VelEni il libro di Fabio Amendolara tra Mattei, De Mauro e Pasolini

L'inchiesta giornalistica segue un filo rosso che lega i delitti Mattei, De Mauro e Pasolini. Dalla mafia al colpo di Stato tra intrighi e lobby di potere intrisi di Petrolio

Antonio
Antonio Lenoci
19 gennaio 2018 23:27
VelEni il libro di Fabio Amendolara tra Mattei, De Mauro e Pasolini

Il libro VelEni del giornalista Fabio Amendolara ha raccolto in Sala Gigli, al Palazzo del Pegaso del Consiglio regionale della Toscana un folto pubblico, interessato a ripercorrere circa 30 anni di storia italiana.La giornalista Filomena D'Amico, che su Nove da Firenze cura la Rubrica "Scomparsi in Toscana" ed il giornalista Duccio Tronci, coautore con Francesco Pini di "Setta di Stato", hanno introdotto la presentazione del volume VelEni edito da Il Castello Edizioni.

 L'inchiesta firmata da Fabio Amendolara ricostruisce una vicenda tutta all'italiana dove un nome, fino ad ora nascosto, emerge dai documenti investigativi degli inquirenti: Emilio Colombo, presidente del Consiglio dal '70 al '72. La prefazione è curata dal giornalista Giangavino Sulas.  

Le ombre che si nascondono in questa storia hanno in mano il potere, quello vero, che determina la vita e la morte. Tra mafia e prima Repubblica, personaggi più o meno nascosti, muovono le pedine sullo scacchiere del petrolio; intellettuali considerati tutti d’un pezzo si lasciano condizionare mentre un testimone viene ignorato, colui che con molta probabilità conosceva una parte della storia che è rimasta segreta e che forse lo sarà per sempre.

 D'Amico introducendo gli interventi torna sul lavoro di Amendolara, capace con le sue ricerche di portare gli inquirenti alla riapertura di casi significativi della cronaca italiana da Elisa Claps al giallo di Anna Esposito, poliziotta di Potenza che si riteneva si fosse suicidata, o la misteriosa morte di Santino Tuzi, brigadiere dei carabinieri trovato senza vita dopo aver svelato particolari inquietanti sull'omicidio di Serena Mollicone.  Tronci rivendica la necessità dell'inchiesta giornalistica, da fare e da leggere per osservare da vicino quegli aspetti verificabili della cronaca che non può fermarsi al mero racconto dell'apparenza o del sentito dire, ma è chiamata a confutare fonti ed elementi d'indagine per offrire ai lettori la possibilità di riflettere.

Amendolara in circa 60 minuti cattura il pubblico spalancando gli occhi dei presenti su un momento storico determinante per le sorti di quella che sarebbe stata la sopravvivenza economica e politica dell'Italia che usciva dagli anni '60 ed andava verso gli anni '80 degli attentati, dei pentiti e delle stragi. La strategia economica e comunicativa di Enrico Mattei, la lungimiranza nelle scelte di mercato e la capacità di creare rapporti trasversali che avrebbero causato attriti e controffensive, e poi l'intuito di De Mauro, il fiuto per la notizia del cronista di razza, fino alla curiosità ed all'acume di Pasolini.

Tre storie, tre protagonisti della storia di un Paese che non è riuscito a dare risposte sulla loro morte accidentale, organizzata, piena di ombre. Una Italia sporca di petrolio che per anni ha coperto le tracce verso la verità.

   Fabio Amendolara, cronista di nera e giudiziaria, ha collaborato con i settimanali Oggi e Panorama, ha lavorato per il Quotidiano della Basilicata, la Gazzetta del Mezzogiorno e Libero. Ora si occupa di inchieste per il quotidiano La Verità, diretto da Maurizio Belpietro. Ha ricevuto il Riconoscimento "Mimmo Beneventano" per le inchieste giornalistiche sulle infiltrazioni della camorra nella pubblica amministrazione, due volte Premio internazionale Livatino oltre alla medaglia del Senato della Repubblica per l'impegno per i diritti di genere.

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