Provincia ed Ente Cassa di Risparmio restaurano la Gipsoteca di Porta Romana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 ottobre 2002 16:01
Provincia ed Ente Cassa di Risparmio restaurano la Gipsoteca di Porta Romana

4 ottobre 2002 – Il vicepresidente dell’Ente Cassa di Risparmio, Avvocato Edoardo Speranza, ed il vicepresidente della Provincia, Piero Certosi, hanno presentato questa mattina alla stampa nella Sala del Consiglio dell’Ente il restauro della Gipsoteca dell’Istituto d’Arte di Porta Romana.
Il restauro, che prende il via in questi giorni, viene realizzato dalla Provincia grazie al finanziamento di 3miliardi e 300 milioni di vecchie lire dell’Ente Cassa di Risparmio.
I lavori alla gipsoteca, progettati dai tecnici della Provincia ed affidati a una associazione temporanea di imprese guidate dalla ditta Sicos s.r.l., fanno parte di un intervento complessivo al nucleo centrale dell’Istituto, comprendente anche il grande atrio dell'Ottagono, che comporta un investimento di 1 milione e 917mila euro.
Ad essere interessati sono gli ambienti più significativi dell’edificio ottocentesco delle ex Scuderie Reali, che grazie alle particolari caratteristiche funzionali assunte all’interno della struttura scolastica (l’Ottagono è l’atrio di ingresso e distribuzione di tutto il complesso, i locali della gipsoteca sono stati destinati con continuità ad ospitare la collezione di calchi in gesso dell’Istituto) ha conservato integralmente le originarie peculiarità architettoniche.

L’intervento si colloca a sua volta all’interno del più ampio processo di recupero e di adeguamento dell’intero immobile, che vede ultimato il restauro dell’ala posta a sud dell’ingresso principale ed in corso d’opera il primo lotto programmato per il completamento del restauro dell’edificio, nel quadro di un investimento complessivo di circa 10 milioni di euro.
Al termine dei lavori, previsto per il 25 marzo 2004, le superfici destinate ad ospitare la collezione di calchi in gesso dell’Istituto saranno estese fino ad accogliere la sala al piano terra del corpo di fabbrica posto a nord del Salone dell’ex Galoppatoio Reale, per ricostituire l’originaria pianta a croce greca della collezione.


“Quando la Provincia di Firenze ci propose di partecipare al progetto di restauro della Gipsoteca- ha dichiarato l’Avvocato Speranza - l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze decise di accogliere l’invito per ciò che questa straordinaria ‘galleria didattica’ rappresenta: la sintesi dei valori formali ed artistici della cultura occidentale dall’antichità classica, al Rinascimento, ai primi del Novecento. Ma questa non era la sola motivazione, soprattutto avendo l’Ente una particolare attenzione per l’Istituto d’Arte di Porta Romana in sé, ritenendo che tale istituzione, per il suo passato, possa diventare una prestigiosa scuola europea, che prepari in Firenze i futuri artisti del continente.

D’altra parte, l’Ente non ha mai mancato di offrire in più occasioni il suo sostegno all’Istituto: penso alla riorganizzazione informatica della Biblioteca, straordinario patrimonio conoscitivo che merita grandissima cura e attenzione; penso anche al contiguo edificio delle Pagliere cui pure l’Ente ha fornito un supporto economico in vista della costituzione del Museo di Arti Applicate che, attingendo principalmente alle collezioni dell’Istituto d’Arte, potrà essere punto di riferimento per una parte non secondaria della tradizione artistica fiorentina del Novecento”.
“Abbiamo ritenuto di chiedere l’intervento finanziario dell’Ente Casa di Risparmio – ha detto il vicepresidente della Provincia Piero Certosi – perché siamo convinti che quello alla gipsoteca sia un intervento di grandissimo rilievo per più aspetti.

