Turismo: è assalto al Green pass

Obbligo della certificazione in tante attività. Ma il vero timore è che la Regione ritorni in zona gialla

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 luglio 2021 14:30
Turismo: è assalto al Green pass

Assalto alle farmacie per il Green pass, lo definisce Marco Cossolo, presidente nazionale di Federfarma, che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus: “I cittadini non ci chiedono solo di stampare il foglio, vogliono anche informazioni, c’è l’esigenza di avere un’interlocuzione con un operatore sanitario. Se qualcuno si fa stampare i pass per tutta la famiglia può creare qualche malumore nei pazienti che vogliono essere seguiti.

Negli ultimi giorni sono stati stampati 2,5 milioni di Green pass in farmacia, si fa fatica a reggere l’urto, faccio appello ai cittadini ad essere disponibili e pazienti. Il 60% dei tamponi rapidi vengono fatti in farmacia, sui vaccini si procede con qualche differenza a livello regionale. Farmacie fondamentali non solo nelle comunità rurali, la descrizione fatta nel Pnrr andrebbe ripresa anche per le città”.

Dal 6 agosto 2021, a seguito dell'entrata in vigore del decreto-legge del 23 luglio 2021 n. 105, l'Opera di Santa Maria del Fiore informa che per chi desidera visitare i monumenti del Duomo di Firenze (Cattedrale, Cupola del Brunelleschi, Campanile di Giotto e Battistero) e il Museo dell'Opera del Duomo sarà obbligatorio esibire il green pass (Certificazione Verde Covid 19). Non sarà, invece, necessario il green pass per accedere in Cattedrale per motivi di culto (celebrazioni e preghiera personale).

“Dal 6 agosto chiunque potrà prendere un autobus, un treno o un aereo, ma senza Green pass non potrà sedere al tavolo dentro al ristorante. È l'ennesimo paradosso che ancora una volta getta addosso alle imprese la croce delle misure di contrasto alla pandemia”. Il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli commenta duramente l'obbligo della certificazione che vale soltanto per l'ingresso in alcune attività.

“Il Green pass così come concepito dal governo è zoppo e penalizza ancora una volta gli imprenditori! Se l'obiettivo è spingere sulla campagna vaccinale, che va incoraggiata e velocizzata, l'obbligo del certificato va esteso per accedere a ogni tipo di servizio, non soltanto per chi va al bar, al ristorante o in palestra. O diventa davvero obbligatorio per tutti, oppure, con questo nuovo Decreto viene introdotta un'altra disparità di trattamento che non possiamo più accettare”.

La proposta del direttore di Confcommercio è quella di “o rendere subito il Green pass obbligatorio per tutti, compresi i mezzi di trasporto, considerato l'elevato rischio di assembramento, oppure posticipare la sua introduzione finché non sarà messo a regime con un'azione coordinata”.

Inaccettabile poi secondo Pieragnoli “far ricadere sui gestori delle attività la responsabilità dei controlli. Gli imprenditori non sono dei pubblici ufficiali, devono pensare a lavorare e non possono certo assumersi responsabilità che spetterebbero alle autorità competenti. Ma davvero pensiamo che con l'attività frenetica che caratterizza le giornate di un bar o di un ristorante titolari e dipendenti possano mettersi a chiedere alle persone di esibire il Green pass? Serve quantomeno un'autocertificazione che sollevi i titolari dei locali da ogni responsabilità. I controlli devono rimanere in capo alle forze dell'ordine”.

“Così come è strutturato il meccanismo del Green pass rischia di essere inefficace e finirà solo col dare un altro colpo, forse quello definitivo, ai settori già messi in ginocchio da mesi di pandemia” conclude il direttore di Confcommercio Pisa.

La politica deve fare le scelte che servono per aumentare del 15% i posti in terapia intensiva, già da questa o dalla prossima settimana. Se la regione finisse in zona gialla, per l’economia sarebbe un disastro”. Lo dichiara Alessandra Signori, referente toscana di Property Managers Italia.

“Questa è un’estate di boom di prenotazioni. Sulla costa ci sono picchi da pre-covid, e forse di più – spiega – Anche nelle città d’arte c’è una forte ripresa. Rispetto al 2019 siamo ancora sotto di un 20%, ma il segnale è più che incoraggiante. Ecco, in questo contesto, bisogna ricordare che, per tasso di saturazione delle terapie intensive, la Toscana è una delle regioni che più rischia di entrare in zona gialla. Se succedesse, ci sarebbe un disastro: il 50% di cancellazioni. Cioè due terzi in meno di turisti nelle città d’arte rispetto al 2019. Si tratterebbe di un colpo capace di mettere ko gran parte delle imprese turistiche e tutto l’indotto della regione”.

“Una regione passa in zona gialla – ricorda Signori – quando la percentuale di pazienti covid in terapia intensiva sale al 10% dei posti. In Toscana i posti sono 460, un numero che non è cambiato molto dalla situazione pre-covid. In questo momento, siamo a 16 ricoveri. Se, nelle prossime settimane, ci fosse un incremento di 30, arriveremmo alla soglia del 10%, e la Toscana diventerebbe gialla. Non è una prospettiva certa, ma non è nemmeno già scongiurata. Per questo chiediamo alla Regione di farsi portavoce di un adeguamento che altri Paesi europei hanno già e che il nostro Paese non è riuscito a prevedere: servono posti in terapia intensiva e personale medico competente”.

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