 lotti (23 fabbricati, 42 di solo terreno)
- Comunità montana Valtiberina: 21 lotti (11 fabbricati, 10 di solo terreno)
- Comunità montana Pratomagno: 18 lotti (7 fabbricati, 11 di solo terreno)
- Comunità montana Appennino Pistoiese: 18 lotti (6 fabbricati, 12 di solo terreno)
- Comunità montana Val di Merse: 12 lotti (8 fabbricati, 3 di solo terreno)
- Comunità montana Colline metallifere: 11 lotti (6 fabbricati, 5 di solo terreno)
Tipologie di vendita
La legge prevede che le vendite vengano compiute dagli eti competenti in seguito ad atto di delega da parte della Giunta regionale.
Tre possono essere i tipi di vendita:
1. Vendita a privati (prevista per 247 lotti), a sua volta suddivisa in:
- vendita su prelazione nel caso di beni in concessione anteriormente al 31 dicembre 1995
- vendita mediante bando di gara.
2. Vendita ad ente locale (prevista per 7 lotti): il bene viene acquistato da un ente territoriale al fine di soddisfare esigenze di interesse esclusivamente locale.
3. Vendita su progetto (prevista per 10 lotti): vendita mediante apposito bando dell'ente competente al fine di individuare un progetto che favorisca la valorizzazione in senso economico, turistico e occupazionale dell'area in cui è localizzato il bene.

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