​Toscana, olio extravergine: su etichetta la provenienza

Approvata all’unanimità una mozione emendata, che chiede etichette chiare che certifichino la provenienza e incentivi per Dop e Igp

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 maggio 2016 17:07
​Toscana, olio extravergine: su etichetta la provenienza

La Giunta regionale dovrà intervenire presso il Governo “affinché questo faccia pressione immediata nelle sedi istituzionali europee opportune, perché vengano prese urgenti misure idonee a tutelare l’olio extravergine toscano a livello di immagine con etichette chiare che certifichino la provenienza”. Lo chiede una mozione, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Toscana, inizialmente presentata dal consigliere Marco Stella e poi emendata da Fiammetta Capirossi, Claudio Borghi, Giovanni Donzelli e lo stesso Stella.

La mozione chiede inoltre, come ha spiegato Capirossi illustrando l’atto in aula, di “promuovere il percorso per il riconoscimento di Dop e Igp” e, riguardo alla proposta di legge che abolirebbe la data di scadenza dell’olio di oliva fissata in 18 mesi, di intervenire “prevedendo per chi prosegue nell’inserimento della scadenza, un fattore che certifichi la qualità del prodotto”.La mozione nasce dalla preoccupazione dovuta al via libero dell’Europa alle importazioni di olio tunisino in occasioni della stipula di accordi di aiuti alla Tunisia. "Quel voto dell'Europarlamento - commenta Stella - danneggia il settore olivicolo italiano e toscano, già fortemente provato dalla riforma della Pac e reduce da alcune cattive stagioni sotto il profilo della produzione e del mercato.

C'erano altri modi per fornire solidarietà alla Tunisia, purtroppo è stata scelta la strada sbagliata. Sono passate scelte strategiche di politica internazionale - osserva Stella - che sacrificano un settore cardine dell'agricoltura e dell'agroalimentare italiano e toscano, in un mercato già in condizioni di disequilibrio. Soltanto in Toscana la produzione media di olio di oliva oscilla tra 180 e 200 mila quintali, per circa 100 mila lavoratori occupati e un giro d'affari di 500 milioni di euro.

Sono dati importanti da un punto di vista occupazionale ed economico, che rischiano di essere colpiti al ribasso da una scelta politica miope"

Paolo Sarti ha commentato che “non bisogna mischiare gli aiuti alla Tunisia, provata dagli attentati, con la difesa del nostro olio: la tutela dell’extravergine e della data di scadenza è una questione di salute”. Claudio Borghi ha sottolineato che “questo tipo di aiuti europei danneggia noi, non la Germania”. “Ogni volta – ha proseguito – che potremmo produrre qui e non lo facciamo, ricorrendo all’export, creiamo disoccupazione. La spesa è comune, il danno italiano”. Anche Irene Galletti, infine, ha sottolineato l’opportunità di non confondere la necessità di auti alla Tunisia con la tutela dei prodotti della Toscana, “che sarà la prima a essere danneggiata”. Galletti ha ricordato come, in concomitanza dell’aumento del 600% dell’export tunisino di olio, “sono aumentati esponenzialmente i casi di frode”. 

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