Approvato il nuovo Statuto della Provincia di Firenze, ma senza il voto del PRC

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 giugno 2000 16:20
Approvato il nuovo Statuto della Provincia di Firenze, ma senza il voto del PRC

Lo statuto recepisce le indicazioni della recente Legge 3.8.1999 n. 265 concernente "Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali, nonché modifiche alla Legge 8.6.1990 n. 142", ridefinendo gli aspetti essenziali del sistema amministrativo locale, ha in particolare ampliato l’autonomia degli enti locali in ordine alle scelte attinenti l’organizzazione delle proprie funzioni ed il funzionamento degli organi, introducendo così la possibilità di adottare soluzioni differenziate in relazione agli interessi localmente presenti.

Le novità dell'articolato del nuovo Statuto della Provincia di Firenze sono state presentate stamani nella Sala Quattro Stagioni di Palazzo Medici Riccardi dal Presidente del Consiglio Provinciale Eugenio Scalise, dal presidente della prima commissione Fabio Filippini e dai capigruppo dei partiti presenti in consiglio.
"Abbiamo snellito notevolmente lo Statuto - spiega Scalise - che abbiano adeguato alla legge 265, con importanti modifiche sullo status dei consiglieri e un importantissimo riferimento al documento programmatico di inizio legislatura.

Gli articoli del precedente Statuto erano 118, ora sono 63, elaborati in un approfondito lavoro in prima commissione e con il rispetto completo dell'esecutivo nei confronti dell'attività dei consiglieri". Scalise sottolinea che lo Statuto coniuga l'autonomia degli enti locali con il principio dell'unità e indivisibilità della Repubblica.
Ecco alcune delle principali novità dello Statuto della Provincia, ente che "rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi, ne promuove e ne coordina lo sviluppo.

Nell’ambito della propria autonomia, opera per l’affermazione dei valori sanciti dalla Costituzione della Repubblica, una e indivisibile". Viene ribadito il principio di sussidiarietà. La Provincia inoltre "promuove lo sviluppo economico del territorio, anche valorizzando l’iniziativa privata, e si adopera per determinare le condizioni che rendono effettivo il diritto al lavoro", favorisce "il mantenimento dei legami culturali, morali ed economici con i suoi cittadini residenti all’estero.

Promuove l’integrazione ed il dialogo tra le diverse culture ed opera per il pieno inserimento nella comunità provinciale delle popolazioni immigrate residenti sul proprio territorio". Al fine di favorire una maggiore partecipazione alla vita dell’Ente ed una migliore integrazione nella comunità provinciale dei cittadini stranieri residenti nel territorio, è costituita "la Conferenza permanente dell’immigrazione, formata da rappresentanti degli immigrati, dell’associazionismo e delle istituzioni, che possa portare alla istituzione, da parte del Consiglio provinciale, di un Consiglio ad elezione diretta, i cui compiti e modalità di elezione sono previsti in apposito regolamento.

La Conferenza e il Consiglio supportano la Provincia nell’attività di partecipazione al Consiglio territoriale per l’immigrazione".
Il Presidente della Provincia entro sessanta giorni dalla proclamazione presenta al Consiglio il documento programmatico relativo alle azioni ed ai progetti da realizzare nel corso del mandato. Nei successivi sessanta giorni il Consiglio discute, integra ed approva il documento. Il Regolamento del Consiglio prevede le modalità con cui successivamente il Consiglio partecipa agli eventuali adeguamenti e alla verifica periodica dell'attuazione del programma da parte del Presidente della Provincia e dei singoli Assessori.
Rimangono dieci gli assessori componenti la giunta (presidente e vicepresidente compresi).

Su questa specificazione è intervenuto il Presidente della Provincia Gesualdi, sottolineandone l'importanza.
I Consiglieri che non intervengono alle riunioni del Consiglio per tre volte consecutive senza giustificato motivo sono dichiarati decaduti con deliberazione del Consiglio provinciale. Per la partecipazione all’Ufficio di Presidenza e alla Conferenza dei Capigruppo, organi equiparati a tutti gli effetti di legge alle Commissioni consiliari permanenti, al Consigliere competono i permessi ed i gettoni di presenza previsti dalla normativa vigente per le stesse Commissioni.

Gli stessi benefici sono previsti anche per la partecipazione dei membri alla Commissione Pari Opportunità. Il singolo Consigliere può chiedere che i gettoni di presenza di cui al comma precedente siano trasformati in una indennità di funzione. In caso di assenza, esclusa quella giustificata da valutarsi dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio, l'indennità mensile è ridotta in proporzione al numero delle assenze ingiustificate.
Il Regolamento del consiglio prevede inoltre che una o più Commissioni fra quelle istituite, o una da istituire appositamente, esercitino funzioni di controllo sull'attività gestionale della Provincia e sull'andamento delle aziende speciali, delle istituzioni e degli enti o società di capitali cui a qualsiasi titolo la Provincia partecipa.

