La metà dei 37 giovani toscani che hanno effettuato un tirocinio di tre mesi in aziende europee hanno già ricevuto offerte di lavoro in quelle stesse realtà. E il bilancio potrebbe anche migliorare. Il progetto, finanziato dalla Regione con risorse del Fondo Sociale Europeo è stato attuato dallo IAL Toscana. Il report finale di questa esperienza è stato illustrato oggi, in un incontro a cui hanno partecipato, oltre ai formatori IAL che hanno seguito il progetto, il Segretario generale aggiunto Cisl Toscana, Ciro Recce e l’Assessore alle attività produttive, credito e lavoro della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini.140 i giovani tra i 18 e i 35 anni che hanno partecipato alla selezione.
37 di loro sono stati scelti per tirocini di tre mesi in aziende di vari settori: dall’alberghiero al legale, dalla meccanica al marketing, dal commercio alle banche, dall’architettura all’ingegneria civile. Gli stage hanno avuto luogo a Dusseldorf e Schwerin in Germania, Budapest in Ungheria e Siviglia in Spagna.
Al termine 18 giovani hanno ricevuto una proposta di assunzione da parte delle aziende in cui avevano svolto il tirocinio. Sei di loro (3 a Budapest e 3 a Schwerin) hanno deciso di accettarla e rimarranno a lavorare all’estero. Altri 12 hanno preferito invece tornare a casa e spendere in Toscana l’esperienza accumulata. E ancora non si è chiuso il progetto a Dusseldorf, per cui il bilancio complessivo potrebbe ancora migliorare.“Questo progetto –dice il Segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce- fa sì che giovane faccia rima con lavoro.
E dimostra che la formazione, se ben fatta, funziona. Si tratta però di collegarla al lavoro e in questo la strada dei tirocini unita a serie misure di accompagnamento è senz’altro quella giusta. La formazione quando erogata da agenzie serie serve ai formati e non ai formatori o alle aziende che cercano, con i tirocini, manodopera gratis. A monte c’è stato un attento lavoro di selezione che ha consentito di inviare ogni giovane in un’impresa adatta ai suoi studi e in linea col percorso professionale intrapreso.
I risultati confermano la bontà del lavoro fatto e indicano la strada da seguire se si vuole superare il baratro che separa scuola e università dal mondo del lavoro.”“Questa esperienza –spiega Alessandra Bianchi, direttrice di Ial Toscana- attraverso un percorso di accompagnamento ha consentito a ciascuno di mettere a fuoco il proprio progetto professionale, di approfondire la padronanza della lingua straniera e mettersi alla prova in un contesto lavorativo specifico e in un ambiente nuovo.
Alcuni hanno già deciso di cogliere l’opportunità occupazionale che si è aperta loro; ma tutti hanno accumulato un bagaglio di esperienza e di autostima che potranno spendere in modo proficuo in Toscana o altrove”Ma tornano oppure non tornano? Il 73,6% degli studenti italiani meritevoli che si specializzano allestero sono pronti a tornare in Italia, ma solo se merito e competitività diventeranno davvero il cardine del nostro sistema istituzionale ed economico.
Lo rivelano le risposte a un questionario predisposto dalla Camera di Commercio di Firenze su un «campione» di élite: 80 studenti italiani che dopo aver effettuato lMBA (Master in Business Administration) negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Francia e Spagna, stanno valutando le migliori opportunità lavorative.
A fare il punto sullattrattività del nostro Paese è stata Nova-MBA, che riunisce gli ex studenti che hanno conseguito master in questa specializzazione, durante la 14esima conferenza mondiale dellassociazione intitolata Renaissance 2.015 (http://www.xivnovaconference.com) e per la prima volta tenutasi in Europa, a Londra dal 7 al 9 novembre 2014 nelle sedi della London Business School, del Royal Institute of British Architects, dellAmbasciata italiana e del Millennium Hotel.
Tra gli speaker presenti, tra gli altri, Alessandro Profumo (Banca MPS), Federico Ghizzoni (Unicredit), Lucrezia Reichlin (LBS), Paolo Scaroni (Rothschild), Francesco Caio (Poste), Andrea Sironi (Bocconi) e Mario Curia (Camera di Commercio di Firenze).Il campione del sondaggio, composto prevalentemente da uomini (80,9%), single (85,1%), con unetà media di 29 anni e proveniente perlopiù dal Nord Italia (73,6%), sottolinea che la specializzazione internazionale è stata fondamentale soprattutto per dare maggiore sostanza al proprio curriculum (43%) e per la mancanza di strutture formative competitive sul territorio nazionale (24%).
La permanenza media allestero è stata di 5 anni, segno che in molti casi luscita dallItalia è avvenuta durante i primi anni del percorso universitario. E anche per questo che il 51% si sente «cittadino del mondo» e, professionalmente, mira soprattutto ad acquisire sicurezza economica (30%). Eppure, il 73,6% è interessato a tornare in Italia, a patto che vengano garantite condizioni meritocratiche (33%), ci siano opportunità di carriera ben definite (28%) e che questo sia accompagnato da incentivi fiscali per il rientro (22%).Camera di Commercio di Firenze, nellambito di un piano volto ad attirare investimenti internazionali, sta collaborando con Nova-MBA per aiutare e sensibilizzare le aziende e le istituzioni fiorentine a praticare azioni attrattive verso profili professionali altamente qualificati, anche grazie al supporto della Camera di Commercio Italiana a Londra presieduta da Leonardo Simonelli.
«La fuga dei cervelli italiani o la non attrattività dellItalia per quelli internazionali è una delle questioni da affrontare per rendere più competitivo il nostro Paese e procedere spediti sulla strada della crescita», ha sottolineato Mario Curia durante la conferenza di Nova-MBA a Londra. «Dalle risposte al questionario - ha aggiunto Curia - abbiamo visto che cè tanta voglia dItalia, ma per contrastare il Brain Drain e attrarre personale così qualificato, sia nel comparto pubblico sia in quello privato, si chiede meritocrazia e competitività.
E una sfida che dobbiamo vincere, a iniziare da Firenze, che in questo periodo è molto attrattiva sul piano del cambiamento istituzionale politico-economico e più di altre città è impegnata in unopera di modernizzazione e internazionalizzazione senza precedenti».