Il Patto territoriale per l'agricoltura e la pesca della provincia di Grosseto ha già una sua storia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 maggio 2000 22:50
Il Patto territoriale per l'agricoltura e la pesca della provincia di Grosseto ha già una sua storia

Il Patto territoriale per l'agricoltura e la pesca della provincia di Grosseto, in attesa di sapere il suo futuro, ha già una storia seppur breve, visto i tempi rapidi che hanno separato la sua attivazione dalla scadenza, fissata il 14 aprile scorso, per inviare le graduatorie dei progetti pubblici e privati all'istruttoria bancaria a cura del Mediocredito Toscano.
L'inizio della sua "avventura" coincide con la delibera della Giunta provincia dell'11 febbraio scorso con cui è stato attivato.

Il 29 febbraio si è tenuto il Tavolo verde convocato dall'Amministrazione provinciale a cui hanno partecipato Comunità Montane, Associazioni ed Enti pubblici. Successivamente si sono svolte altre riunioni con associazioni, cooperative, consorzi, banche e artigiani. Il 14 marzo il Consiglio provinciale ha approvato gli indirizzi, i criteri di priorità del Patto e la costituzione di un Comitato di coordinamento individuando come soggetto responsabile di questo strumento la stessa Amministrazione provinciale.

A questo atto sono seguiti altri incontri con la Comunità Montana Fiora, con il Comune di Massa Marittima e con la Comunità Montana e i Comuni dell'Amiata.
Il 17 marzo il Comitato di coordinamento si è riunito per l'elaborazione dell'Avviso pubblico per la presentazione delle domande contenenti i progetti da inserire nel Patto, che la Giunta provinciale ha approvato lo stesso giorno. Dopo è stato tutto un susseguirsi di altre riunioni con gli imprenditori dei vari comuni fino alla riunione del 29 marzo con gli istituti di credito e i consorzi Fidi per la concertazione della "Lettera degli intenti", che è stata sottoscritta il 30 marzo.

Lo stesso giorno l'Amministrazione provinciale si è incontrata con le Parti Sociali per la concertazione sul Protocollo del Patto, sottoscritto il 7 aprile.
Quattro giorni prima, il 3 aprile, è stato firmato l'accordo con i soggetti pubblici.
L'11 aprile è scaduto il termine per la presentazione dei progetti da inserire nel Patto e nel giro di due giorni i tecnici del Settore Sviluppo Economico e del Settore Sviluppo Rurale hanno elaborato le due graduatorie, quella delle iniziative pubbliche e quella delle iniziative private, da inviare all'istruttoria bancaria del Mediocredito Toscano.
Il 14 aprile, in perfetta sintonia con la scadenza prevista, la Giunta provinciale, prendendo atto del lavoro fino ad allora svolto, ha inoltrato a questo istituto di credito le due graduatorie.
Il presente del Patto territoriale per l'agricoltura e la pesca.

L'elevato numero di domande di investimento presentate per l'approvazione e l'inserimento nel Patto territoriale per l'agricoltura e la pesca, 498 in tutto, provenienti da soggetti pubblici e privati, testimonia una grande vitalità del tessuto imprenditoriale del sistema agro-industriale grossetano. Valutando i progetti nel loro insieme si osserva, inoltre, una stretta integrazione sinergica tra le iniziative dei soggetti pubblici, volte soprattutto al potenziamento delle infrastrutture economiche per il mondo rurale, e quelle dei privati, tese all'ammodernamento e al miglioramento delle strutture aziendali di produzione e di trasformazione.

Gli investimenti proposti, tra l'altro, si inseriscono bene negli assi strategici del progetto "Distretto Rurale", andando nella direzione di una qualificazione delle strutture e delle infrastrutture e di un miglioramento della qualità dei processi e dei prodotti in un'ottica di rafforzamento degli elementi di maggiore pregio del sistema grossetano. Le richieste di investimento interessano in particolare settori di punta del sistema agro - industriale grossetano e segnalano lo sforzo profuso dalle aziende del territorio nell'innalzare la qualità delle produzioni e dei servizi offerti, anche in un'ottica di sviluppo sostenibile attento all'impatto ambientale, nonché nel diversificare l'attività produttiva facendo emergere la multifunzionalità dell'agricoltura e delle sue valenze non solo produttive, ma anche sociali ed ambientali.
Dei 498 progetti presentanti per l'ammissione al Patto, 440 sono stati di soggetti privati per un investimento complessivo di oltre 331 miliardi e una richiesta di contributo di oltre 157 miliardi.

58 sono state, invece, le iniziative progettuali dei soggetti pubblici per un totale di circa 60 miliardi di investimenti e una ichiesta di contributo di quasi 37 miliardi.
Le domande di investimento degli operatori privati riguardano soprattutto attività centrali per lo sviluppo di agricoltura di qualità (settore vitivinicolo, settore olivioleicolo e agriturismo), mentre i progetti dei soggetti pubblici sono diretti a valorizzare e promuovere le produzioni agro - alimentari del territorio, a potenziare e migliorare le infrastrutture del mondo rurale (ponti e acquedotti in particolare) e a contenere i consumi delle risorse ambientali.
Interventi specifici sono stati previsti anche per la realizzazione di investimenti infrastrutturali, strutturali e per la ricerca e la sperimentazione finalizzata al miglioramento delle attività di pesca e di acquacoltura.
In totale le domande inviate dall'Amministrazione provinciale all'istruttoria bancaria del Mediocredito Toscano, che dovrà essere inoltrata al Ministero del Tesoro entro il 15 maggio, sono state 169, di cui 28 di soggetti pubblici e 141 di privati, per un totale di 130 miliardi di investimenti e quasi 60 miliardi di contributo.
Un aspetto molto rilevante delle domande di privati ammesse, nel rispetto dei criteri di priorità individuati nell'Avviso pubblico del Patto, è quello della fortissima presenza femminile e di giovani (sono il 98 per cento di quelle inserite in graduatoria).
Il futuro del Patto territoriale per l'agricoltura e la pesca
Dopo il "responso" del Mediocredito Toscano il futuro del Patto dipende tutto dalla definitiva decisione del Ministero del Tesoro per l'ammissione al contributo.
Ma il valore del Patto territoriale per l'agricoltura e la pesca della provincia di Grosseto va oltre questo risultato.

E' infatti da evidenziare la grande risposta che c'è stata da parte delle aziende pubbliche e private, che oltre ad essere sintomo di una grande vitalità, evidenzia una capacità di investimento di oltre 330 miliardi.
Il Patto è poi, soltanto la prima opportunità finanziaria da poter sfruttare con un contenitore così vasto di progetti. Dal 2000 al 2006 se ne presenteranno altre e altrettanto importanti come Agenda 2000, il Leader III e i fondi Fse.
Avere un contenitore così grande di progetti reali rappresenta molti altri vantaggi.

Intanto con le nuove normative che regolano i fondi comunitari non si ottengono contributi se non ci sono progetti esecutivi, se non vengono dimostrate, cioè, una chiara volontà di investire e la possibilità di realizzazione delle opere.
Poi presentarsi al tavolo regionale per l'assegnazione dei contributi comunitari con un numero così elevato quantitativamente e qualitativamente di progetti significa poterne contrattare una buona 'fetta' rispetto alle altre Province con meno progettualità.
In questo quadro sia per i progetti non ammessi al Patto, sia per quelli che saranno eventualmente esclusi dall'istruttoria bancaria, esistono ancora concrete ed alternative possibilità di finanziamento.

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