Patto per lo sviluppo da € 8 miliardi: obiettivo 110 mila nuovi occupati in 5 anni

Il presidente Rossi: "Rilanciare gli investimenti è una priorità". Hanno aderito in 19 tra categorie produttive, sindacati e parti sociali. A settembre due iniziative: una mobilitazione per realizzare le grandi infrastrutture e un'altra per la costa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2019 18:05
Patto per lo sviluppo da € 8 miliardi: obiettivo 110 mila nuovi occupati in 5 anni

FIRENZE – Sono oltre 8 i miliardi di investimenti pronti per essere impiegati in Toscana. Tre di questi derivano dal bilancio regionale, da quello della sanità e dallo stanziamento del Fondo sociale europeo che fa parte a tutti gli effetti del bilancio regionale.

"Il Patto per lo sviluppo che abbiamo firmato oggi e firmeremo insieme a 19 soggetti rappresentativi delle categorie produttive, dei sindacati e delle parti sociali della Toscana – spiega il presidente della Regione, Enrico Rossi – avrà un ruolo decisivo in questo scorcio di legislatura. Non vogliamo arrivare alla fine del nostro mandato in folle, ma con le marce alte ingranate e il motore a pieni giri. Pensiamo che rilanciare gli investimenti sia una priorità e siamo contenti che questo preciso programma di impegni sia condiviso da tanti soggetti. Credo che una simile sintonia di intenti poteva registrarsi soltanto in Toscana".

Le organizzazioni che hanno contribuito all'elaborazione del Patto e che hanno sottoscritto oggi o firmeranno la prossima settimana il documento sono: Unioncamere Toscana, Confesercenti Toscana, Confcommercio Toscana, Cna Toscana, Confartigianato Toscana, Casartigiani Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Conservizi Cispel Toscana, Confapi Toscana Pmi, Confindustria Toscana, Cgil Toscana, Cisl Toscana, Uil Toscana, Legacoop Toscana, Confcooperative Toscana, Associazione Generale Cooperative Italiane Toscana, Coldiretti Toscana, Confagricoltura Toscana e Cia Toscana.

Secondo le stime dell'Irpet il Patto per lo sviluppo contribuirà a creare 110.000 nuovi posti di lavoro in cinque anni, ad una media di 20.000 occupati in più all'anno.

"La crescita dell'occupazione – aggiunge il presidente Rossi – è decisiva per tenere la Toscana al passo con l'Europa, così come realizzare le infrastrutture è fondamentale per tenerla connessa al resto dell'Italia e al mondo. E' per questo che auspico di riuscire a trovare con il Governo un'intesa in grado di accelerare questi investimenti e queste realizzazioni. Non vogliamo polemizzare con nessuno, ma è l'ora di passare dall'enunciazione all'attuazione".

Il presidente ha annunciato per settembre due iniziative: una grande mobilitazione per sollecitare la realizzazione delle infrastrutture che servono alla Toscana e una specifica dedicata alla costa e al suo sviluppo.

"Abbiamo attivato – ha detto infine – alcuni tavoli dedicati alla discussione a all'approfondfimento su queste tematiche, alla sanità, alle disuguaglianze territoriali e sociali, all'immigrazione e alla demografia e all'agricoltura. E la Giunta regionale attraverso i suoi assessori effettuerà un monitoraggio mensile sui sette punti che compongono il Patto per lo sviluppo".

Alla firma erano presesnti anche gli assessori regionali Monica Barni, Cristina Grieco, Stefano Ciuoffo, Marco Remaschi e Vincenzo Ceccarelli.

Scendendo ancora più nel dettaglio, sette proposte per lo sviluppo della Toscana - uno sviluppo ecocompatibile che si coniughi con strategie di crescita urbana che non comporti nuovo consumo di suolo - e una nuova intesa con le parti sociali. Il presidente Rossi lancia la sua ricetta.