La Gipsoteca è un tesoro di interesse mondiale da restituire in pieno al godimento degli studiosi, degli appassionati d’arte, degli studenti e dei turisti. In secondo luogo l’Istituto d’Arte, con il suo bellissimo edificio, è un patrimonio vivo di Firenze e della sua provincia, che ha saputo sfornare generazioni e generazioni di artisti, artigiani e designer. Infine, e siamo felici che anche questo aspetto sia stato positivamente valutato, riteniamo giusto investire sulla formazione dei nostri giovani e che questo possa ben interessare l’Ente Cassa di Risparmio in ragione del suo forte radicamento nel territorio.

Siamo particolarmente grati al Consiglio di Amministrazione dell’Ente non tanto e non solo per il finanziamento in sé quanto per il sostegno che ha voluto dare ad una scuola di qualità”.

L’ISTITUTO D’ARTE DI PORTA ROMANA
Nella seconda metà dell’Ottocento, spostata la capitale a Roma, Firenze non era più al centro del potere politico e accentuò il suo ruolo di città d’arte e di maestranze artistiche, Per rispondere alle esigenze dei cittadini, e dagli stessi sovvenzionata, venne fondata nel 1867 una scuola di disegno applicato con la funzione di preparare artisticamente gli artigiani, la “Scuola d’intagliatori in legno, ebanisti e legnajuoli”.

Ospitata inizialmente nell’ex convento della SS. Annunziata, poi spostata nei chiostri di Santa Croce, la scuola divenne presto un punto di riferimento anche per il ricco materiale artistico conservato (fra il quale gessi e marmi), ricevette importanti commissioni e partecipò a mostre nazionali e internazionali. Nel 1880 cambiò il nome in “Scuola professionale di arti decorative e industriali”.
Nel 1920 la scuola professionale venne trasformata in Istituto di III grado e trasferita nelle ex scuderie reali di Porta Romana, nelle quali fu arricchita di nuovi laboratori, della biblioteca e del museo didattico.

Iniziò un periodo d’oro per l’Istituto, che ebbe fra i suoi insegnanti Libero Andreotti, Guido Bolsano Stella, Enrico Lusini e fu presente alle grandi esposizioni di Venezia, Roma, Monza, Milano.
Dopo la seconda guerra mondiale la svolta didattica: diventati meno importanti gli sbocchi professionali dell’artigianato, crebbe l’attenzione per l’industria. Sono state così inaugurate nuove sezioni (tessile, grafica pubblicitaria, design industriale) che hanno avuto una forte influenza sulle produzioni industriali toscane.

Più recentemente si sono aggiunti anche i corsi di moda e costume e di scenotecnica.

LA GIPSOTECA: NOTIZIE STORICHE
Primo nucleo della gipsoteca fu la raccolta dei calchi destinati agli allievi della scuola professionale, con una funzione non didattica ma di educazione del gusto. Alcuni calchi venivano formati dai professori, altri da professionisti come Angelo Giannini di Siena e soprattutto Oronzio Lelli, che aveva laboratorio a Firenze in Corso dei Tintori e eseguiva anche opere di grande impegno e formato come le Cantorie del Duomo o la Porta Est del Battistero.

Nel 1919 Il figlio di Oronzio, Luigi, decise di vendere la collezione di famiglia, comprendente circa 2000 pezzi, e l’Istituto d’Arte riuscì ad acquistarla.
Il Museo dei gessi venne inaugurato, nei locali che ora vengono restaurati, il 24 giugno 1929. Nucleo essenziale era la collezione Lelli, cui si aggiunsero i gessi realizzati nel 1887 per le celebrazioni donatelliane e via via nuove acquisizioni che hanno arricchito in particolare la sezione di modelli medievali. Attualmente la collezione conta circa 3000 calchi e documenta opere dall’antichità classica al Novecento.

In particolare vi è presente la più importante raccolta di calchi e sculture del Rinascimento toscano esistente al mondo.
Senza soste la produzione di calchi che fa capo alla gipsoteca, per il crescente impiego di copie a sostituire gli originali minacciati dall’inquinamento e per le continue richieste di scuole e privati.

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