Tra TAV e Tramvia: incertezza, lo specchio di Firenze

Per poter comprendere la gestione delle Grandi Opere nel capoluogo toscano, si deve conoscere via Zeffirini

Antonio
Antonio Lenoci
11 marzo 2016 13:56
Tra TAV e Tramvia: incertezza, lo specchio di Firenze

Mentre si avvicina il Processo che fa seguito alla sconvolgente inchiesta sulle irregolarità riscontrate dalla Procura relativamente al TAV fiorentino, ci sono cittadini in attesa di notizie. Bussano alle porte delle istituzioni, ma non risponde nessuno.Via Onofrio Zeffirini, strada privata che costeggia il Mugnone, non è il punto "X" segnato sulle mappe della fantasia, ma un fazzoletto di terra di riporto che copre una falda acquifera e sul quale sono stati edificati palazzi di 5 piani.Su un lato c'erano i Macelli comunali, oggi occupati dai cantieri TAV, sull'altro lato c'erano i pini marittimi e poi il Torrente Mugnone, oggi i pini sono stati abbattuti per far passare la Linea 2 della Tramvia da Peretola a SMN.

Tra la TAV e la Tramvia. Cittadini seduti sull'interscambio tra treno e tram, dove il treno che ha impiegato 35 minuti per arrivare da Bologna si ferma e serve il tram per raggiungere Santa Maria Novella. Una fermata che spettava ad Rfi, ma che sarà realizzata dal Comune di Firenze per questione di tempi. La Tramvia infatti deve essere pronta nel 2017, la TAV nel .... (da riempire a piacere).Una congiunzione urbanistica che gli scrittori di fantascienza definirebbero "il punto di incontro delle forze del male".

Sarà un caso, ma in mezzo a tutto questo c'è anche il Tabernacolo della Vergine Maria che le Belle Arti sposteranno per fare posto ad un nuovo cancello.Il condominio era più numeroso, una palazzina è stata abbattuta (previo indennizzo ai proprietari dei 12 appartamenti), per poter costruire la Stazione Foster che ospiterà i treni dell'Alta Velocità lungo il passante fiorentino, e la cui cupola in vetro svetterà di alcuni metri, offuscando il Cupolone del Brunelleschi.Oggi i residenti si sentono chiusi in un microcosmo ovattato, dove l'unica cosa da fare sembra essere, accettare..

tutto.Le Grandi Opere di Firenze stanno prendendo vita, mentre gli anziani non hanno più la forza di resistere e sono sul punto di sciogliere il Comitato che negli anni ha cercato interlocutori, senza trovarne. "Molti si sono rassegnati - confessa qualcuno - aver messo di mezzo gli avvocati ci vede oggi comunque sconfortati davanti a poteri più forti di noi. Qualsiasi perizia sembra non avere valore". "Crepe ed avvallamenti - interviene un altro residente - sono state attribuite alla rottura di un tubo di Publiacqua, ad un certo momento hanno aperto sotto le cantine, e trovando il vuoto lo hanno riempito con il cemento.

Punto. Noi qui, a vivere come nulla fosse". C'è chi è in affitto e si reputa solo "di passaggio" e c'è chi non sa cosa augurarsi: se l'abbandono dei lavori, o la conclusione fuori tempo massimo senza ulteriori conseguenze.Una signora attende ancora, con fiducia, che ì sindaco Matteo Renzi passi a prendere quel caffè promesso.I residenti di via Zeffirini sono oggi lo specchio della cittadinanza fiorentina.

Chi affaccia sui cantieri TAV ha tremato durante lo scavo e la perforazione, mentre sul versante Mugnone nessuno ha sentito nulla facendo spallucce. Oggi, chi non ha visto lo scavo, si accorge però dell'abbattimento dei pini, piange e guarda con sospetto il passaggio della Tramvia dal cortile interno.La TAV che fuIn via Carracci a Bologna nel 2011 c'era chi aveva i pali nel vano scale, ma a Firenze si faceva finta di nulla.

Come dicono gli anziani in fila allo sportello dell'ASL "Te ne accorgi solo quando ti tocca...".All'indomani del rinvio a giudizio a seguito della nota inchiesta sull'Alta Velocità che mette alla sbarra anche la Talpa, nome d'arte Monna Lisa, l'Associazione Idra torna a puntare il dito sugli errori del sistema.Girolamo Dell'Olio afferma "Le strade fin qui praticate nell’approvazione e nell’esecuzione dei progetti di grandi opere (come la TAV sciaguratamente realizzata fra Firenze e Bologna, o quella, almeno altrettanto sciagurata, progettata nel sottosuolo della città di Firenze, patrimonio mondiale dell’umanità) si sono rivelate fallimentari e sono da archiviare".

L'indifferenza verso i cittadini è ad una svolta? "Con il Nuovo Codice degli Appalti - spiega Dell'Olio - diventa finalmente obbligatorio il dibattito pubblico per le grandi opere infrastrutturali aventi impatto rilevante sull’ambiente, sulle città e sull’assetto del territorio, allora la prima cosa saggia da fare subito a Firenze è proprio quella di aprirlo, finalmente, questo dibattito" esclama il patron di Idra.

L'appello: "Il progetto di Stazione Foster, non è stato mai presentato alla città, e men che mai sottoposto alle osservazioni dei cittadini, né a una qualsiasi procedura di valutazione di impatto ambientale. Idra invita coloro che vogliono bene a Firenze, coloro che ne raccontano e ne promuovono quotidianamente i valori estetici, storici, culturali e sociali, gli intellettuali in ogni modo e in qualsiasi ambiente operanti, dai direttori dei musei alle guide turistiche, dagli insegnanti nelle scuole e nell’Università ai custodi dei palazzi e delle chiese, dei cenacoli e dei giardini, dai visitatori occasionali ai responsabili degli istituti culturali e delle università straniere presenti in città, ad elevare alta e chiara la propria voce in difesa di Firenze.

I progetti di potenziamento ferroviario siano messi a disposizione del pubblico e vengano adeguatamente discussi da tutte le componenti della società civile: l’informazione e la trasparenza sono presupposti ineludibili del ‘buon governo’"

"Le norme fin qui imposte alle popolazioni e ai territori hanno prodotto mostri affaristici e collusioni inquietanti come quelle che le inchieste della Direzione distrettuale antimafia e della Procura di Firenze hanno documentatamente ipotizzato. Non sarebbe decoroso sacrificare cinicamente città come Firenze, dove i progetti sono stati approvati, e via via ritoccati, senza alcun serio rapporto democratico con la popolazione, sull’altare di una presunta ‘correttezza’ che risulterebbe fondata in realtà su architetture contrattuali ormai provatamente inaffidabili, inefficaci e dissipative. Quando non palesemente criminogene" conclude il presidente di Idra Firenze.

Attenzione alle immagini: potrebbero urtare la sensibilità, soprattutto di chi non si è accorto di nulla.

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