Dopo tre anni l'economia italiana si è fermata: riemersa dalla recessione degli ultimi sei mesi del 2018, difficilmente la sua crescita si allontanerà dallo zero. Così stimano gli economisti. Molte sono le incertezze sul 2020 e qualche problema, come effetto traino, si inizia a registrare anche in Toscana, che pure era riuscita in tutto questo tempo a contenere le conseguenze della ‘nuova grande crisi', forte del turismo e delle proprie esportazioni, cresciute dal 2008 del 44 per cento e che valgono oltre l'8 per cento dell'export nazionale.

Facendo una sintesi dei principali indicatori macroeconomici dal 2008 e per i successivi dieci anni, la Toscana è la regione che in Italia ha retto meglio, seconda solo al Trentino Alto Adige (prima di Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Veneto). Ma è pur vero che a distanza di dieci anni la Toscana registra ancora un monte ore sotto i livelli pre-crisi (nonostante l'aumento degli occupati), ha visto di conseguenza ridursi le retribuzioni medie, il reddito disponibile delle famiglie è diminuito di 350 euro al mese, sono aumentate le disuguaglianze e sono cresciute famiglie in difficoltà e poveri (143 mila).

Così il presidente della giunta propone un nuovo patto e un nuovo piano da dispiegare nei prossimi cinque anni.

Otto miliardi e 110 mila posti di lavoro

C'è l'esigenza anzitutto di rilanciare gli investimenti pubblici (e sostenere quelli privati) per dotare la regione di quelle infrastrutture, attese da tempo e decisive per il suo futuro. Oltre otto miliardi di euro, più di 110 mila posti di lavoro (circa 20 mila l'anno), 28 mila destinati a rimanere a regime e una lunga liste di opere: la terza corsia sull'A1 e l'A11 alla Tirrenica e l'alta velocità fiorentina, il completamento della Grosseto-Fano e la bretella per il collegamento del porto di Piombino, il raddoppio della ferrovia Pistoia-Lucca, i raccordi ferroviari tra il porto e l'interporto di Livorno, la Darsena Europa, il rilancio – ancora a Piombino – delle attività logistico-portuali, il raddoppio (ancora a proposito di treni) del tratto Empoli-Granaiolo e la sua elettrificazione, il waterfront di Marina di C arrara, gli interventi sul sistema aeroportuale toscano, gli assi viari di Lucca, la Tosco-Romagnola ed altre strade e poi ancora investimenti in sanità, per la difesa del suolo, sulla sicurezza sul lavoro, sull'edilizia residenziale pubblica.

La regia di alcuni interventi è della Regione, in altri casi è del Governo e Rossi invita le parti sociali a premere affinché quei lavori siano finalmente completati e realizzati.

Giovani e buona occupazione

Senza investimenti non ci potrà essere sviluppo. Ma non basta questo. Va rilanciata l'occupazione e soprattutto la ‘buona occupazione'. Per risolvere i problemi dell'Italia e, a cascata, della Toscana, il presidente propone un patto con le imprese che si impegnino ad assumere giovani per una staffetta generazionale. La Regione è pronta a pagare con proprie risorse i sei mesi di tirocinio e promette incentivi da finanziare attraverso le maggiori risorse avute dal fondo sociale europeo: 50 milioni di euro in tre anni, da impiegare sui contratti di apprendistato ma non solo.

La Regione interverrà anche sulla formazione. Lo farà attraverso i centri per l'impiego, che, migliorando la capacità di intercettare la domanda di lavoro, si attiveranno, rapidamente, anche per la formazione delle figure funzionali alle richieste o carenze esp resse dalle imprese. Nel turismo, pelletteria, meccanica, meccatronica e logistica, tanto per citare alcuni settori, è già un'esigenza sentita e saranno impegnati 10 milioni di euro in tre anni.

Più industria 4.0

Anche le imprese vanno formate, per far crescere anzitutto la loro propensione ad investire in innovazione, in particolare nel digitale e a partire dall'industria 4.0. Lo si farà facendo meglio conoscere le opportunità a disposizione. E' la quarta delle proposte di Rossi. L'obiettivo è raggiungere in tre anni diecimila imprese, con una spesa di 5 milioni del Fondo sociale europeo. Ma l'intervento di potrebbe declinare anche in un nuovo bando per progetti di ricerca e sviluppo, da finanziare con parte dei 47,5 milioni di premialità sul Fondo europeo di sviluppo regionale e l'eventuale rifinanziamento del bando servizi qualificati.

