Il Premio Voltolino: un’espressione della cultura scientifica che cresce

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 giugno 2001 15:39
Il Premio Voltolino: un’espressione  della cultura scientifica che cresce

Da circa quattro anni si volge a Pisa il Premio Voltolino: un riconoscimento valido ed importante per coloro che svolgono un difficile mestiere, il giornalista scientifico.
Martedì a Pisa, alla presenza di una giuria d’eccezione i cui relatori sono stati: il Nobel Renato Dulbecco, la dr Paola De Paoli(presidente UGIS), il prof. Silvio Garattini, il dr Luciano Onder il prof. Luigi Dadda e l’imprenditore Massimo Di Martino; sono stati premiati otto validi concorrenti, che hanno dato prova, nel tempo, di grande professionalità, di correttezza espositiva e concettuale nel fornire al grande pubblico la notizia scientifica.

Divulgare la scienza, in una società come la nostra è diventato sempre più difficile in quanto molto spesso vengono lanciate problematiche scientifiche caratterizzate da titoli allarmanti e da un tono troppo sensazionale. Ogni anno c’è una notizia specifica e attorno ad essa gravita una molteplicità d’interessi non solo scientifici ma politici, economici ed etici. Ricordiamo la fusione fredda? Se non erro se ne parlava alcuni anni fa e oggi le ricerche che la riguardano non vengono più menzionate a livello mediatico.

Ultimamente il panorama è stato investito dall’uranio impoverito e dalla mucca pazza. Luciano Onder invece nel suo intervento è andato ancora più indietro nel tempo perché ha ribadito tre episodi ormai messi nel dimenticatoio: la proteina antitumorale UK 101 scoperta nel 1995 dal professor Bartorelli; UROD, la cura rapida contro la droga, scoperta nel 1996; il metodo Di bella che ha occupato le pagine dei giornali e non solo, dal 1997 fino al 1999. Alla proclamazione di certe scoperte, che crea grandi illusioni soprattutto in coloro che sono affetti dalla patologia in questione, seguono speranze disattese perché la salute riguarda tutti.

In molti casi la famigerata informazione scientifica, sembra un paradosso ma disinforma in quanto non adotta la cautela giusta nel diffondere la notizia o meglio non si rende conto della reale portata di certe affermazioni.
La scienza, come ha demarcato il prof. Garattini, tende ad essere rifiutata dalla società perché esiste un divario abissale fra cultura e scienza e inoltre la scienza non viene considerata dapprima come sviluppo di una ricerca di base faticosa ma s’identifica troppo con la tecnologia.

Anche la scuola non riconosce la scienza come bagaglio culturale e non spiega i contenuti di essa, la comunità scientifica spesso è assente ed élitaria e quindi il giornalista scientifico deve fare da mediatore tra scienziato e opinione pubblica. Il prof. Dadda invece oltre a rimarcare gli aspetti positivi e anche negativi di una tecnologia troppo preponderante, ha realizzato una breve cronistoria riguardo al settore dell’informatica e dell’elettronica. La psicosi della tastiera ormai non interessa soltanto i ragazzi ma anche gli stessi docenti e i genitori.

Gli ingegneri non sono più i protagonisti ma si sono uniti agli altri, la scienza è interdisciplinare e si è sviluppata di più grazie all’intervento della tecnologia. Il progetto Genoma è stato facilitato nel suo sequenziamento proprio da computer veloci, da macchine potenti. La stessa ricerca farmacologica sta proseguendo, lo ha affermato con estrema cautela il Nobel Dulbecco che, da addetto ai lavori, ha elencato l’individuazione di alcuni geni che interagendo fra loro danno luogo a diverse anomalie e ha reso noto l’applicabilità, in fase ancora di sperimentazione, di alcune proteine che potrebbero arrestare l’alterazione genica.
La ricerca di base ha puntualizzato lo stesso Dulbecco, è determinante e il giornalista dovrebbe divulgare i tentativi, le fatiche le varie tappe sperimentali che stanno alle spalle e non sempre il risultato finale.

Informare sulla scienza è quindi difficile però in Italia c’è una grande voglia di farlo, l’Unione dei Giornalisti Scientifici Italiani, la cui presidente è la Dr De Paoli, ne è la prova. Grazie a questo suo fervente lavoro di avvicinare la scienza alla gente e di parlare di essa in modo corretto, ha ricevuto una targa di riconoscimento dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
[R. A.]

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