La Presidenza della Commissione o delle Commissioni che esercitano funzioni di controllo è affidata alle opposizioni. Al proprio interno e con la maggioranza assoluta dei propri membri assegnati espressa con votazione palese, il Consiglio provinciale può istituire Commissioni d'indagine sull'attività dell'amministrazione, composte dai rappresentanti dei vari Gruppi e presiedute dal rappresentante di un Gruppo di minoranza eletto all'interno della Commissione su proposta delle minoranze
Sul fronte delle autonomie, "ai circondari istituiti con legge regionale la Provincia decentra il massimo di competenze e attribuisce le risorse necessarie per farvi fronte".
L'indizione di referendum provinciali consultivi, propositivi, abrogativi può essere richiesta:
a) da 20.000 cittadini iscritti nelle liste elettorali di almeno venti diversi Comuni della Provincia;
b) dal Consiglio provinciale, con maggioranza dei componenti il Consiglio;
c) da cinque Consigli comunali che rappresentino una popolazione di almeno 80.000 abitanti.
La richiesta di referendum può riguardare qualsiasi argomento sul quale il Consiglio o la Giunta provinciale hanno competenza deliberativa ad eccezione dei seguenti:
a) atti di elezione, designazione, nomina, decadenza, revoca;
b) personale della Provincia o di sue aziende speciali o istituzioni;
c) Statuto e Regolamento del Consiglio Provinciale;
d) bilancio, contabilità, tributi e tariffe;
e) materie sulle quali il Consiglio deve deliberare entro termini stabiliti dalla legge;
f) pareri richiesti da disposizioni di legge;
g) oggetti già sottoposti a referendum negli ultimi cinque anni.


Sugli atti di programmazione e pianificazione è ammesso soltanto il referendum consultivo. La richiesta del comitato promotore del referendum deve essere sottoscritta da almeno 100 cittadini residenti in Comuni della Provincia.
Con l'art. 59 viene istituito il Difensore civico provinciale che, nominato dal Consiglio provinciale, assicura la tutela non giurisdizionale dei diritti soggettivi, degli interessi legittimi e degli interessi collettivi e diffusi dei cittadini residenti e degli utenti dei servizi singoli e associati.

Il difensore civico interviene, anche di propria iniziativa, in casi di ritardo, irregolarità ed omissione nell’attività e nei comportamenti degli uffici. Il Difensore civico non è soggetto ad alcuna forma di dipendenza gerarchica o funzionale ed esercita le sue funzioni in piena autonomia, esercita le proprie competenze anche nei confronti di soggetti di qualsivoglia natura giuridica di cui la Provincia si avvale per la gestione dei propri servizi.
Il servizio di difesa civica provinciale può essere assicurato anche mediante convenzione con la Regione Toscana, autorizzata dal Consiglio Provinciale, che preveda l’utilizzo del Difensore civico regionale, assicurando le modalità di espletamento del servizio previste dallo Statuto e dal regolamento del Difensore civico.

La Provincia può mettere a disposizione dei Comuni, Comunità montane ed altri Enti locali interessati il proprio servizio di difesa civica, mediante apposite convenzioni, autorizzate dal Consiglio provinciale, che regolano i rapporti finanziari ed organizzativi.
Il nuovo Statuto della Provincia è stato approvato con i voti favorevoli di tutti i gruppi tranne quello di Rifondazione, i cui rappresentanti si sono astenuti a causa del fatto che sono stati respinti 2 suoi emendamenti, tendenti ad introdurre un "consiglio degli stranieri" ad elezione diretta, destinato con la Conferenza permanente a supportare la Provincia nell'attività di partecipazione al consiglio territoriale per l'immigrazione, cosa che ha indotto il PRC ad astenersi per protesta nel voto finale.
E' stato respinto anche un emendamento del Ccd che puntava invece alla istituzione di un "Consiglio delle famiglie", composto da rappresentanti dell'associazionismo familiare e costituito con libere elezioni.


Il capogruppo di Forza Italia Carlo Bevilacqua ha sottolineato l'importante specificazione relativa al principio di sussidiarietà e l'abolizione del voto ponderato, mentre Fabio Filippini (Forza Italia) ha detto che lo Statuto è rappresentativo della "concreta volontà di lavorare insieme e propedeutico all'aumento di responsabilità che l'autonomia derivante dalle legge 265 stabilisce".
La tematica immigrati recepita dallo Statuto è stata sottolineata dal capogruppo di Rifondazione Eugenio D'Amico e dal consigliere Sandro Targetti.

"Con la proposta di un consiglio degli stranieri - ha detto Piero Parotti di Rifondazione - vogliamo dare una voce a chi non la ha. Su questo punto il testo dello Statuto è debole, rinvia il problema". Ma i due emendamenti proposti sono stati poi bocciati, cosa che ha indotto il PRC ad astenersi per protesta nel voto finale.
Il capogruppo dei Democratici Pasquale De Luca ha messo in evidenza il senso di responsabilità condiviso da tutti i consiglieri. Gianni Panerai (Ds) si è soffermato sulla tematica dell'autonomia: lo Statuto interpreta il federalismo come capacità di autogoverno nell'ambito dell'unità nazionale.
Il capogruppo dei Popolari, Giovanni Vignoli ha parlato di uno Statuto "fatto molto bene".

"Quello che conta - ha detto "è questo risultato". Anche per il capogruppo dei Comunisti italiani, Alessio Pancani, il nuovo Statuto "è buono in tutti i sensi".
"Si poteva fare di più e meglio" ha obiettato invece Alessandro Corsinovi (Ccd), che ha parlato di "trasparenza incompleta" ed ha criticato il raddoppio delle firme necessarie per indire referendum. Corsinovi ha poi illustrato il suo emendamento, tendente ad istituzionalizzare una rappresentanza delle famiglie. Enrico Nistri (An) ha apprezzato il fatto che lo Statuto prevede il mantenimento di contatti con i fiorentini emigrati all'estero, in un momento "in cui siamo al centro di polemiche per i problemi sull'immigrazione".

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