Presentata indagine di mercato sul marchio Agriqualità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 luglio 2002 18:35
Presentata indagine di mercato sul marchio Agriqualità

FIRENZE- Ci sono tutte le premesse perché il marchio Agriqualità rappresenti una straordinaria opportunità per i prodotti agroalimentari toscani, ma perché questa opportunità sia pienamente colta sarà necessario sostenere il suo lancio con un'ampia campagna di informazione e promozione. Ed è quanto la Regione Toscana ha già messo in cantiere, predisponendo un programma vasto ed articolato che la impegnerà per i prossimi mesi. Lo ha annunciato questa mattina l'assessore all'agricoltura Tito Barbini, intervenendo alla presentazione di un'indagine di mercato sulle potenzialità del marchio Agriqualità, ovvero della farfalla bianca che già nei prossimi mesi farà il suo debutto, premiando i prodotti e le produzioni più "amiche" dell'ambiente, per il limitato ricorso alla chimica e senza Ogm.

"Questa ricerca ci conferma con forza che, di fronte ad una sensibilità sempre più diffusa per le ragioni dell'ambiente e per i temi della sicurezza ambientale, la farfalla bianca ha tutte le carte in regola per imporsi sul mercato - ha spiegato l'assessore - Ma ci dice anche che per mettere veramente in condizione di scegliere sia gli operatori economici che i consumatori c'è bisogno di maggiore informazione. E' un'esigenza che la Regione Toscana intende soddisfare pienamente, con un programma ampio e articolato, che si snoderà per tutto il triennio 2002-2005 e che intendiamo finanziare con un milione e 805 mila euro, una cifra che peraltro non comprende le risorse stanziate per il regime di aiuti a beneficio dei concessionari del marchio.

Sarà un impegno gravoso dal punto di vista finanziario, ma che abbiamo fatto nostro senza esitazioni, nella consapevolezza del ruolo decisivo che l'agricoltura deve svolgere nei confronti dell'ambiente e della salute. Sono convinto che questo marchio costituisca lo snodo fondamentale dei percorsi che abbiamo avviato in questi anni a favore della tracciabilità, della sicurezza e dell'educazione alimentare, della tipicità e della qualità delle nostre produzioni". L'indagine di mercato - presentata oggi, ha ricordato Barbini, individua anche alcuni punti fermi sui contenuti del programma di informazione.

"Ci dice infatti che quello di cui abbiamo bisogno non sono strategie comunicazionali imperniate su un approccio emotivo, ma un'informazione seria, rigorosa, completa, che sappia effettivamente divulgare le caratteristiche di questi prodotti, spiegando gli effettivi vantaggi che è possibile trarre dal loro consumo. Vantaggi, ma anche responsabilità sociali ed ambientali che sarà possibile onorare semplicemente offrendo questi prodotti o semplicemente decidendo di acquistarli”. Nelle sue conclusioni, la ricerca, affidata all’Arsia, ha evidenziato come il settore ortofrutticolo e quello della carne e suoi derivati siano maggiormente suscettibili di successo nel breve periodo, anche a causa della domande di sicurezza dei consumatori che - dimostra l’indagine condotta attraverso gruppi selezionati e interviste telefoniche a famiglie toscane e operatori economici - sono sempre più sensibili ai temi della sicurezza alimentare e disponibili a queste novità.

Ma che non conoscono ancora fino in fondo i valori e le caratteristiche dell’agricoltura integrata.
“L’impegno tecnico dell’Arsia è stato notevole – ha detto l’amministratore dell’Agenzia, Maria Grazia Mammuccini – per la predisposizione dei disciplinari di produzione, condizione indispensabile per l’applicazione del marchio di ‘agriqualità’”. Attualmente sono stato elaborati dall’Arsia e approvati dalla giunta regionale i disciplinari di produzione di tutte le colture arboree e erbacee (oltre cento prodotti), mentre sono stati redatti i regolamenti per le produzioni cerealicole, di ortofrutta e zootecnia.

Concluso l’iter di approvazione, presumibilmente entro il prossimo settembre, è ipotizzabile la diffusione del marchio già a partire dal novembre 2002 per la farina, la pasta, il pane, i biscotti, e in seguito, per il fresco ortofrutticolo e per il conservato, per la carne bovina, ovina e per il pollame.
Grazie al marchio della farfalla bianca, dunque, l'impresa agricola diventerà sempre più 'impresa ambientale'; l'agricoltore sempre più 'custode del territorio'; il consumatore sempre più 'amico' dell'ambiente e 'partner' delle politiche ambientali.

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