Economia circolare

Nelle sette proposte e cinque filoni in cui si declina il patto per lo sviluppo non manca l'economia circolare. Vuol dire sostenere le imprese per la chiusura delle filiere produttive, in linea peraltro con quanto sarà previsto dalla revisione del piano dei rifiuti: scarti che, opportunamente lavorati, diventano prodotti, più raccolta differenziata e meno rifiuti da destinare alla discarica. Con il distretto della concia è già stato concluso un accordo che prevede 80 milioni di euro di investimenti privati, con il distretto cartario ed anche quello orafo l'intesa è in via di definizione, per tessile, marmo ed estrattivo se ne sta parlando.

Il marchio "Toscana" per le Pmi

La giunta lancia anche anche l'idea di un marchio "Toscana", per aiutare lo sviluppo della regione e la sua presenza sui mercati internazionali a sostegno soprattutto della piccole e medie imprese che lo potranno richiedere dal prossimo ottobre: on line e con una semplice autocertificazione.

Prestiti più facili

Infine c'è il sostegno al credito. Una fase recessiva rischia di ridurre la liquidità delle imprese, soprattutto quelle piccole che poi sono la maggioranza in Toscana. Ci potrebbero infatti essere ritardi nelle riscossioni ed anche una stretta creditizia. Aziende pur strutturalmente valide potrebbero non avere più risorse per investire ed entrare in una congiuntura negativa che ne potrebbe compromettere il futuro, a detrimento di tutto il sistema ed emorragia di posti di lavoro. La Regione propone una nuovo fondo di garanzia e tre linee di intervento: 30 milioni come riassicurazione delle garanzie rilasciate dai Confidi estendendo la copertura dal 60 all'80 per cento per liquidità e al 90 per cento per investimenti, 20 milioni per la garanzie di chi non può accedere al fondo centrale ma ha comunque requisiti di solidità aziendale, 10 milioni infine come contributo alle imprese per l'abbattimento dei costi delle operazioni di garanzia.

Il presidente di Confindustria Toscana, Alessio Marco Ranaldo, esprime soddisfazione per la condivisione raggiunta sull’intesa per lo sviluppo della Toscana.

“Si tratta di un risultato importante che dimostra la volontà comune delle parti sociali e della Regione di mettere in campo misure di supporto alle imprese e ai lavoratori in un momento caratterizzato da molti aspetti di incertezza”.

“Il 2019 - prosegue Ranaldo- si sta dimostrando un anno complicato per le imprese; l’intesa raggiunta si pone proprio l’obiettivo di utilizzare al meglio gli ultimi mesi della legislatura per mettere in campo da subito alcune azioni concrete e immediatamente cantierabili su infrastrutture e investimenti, credito, formazione, ambiente, innovazione e lavoro da cui ci attendiamo un concreto supporto per l’economia del nostro territorio”.

“Ci auguriamo che gli 8 miliardi che saranno investiti in Toscana possano produrre fin da subito gli effetti auspicati per rilanciare l'economia del territorio e l'occupazione. I prossimi 5 anni saranno decisivi per capire che ruolo la nostra regione vorrà ricoprire su scala nazionale e internazionale. A questo proposito siamo convinti che per essere protagonisti non si potrà trascendere da investimenti mirati sul settore agricolo, uno dei motori pulsanti di tutta l'economia regionale.” E' quanto dichiarato da Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana che commenta così il Patto per lo sviluppo firmato oggi dalla Regione Toscana e sottoscritto, fra gli altri, da Confagricoltura Toscana, che prevede investimenti per 8 miliardi di euro.

. “Esprimiamo la nostra soddisfazione per l’obiettivo raggiunto. Le forze produttive toscane avranno un ruolo attivo e decisivo nell’accelerazione che caratterizzerà quest’ultima parte di legislatura regionale”. Il presidente di Legacoop Toscana Roberto Negrini commenta così l’intesa raggiunta sul Patto per lo sviluppo tra la Regione Toscana e le categorie economiche e sindacali.“La cooperazione – conclude Negrini - farà la sua parte per lo sviluppo economico e sociale della comunità toscana”.

