L’Orchestra del Titanic al Pinocchio: e il naufragar m’è dolce in questo mare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 gennaio 2001 22:30
L’Orchestra del Titanic al Pinocchio: e il naufragar m’è dolce in questo mare

Grande appuntamento ieri sera a Firenze con la musica jazz internazionale e locale allo stesso tempo. Perché sulla scena del Pinocchio Live Jazz c’era l'Orchestra del Titanic, composta per quattro quinti da toscani: Stefano Bollani al pianoforte, Antonello Salis, unico “forestiero”, alla fisarmonica, Riccardo Onori alla chitarra, Lello Parenti al contrabbasso e Walter Paoli alla batteria.
Stefano Bollani, diplomato presso il conservatorio Cherubini di Firenze col massimo dei voti, lode e menzione, a 26 anni è stato eletto nel 1998 “nuovo talento del jazz italiano” da un referendum della rivista specializzata “Musica Jazz” e ha vinto recentemente il "Django d'Or".

Ha diviso il palco con grandi nomi della scena internazionale quali Gato Barbieri, Lee Konitz, Toninho Horta, Kenny Wheeler, Richard Galliano, ma ha partecipato anche a progetti musicali diversi: dalla collaborazione con ensemble cameristici (i Solisti dell' Orchestra Regionale Toscana) a dischi e tours con importanti nomi del pop.
Antonello Salis suona la fisarmonica come fosse un’armonica. Sono numerosissime le sue collaborazioni con artisti del calibro di Lester Bowie, Billy Cobham, Nana Vasconcelos, Don Cherry, ma collabora anche con il mondo della danza e del teatro.


Lello Pareti, diplomato al conservatorio "Mascagni" di Livorno, ha suonato, tra gli altri, con Chet Baker, David Murray, Kenny Wheeler. Ha lavorato anche in teatro con Giorgio Albertazzi e in due tour europei della compagnia "Pupi e Fresedde".
La musica dell’Orchestra del Titanic è il risultato dell’eclettica esperienza in situazioni musicali diverse dei componenti. Ieri sera il quintetto si è esibito nell’interpretazione di brani musicali originali scritti dal Bollani (tra cui “L'Orchestra del Titanic”, “Prima o poi io e te faremo l'amore”, “Il Barbone di Siviglia”) e classici della tradizione jazz, ma anche una cover di una canzone di Adriano Celentano.

L’atmosfera che si respira è un poco quella dell’elegante jazz anni ’70 (stile Hancock) con inflessioni rithm’n blues (la chitarra di Onori) ed evocazioni latine e folk della fisarmonica di Salis. L’eclettismo si manifesta anche nella loro volontà di coinvolgere il pubblico in un dialogo ironico fatto di intermezzi tra un brano e l’altro, in cui Bollani intrattiene gli spettatori a suon di battute improvvisate con i tempi di uno scaltro showman. E nell’imminenza della pubblicazione del nuovo CD i presenti sono stati invitati a suggerire un titolo per il progetto.

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