Vendita della Fiorentina, o complotto contro la società?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 aprile 2001 12:46
Vendita della Fiorentina, o complotto contro la società?

Vittorio Cecchi Gori ha dichiarato ieri: "Non ho mai visto né conosciuto né incontrato questo signor Altomonte. Non so chi sia né di quali offerte parli. Lo diffido pertanto formalmente da usare il mio nome e quello della Fiorentina altrimenti passerò immediatamente alle vie legali. Stavolta temo abbiano passato il segno anche i giornalisti fiorentini e molte delle loro testate. Nessuno (tranne la Nazione) ha mai fatto la benché minima verifica presso di noi. Le parole dell’amministratore delegato Sconcerti e di Massimo Sandrelli sono state prese da interviste radiofoniche e televisive.

Ora, se la Fiorentina non è stata mai nemmeno ascoltata e la banca che doveva acquistarla ha duramente smentito, che serietà è questa?
E’ ormai evidente che per evitare di cadere in quest’incredibile infortunio giornalistico sarebbe bastato un minimo di professionalità, il rispetto elementare di quelle che sono non solo regole giornalistiche, ma le pure leggi di questo Paese. Che impongono verifiche prima di parlare delle vita e delle vicende di altri. La Fiorentina ha pertanto deciso di citare per danni tutti i giornali e i giornalisti che con il loro comportamento hanno danneggiato la società di fatto e tentato inoltre di gettarle discredito.

Informeremo poi lo stesso Ordine dei giornalisti. Gradirei, infatti, sapere se in questo comportamento si può ravvisare la violazione dei codici deontologici della categoria e, nel caso, quali misure potrà prendere l’Ordine.
Diffido di conseguenza chiunque a scrivere un’altra sola riga che dia il benché minimo credito alla vicenda. Avevamo comunque capito da tempo che c’era un piano di destabilizzazione nei confronti della Fiorentina. Sapevamo che c’era dietro anche un noto procuratore che da tempo lavora contro la nostra società.

Le dimissioni in blocco di otto tesserati il 27 febbraio scorso non potevano essere casuali. Mi dispiace ci abbiano creduto e siano caduti nelle millanterie anche persone che lavoravano con noi da molti anni. Ma ora è tutto chiaro. E tutto deve finire. Sia perché la squadra e la società hanno il diritto di lavorare in pace. E sia perché anch’io ho diritto di dedicarmi con tranquillità ai miei affari. Forza Fiorentina. Ora andiamo avanti".

Certo, se la notizia della cessione societaria fosse vera, sarebbe stata annunciata nel momento sbagliato.

Alla vigilia di importanti sfide calcistiche (in particolare la finale di Coppa Italia) e con una situazione societaria (mobilità dei giocatori, nuovo allenatore, voci di difficoltà economiche del Gruppo Cecchi Gori) non è certo il caso di agitare ulteriori prospettive di cambiamento.
Tuttavia nel contenuto la notizia non pareva poi così fuori luogo. L'interessamento di un gruppo di imprenditori veneti tra cui Benetton, che da mesi dedica attenzioni finanziarie all'economia fiorentina (l'operazione immobiliare dell'ex cinema Capitol, la gestione commerciale della Stazione ferroviari di Santa Maria Novella) sarebbe plausibile.

La mediazione di una banca d'affari USA anche per un accordo economico rilevante, sia per quanto riguarda l'oggetto (una società sportiva di rilievo internazionale), sia per le necessità finanziarie del Gruppo Cecchi Gori.
Resta il fatto che sarebbe stato meglio parlarne a Giugno
.

Intanto in Consiglio comunale i consiglieri Pieri (Fi) e Toccafondi (ApF) interrogano il Sindaco per sapere se l’Associazione Calcio Fiorentina S.p.a. ha provveduto ai versamenti previsti dalla convenzione per la concessione dello stadio e quali sono le intenzioni future del Comune di Firenze per la gestione dell'Artemio Franchi.

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