Uffizi: presidio di lavoratrici e lavoratori in appalto Dussmann

Palagi (SPC): "Sostegno alla mobilitazione". Anche Cisl interviene nel dibattito sulle retribuzioni del subappalto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 Luglio 2025 14:03
Uffizi: presidio di lavoratrici e lavoratori in appalto  Dussmann

La mattina di sabato 19 luglio, presso il piazzale degli Uffizi a Firenze, lavoratrici e lavoratori di Dussmann si sono riuniti in presidio insieme a USB Firenze, Mi Riconosci? e Workers in Florence per denunciare le proprie condizioni lavorative.

Dussmann, azienda tedesca, ha in gestione i servizi di pulizia, sicurezza ai metal detector, accoglienza della Biblioteca Nazionale Centrale e di ben 16 musei statali fiorentini, tra i musei e luoghi della cultura più noti e visitati al mondo: Galleria degli Uffizi, Palazzo Pitti e giardino di Boboli, Galleria dell’Accademia, Museo del Bargello, Orsanmichele, Museo dell’Opificio delle Pietre Dure, Museo di San Marco, Cappelle Medicee, Palazzo Davanzati, Casa Martelli, Villa il Ventaglio, Cenacolo di San Salvi, Biblioteca Nazionale, Accademia della Crusca, portineria della Fortezza Medicea.

A dispetto dell’importanza dei luoghi, il trattamento che lavoratori e lavoratrici di Dussmann - interinali e precari - è spesso inadeguato: demansionamenti e inquadramenti errati, straordinari e maggiorazione dei festivi non pagati, ore lavorate mancanti in busta paga, pause pranzo non concesse anche su turni di 10 ore, condizioni di sicurezza e tutela precarie.

Lavoratrici e lavoratori, col sostegno di USB Firenze, Mi Riconosci? e Workers in Florence, hanno manifestato al piazzale degli Uffizi per denunciare pubblicamente, davanti a tutta la cittadinanza e ai turisti qual è la realtà dentro i musei Statali di Firenze: "Una realtà fatta di salari da fame e precarietà. Il caso Dussmann è perfettamente in linea con ciò che caratterizza il comparto cultura italiano, in cui vige il sistema del part-time involontario e l’applicazione del contratto multiservizi, un CCNL nato per i servizi di pulizie e sanificazione e che prevede un trattamento salariale poverissimo, che nessun tipo di lavoratore e lavoratrice dovrebbe subire".

“Queste sono le conseguenze del sistema degli appalti al massimo ribasso” dichiara dichiara Valentina Colagrossi, archeologa e attivista di Mi Riconosci, “una pratica che spinge le grandi cooperative a ridurre drasticamente i costi, con retribuzioni che raggiungono la soglia di povertà, ma che sono del tutto legali in quanto previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro”.

Come sottolineato da Andrea Raspa di Workers in Florence: “È una prassi profondamente deleteria, che pesa sulle spalle di chi lavora e al contempo abbassa la qualità dei servizi erogati!”.

Le attiviste e gli attivisti di Workers in Florence e Mi Riconosci? chiedono la revisione del sistema di appalti, l’applicazione del contratto Federculture e, nel lungo termine, la progressiva reinternalizzazione di servizi e personale.

"Eravamo stamani al fianco di Workers in Florence, Mi riconosci? e USB, per manifestare il nostro sostegno alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti dei sistemi museali statali della nostra Città -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Sono arrivate tante testimonianze che evidenziano le iniquità del contratto multiservizi applicato nell'esternalizzazione di una parte importante delle attività, a cui si sommerebbero comportamenti illeciti, a partire dalla retribuzione dei festivi e dall'organizzazione dei turni di lavoro.

Pubblico e privato stanno dentro una logica di sistema che si basa sullo sfruttamento: invece di sostenere i conflitti e rafforzare percorsi di solidarietà, la politica spesso prova a costruire soluzioni individuali, con alcuni partiti politici pronti a soffiare sulla guerra tra persone in condizioni di povertà.

Chi può essere ricattato socialmente per la precarietà data dal permesso di soggiorno vive una condizione simile a chi da un momento all'altro potrebbe non avere più un tetto sulla testa, a causa dei prezzi delle case in affitto e delle buste paga inadeguate al costo della vita.

In questi anni non è stata promossa cultura, dai governi di centrodestra e centrosinistra, ma mercificazione di ogni pezzo di storia. Non si è promosso lavoro, ma sfruttamento. Non si è promosso il diritto alla conoscenza, ma overtourism sempre più estremo.

Proseguiremo a essere presenti al fianco di chi non rinuncia al conflitto, ringraziando chi era presente con il proprio corpo, chi ha scritto le sue testimonianze e chi ha organizzato il presidio".

“Nella vicenda che riguarda la situazione della Dussmann nei musei fiorentini faremo la nostra parte, portando nelle sedi opportune le richieste dei lavoratori, senza però cedere alla tentazione di attribuire responsabilità a prescindere. Le valutazioni si fanno nel merito, non per posizioni precostituite.” A dirlo sono Cisl e Fisascat-Cisl Firenze-Prato.“Sul tema del subappalto -affermano Cisl e Fisascat- ribadiamo una posizione chiara: non può e non deve essere uno strumento per cambiare contratto, abbassare diritti o creare condizioni di dumping.

Quando viene utilizzato, deve garantire il mantenimento delle condizioni contrattuali e, ove possibile, deve essere evitato del tutto. Non può diventare un modello da estendere, né una scorciatoia per abbattere costi a discapito del lavoro. Valorizzare il lavoro nei musei significa riconoscere competenza, professionalità e dignità. E questo si fa con la buona contrattazione, con accordi chiari, con il rispetto delle regole. Non con la semplificazione, né con la propaganda.”

“Il dibattito di questi giorni sulle retribuzioni dei lavoratori impiegati nei musei fiorentini – aggiungono Cisl e Fisascat - ha riportato l’attenzione su un settore delicato e strategico, ma rischia anche di semplificare in modo fuorviante una realtà complessa. Ridurre tutto a una cifra oraria, senza distinguere contesti, contratti applicati, livelli e mansioni, non aiuta a capire, né tanto-meno a risolvere i problemi.”“Nel settore culturale e in particolare nei servizi di accoglienza, vigilanza e biglietteria, il nodo centrale è quello dell’applicazione coerente e corretta dei contratti di lavoro. In troppi casi abbiamo riscontrato, anche recentemente, situazioni in cui lavoratori che svolgono le stesse mansioni sono inquadrati con contratti diversi, generando disparità e disuguaglianze.”

“La risposta non può venire da scorciatoie né da soluzioni generalizzate, ma da un lavoro serio di contrattazione collettiva. La strada è quella che porta ad applicare, con coerenza e trasparenza, il contratto realmente corrispondente alle attività svolte: il CCNL Commercio Terziario, che rappresenta il riferimento corretto per le figure professionali impegnate in questi servizi.”“Accanto a questo serve un cambio di passo anche nelle relazioni istituzionali: la contrattazione di anticipo nei cambi appalto, unita a protocolli condivisi con le istituzioni, può garantire condizioni più eque, maggiore continuità occupazionale e tutela della qualità del lavoro nei luoghi della cultura. Le clausole sociali, già previste nei protocolli sottoscritti anche con il Comune di Firenze, devono essere rispettate e rese esigibili.”

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