Nel patto è stata sancita una fortissima accelerazione sul tema dell’accesso al credito; sono previsti strumenti per un ammontare di 60 milioni di euro che produrranno finanziamenti a costo ridotto e garanzie agevolate per almeno 250 milioni a beneficio delle imprese toscane – commenta Nico Gronchi Presidente Confesercenti Toscanaed inoltre con la firma del Patto per lo sviluppo si delinea un importante passo in avanti per la crescita della nostra Regione e per far tornare le imprese ad investire con un effetto che amplifica l'importante lavoro che già oggi i Confidi toscani svolgono nei confronti delle imprese”.

“Veniamo da anni di flessibilità e destrutturazione del lavoro. La crisi economica ha ridotto investimenti, occupazione, manutenzione del territorio. La Toscana ha retto ma l’impoverimento cresce e l’economia ristagna. Di fronte a questo, qui non vogliamo stare a guardare - commenta la segretaria generale di Cgil Toscana Dalida Angelini -: oggi la firma di questa Intesa è un passo avanti per la Toscana, in cui le parti sociali e istituzionali, insieme, indicano la strada per mettere in campo politiche orientate allo sviluppo attraverso il lavoro di qualità, il rilancio delle infrastrutture materiali e sociali, l’ambiente, la formazione, l’innovazione, la digitalizzazione, l’accoglienza e la gestione dell’immigrazione.

E’ importante poi la valorizzazione del metodo della concertazione: si è passati dalla disintermediazione alla condivisione di scelte strategiche che saranno monitorate mensilmente tramite appositi tavoli tematici, perché questa Intesa va fatta vivere nei territori e nei prossimi mesi, affinché questo modello toscano sia valorizzato e porti risultati concreti”.

“Bisogna sfruttare al meglio quest’ultimo scorcio di legislatura – dice il segretario generale della Cisl Toscana, Riccardo Cerza - per dare una scossa alla Toscana: per questo serve rilanciare gli investimenti pubblici e privati -a partire da quelli non più rinviabili nelle infrastrutture- per agganciare la nostra regione al treno dell’Italia che va. Vanno realizzate le opere già autorizzate e finanziate per dare forza al nostro sistema produttivo e creare 100 mila posti di lavoro durante i lavori e 30 mila stabili.”

“Per mantenere in Toscana distretti produttivi fondamentali (dalla concia alla carta, dal tessile all’orafo) e aziende multinazionali, bisogna consentire alle imprese di chiudere il ciclo produttivo in maniera efficiente e ambientalmente compatibile, dando concretezza all’economia circolare.”

“Con la staffetta generazionale puntiamo a favorire l’occupazione dei giovani, mentre decisivo è l’impegno a migliorare l’efficienza del mercato del lavoro, per superare lo scandaloso mismatch tra disoccupati e aziende che non trovano le professionalità di cui hanno bisogno.”

“Sbloccare infrastrutture e grandi opere, aiutare i giovani attraverso percorsi di formazione che li aiutino a trovare lavoro, creare le condizioni per un’occupazione di qualità. Sono questi i tre pilastri che stanno alla base dell’accordo firmato oggi, che per noi resta importante ma che è solo un primo passo verso l’obiettivo che ci sta a cuore: lo sviluppo della Toscana – spiega il segretario generale della UIL Toscana, Annalisa Nocentini - Da troppo tempo la nostre regione è sostanzialmente bloccata, una paralisi che ha creato diseguaglianza tra i lavoratori e fatto perdere competitività alle imprese.

Dobbiamo recupero il terreno e dobbiamo farlo in fretta: non possiamo permetterci di perdere il treno dello sviluppo. Il Patto per lo Sviluppo è un primo, importante, tassello di un percorso lungo e articolato che deve riportare la Toscana sui binari giusti. Puntare sulle infrastrutture, sulla formazione (e quindi sui giovani) che sia utile a chi cerca lavoro ma anche a chi si vuole specializzare, sulla competitività delle imprese favorendo gli investimenti sono obiettivi che non possiamo lasciarci sfuggire.

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