Le copie della Sindone a Siena

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 maggio 2000 13:56
Le copie della Sindone a Siena

Dal 26 maggio al 30 luglio, promossa dall’Istituzione Santa Maria della Scala, dal Comune di Siena e in collaborazione con la Curia Arcivescovile, nei locali del Santa Maria della Scala, si terrà la mostra: La Memoria di Cristo, le copie della Sindone: verità di fede e verità storica, che vedrà esposte quattordici delle più rappresentative copie sindoniche eseguite tra gli inizi del Cinquecento e la fine del secolo scorso, ancora oggi oggetto di devozione, oltre ad alcuni dipinti provenienti dal territorio senese raffiguranti l’immagine della Veronica e della Sindone.
I preziosi manufatti sono conservati in monasteri, abbazie, chiese, oratori e istituti religiosi italiani e stranieri.
Esiste un aspetto legato al culto della sacra Sindone assai poco noto al grande pubblico: l’esistenza, di almeno sessanta copie pittoriche della celebre reliquia, quasi sempre realizzate su lino e in dimensioni vicine a quelle dell’originale.

A Roma, infatti, fin dal Medioevo, i pictores Veronicarum per soddisfare le richieste dei pellegrini, riproducevano il volto di Cristo effigiato nella celebre reliquia conservata nella Basilica Vaticana. A Chambéry prima e a Torino poi, decine di artisti ne seguirono le orme, producendo copie di diseguale qualità, ma tutte, senza eccezioni, preziosissime per la devozione popolare e al culto sindonico in particolare.
La più antica attualmente esistente, che sarà esposta al Santa Maria della Scala, è datata 1516 ed è conservata, in Belgio, nella chiesa di Saint Gommare a Lier.

Di dimensioni ridotte - circa un terzo dell’originale - la copia riveste un’importanza documentaria particolare: l’immagine, secondo alcuni, presenterebbe alcuni segni riconducibili ad un incendio precedente quello del 1532. La copia belga è infatti l’unica riproducente la reliquia prima di quella data.
Alcune di queste copie furono realizzate direttamente a contatto con l’originale reliquia di Torino, tanto che molti hanno tentato di accreditare le copie pittoriche come icone miracolose prodotte da quel contatto.
Oltre a quella conservata in Belgio, saranno tra l’altro esposte quella conservata nella chiesa di Santa Maria Assunta a Inzago, presso Milano, posseduta da san Carlo Borromeo e, recentemente, durante il Giovedì Santo del 1985, venerata in San Pietro da Giovanni Paolo II.
Saranno inoltre presenti la copia tardoseicentesca conservata nella parrocchia romana di San Giuda Taddeo, una delle più interessanti in assoluto, per ben due volte a contatto con la Sacra Sindone, e quella, non meno suggestiva e impressionante custodita nel monastero di Santa Teresa a Savona, datata 1697.

Quest’opera presenta anche numerosi simboli della Passione e una vasta gamma cromatica.
La ricostruzione storica che propone questa mostra è,dunque, la ricostruzione della storia delle tante ostensioni pubbliche e private, delle strade sulle quali la devozione per il sacro telo ha camminato, dei pellegrini che accorrevano a Chambéry e a Torino per ammirare commossi la misteriosa ed evanescente figura di quell’uomo crocifisso. Ma anche dei tanti - forse dei più - che soltanto attraverso quelle copie, sovente rozze ed approssimative, esposte nei giorni della Settimana Santa o per la festa dell’Invenzione della Croce nelle chiese e negli oratori, conoscevano la celebre reliquia.
Le copie della Sacra Sindone, rivestono, nell’ambito degli studi di sindonologia, un’importanza specifica: documentano la percezione che gli uomini ebbero della prestigiosa reliquia con l’immagine di Cristo, prima delle celebri foto realizzate da Secondo Pia nel 1898.
Le copie pittoriche non furono tuttavia gli unici veicoli per la diffusione del culto sindonico.

Copie a stampa su tela e seta, nastri e immaginette, ebbero una diffusione considerevole, ed oggi rappresentano un utile complemento al quadro offerto dalle riproduzioni a grandezza naturale.
Diffusissime e assai particolari erano anche i nastri della “longhezza” di Gesù Cristo, ricavati dalle misure presenti sulla Sindone, e oscillanti tra il 175 e i 178 centimetri. L’uso di realizzare nastri con le misure di Cristo, della Vergine, della circonferenza della colonna della Flagellazione o della statura di Maria Maddalena risale ai secoli del Medioevo.

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