Terremoto: scosse tra Firenze e Bologna, analisi Ingv

Lo sciame è iniziato alle 19:14:14 del 17 febbraio 2015 con un terremoto di magnitudo 2.6

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 febbraio 2015 19:14
Terremoto: scosse tra Firenze e Bologna, analisi Ingv

Su blogingvterremoti l'Ingv fa il punto della situazione in base alle rilevazioni storiche e segnala i maggiori rischi.

Il terremoto di magnitudo ML 3.9 (Mw 3.8) avvenuto alle ore 20:42:53 italiane nell’Appennino tosco-emiliano è stato avvertito in una vasta area dellaToscana e dell’Emilia Romagna, come evidenziato dai quasi 900 questionari compilati su http://www.haisentitoilterremoto.it/ e dalla mappa del risentimento sismico in scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg) con la distribuzione degli effetti del terremoto sul territorio.Alle ore 20:42:53 italiane si è verificato l’evento di magnitudo 3.9 e successivamente si sono verificati circa 30 eventi, tutti di magnitudo minore di 3.0.

E' stata studiata la localizzazione degli eventi sismici vicino Firenzuola e degli eventi sismici avvenuti in gennaio vicino Castiglione de’ Pepoli.

La soluzione del meccanismo focale indica un meccanismo normale con estensione massima perpendicolare all’Appennino e faglie orientate in direzione appenninica, il tutto coerente con l’assetto tettonico noto, con i terremoti avvenuti in passato e con il meccanismo dell’evento del 23 gennaio 2015 (Mw 4.3) avvenuto nell’Appennino tosco-emiliano, circa 20 km a ovest della sequenza iniziata ieri sera.

La sismicità locale è storicamente nota anche se le notizie sono molto scarse, come è ovvio trattandosi di una zona montuosa e poco abitata. Questa parte dell’Appennino tosco-emiliano presenta una sismicità più modesta di quella che caratterizza settori appenninici limitrofi, primo fra tutti il Mugello, che risulta interessato da terremoti anche di forte intensità: 13 giugno 1542 nell’area di Scarperia con intensità epicentrale pari a 9 MCS e magnitudo equivalente Mw 5.9; 29 giugno 1919 nell’area di Vicchio con Io 10 MCS e Mw 6.3, con molte decine di vittime e danni gravissimi.

Sul versante romagnolo dell’Appennino c’e’ il terremoto del 29 ottobre 1725 (magnitudo equivalente Mw 5.4 e intensità epicentrale 8 MCS) e altri tre eventi di magnitudo equivalente attorno a 5.0 avvenuti nel 7 ottobre 1874 (Mw 5.0), 9 novembre 1878 (Mw 5.1),24 aprile 1879 (Mw 5.0).

Più recentemente l’area tra Monghidoro (BO) e Pietramala (FI) è stata interessata dal terremoto del 14 settembre 2003 (Mw 5.3), avvertito fortemente fino a Bologna e sensibilmente in una vasta area a cavallo dell’Appennino tosco-emiliano.

Dal punto di vista della pericolosità sismica, le aree interessate dalla sequenza in corso in queste ore e da quella di gennaio sono tra quelle considerate ad alta pericolosità sismica.

La pericolosità sismica dell'Appennino tosco-emiliano (fonte: http://zonesismiche.mi.ingv.it/) con gli eventi avvenuti oggi fino alle ore 12.00 italiane (sovrapposti alla mappa e indicati in blu).

La pericolosità sismica dell’Appennino tosco-emiliano (fonte: http://zonesismiche.mi.ingv.it/) con gli eventi avvenuti dal 1 gennaio 2015 in poi (in blu, sovrapposti alla mappa ) e quelli avvenuti nelle ultime 24 ore (in rosso).

Tutta la zona dell’Appennino tosco-emiliano, dalla Lunigiana fino al Mugello, infatti, è caratterizzata da una serie di strutture distensive che determinano la formazione dei bacini quaternari in mezzo ad aree montane. Le aree sismogenetiche più importanti di questa porzione dell’Appennino sono quelle dalla Garfagnana a nord-ovest, dove si verificò il terremoto del 1920 (Mw 6.5) e quella del Mugello a sud-est, sede del terremoto del 1919 (Mw 6.3).

Per quanto storicamente le evidenze sismologiche non riportino eventi altrettanto forti in questo settore, dal punto di vista sismotettonico non si può escludere che in questa area possano verificarsi eventi di questa magnitudo. Il modello di pericolosità sismica elaborato per l’Italia prevede infatti una massima magnitudo di 6.5 in tutto l’Appennino settentrionale.

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