TAV a Firenze: il Dossier di Nardella e la risposta di Toninelli su costi e benefici

Il Ministro dei Trasporti: "Un'opera che purtroppo e' partita male e mi pare che stia proseguendo peggio"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 febbraio 2019 14:57
TAV a Firenze: il Dossier di Nardella e la risposta di Toninelli su costi e benefici

Agenzia DIRE: "Domani pubblichiamo l'analisi costi-benefici sul sito del Mit" per la Tav Torino-Lione. "Oggi la consegniamo sia a Di Maio che a Salvini. Finalmente si aprira' un dibattito pubblico talmente importante da partire dai numeri. Almeno non creera' opinioni e giudizi sul nulla, ma su dei dati scientifici" afferma il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, parlando coi giornalisti al termine della sua visita istituzionale a Firenze.

Sul nodo dell'Alta velocita' di Firenze arriva il dossier del sindaco, Dario Nardella. Il primo cittadino lo consegna al ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, alla stazione di Santa Maria Novella poco prima di ripartire per Roma. Toninelli insieme al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e' in visita in citta' per l'inaugurazione della linea 2 della tramvia. Al termine, il ministro spiega: "Ho analizzato bene il dossier.

Penso che l'opera rappresenti purtroppo un grandissimo disastro, perché fra inchieste giudiziarie, progetti fallimentari che sono stati cambiati, imprese in crisi non so come peggio di cosi' si poteva fare. Analizzeremo tutta un'opera di interesse principalmente regionale. Se riusciranno ad andare avanti senza di noi andranno avanti". Il ministro ribadisce la linea del governo: "Stiamo facendo un'analisi costi-benefici anche sul Tav di Firenze che una volta rientrata sara' utile soprattutto alla Regione per capire quanto hanno sbagliato e come possono rimediare a un'opera che purtroppo e' partita male e mi pare che stia proseguendo peggio".Le reazioni"Se sulla Tav ci sono stai errori o sottovalutazioni o criticità questi evidentemente non riguardano la Regione, ma gli enti attuatori il cui controllo è alle dipendenze dello Stato.

Su questa opera siamo fermamente convinti che, da un quarto di secolo a questa parte, la Regione abbia fatto estremamente bene, con progetti concordati con il Comune di Firenze e che dalla Regione sono stati coerentemente difesi" così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. "Far ripartire rapidamente i lavori dell'Alta Velocità – prosegue - è a nostro giudizio estremamente importante, soprattutto per garantire la puntualità dei treni dei pendolari della Toscana e per consentire a Firenze e alla Toscana di non essere più bypassata da troppi treni dell'Alta Velocità.

Insistere sul discorso costi benefici - sottolinea Rossi - è solo un modo per pagare ulteriori costi e perdere credibilità e benefici derivanti dalla sua realizzazione. Di tutto questo ho parlato stamattina con il ministro Toninelli, che auspico finirà per concordare con me".

Paola Galgani, segretaria generale della Cgil Firenze ha commentato "Il sottoattraversamento dell’alta velocità di Firenze va realizzato non per far risparmiare tempo a chi prende i treni veloci ma perché permette di liberare i binari di superficie e aumentare i treni regionali e metropolitani, quelli dei pendolari e di chi lavora: servono treni ogni dieci minuti dal Valdarno, da Sesto, da Empoli, dal Mugello. E’ un’opera che serve al popolo più che all’élite, tanto per citare una formula di moda in questo periodo. Conosciamo bene le difficoltà e i problemi che sono sorti in questi anni, ma fermare uninfrastruttura già iniziata sarebbe un autogol. Per noi la cura del ferro, tramvia e Tav, va sostenuta con forza per Firenze.

Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze ha visto le dichiarazioni del sindaco Dario Nardella che chiede di riprendere i lavori del sottoattraversamento TAV. "I motivi sono quelli sempre raccontati -liberare i binari di superficie per i treni regionali- cui non crede più nessuno, sicuramente nemmeno Nardella che nell’estate del 2016 ebbe a dire chiaramente che questa mastodontica opera era vecchia prima di nascere, costosa, inutile, dannosa. Queste posizioni così violentemente ondivaghe gettano una triste ma chiarificatrice luce sul disastro che si cela nei progetti infrastrutturali della città: cambiamenti di idee così repentine sono il segno che quanto si vorrebbe realizzare non è frutto di alcuna progettazione urbana, né di attenzione alle necessità dei cittadini, ma dell’asservimento a interessi estranei alla città.

Per quanto riguarda i tunnel TAV questi interessi in un primo momento erano sicuramente del sistema delle cooperative vicine al PD, in un secondo momento a Condotte d’Acqua SpA; nel frattempo entrambe le società costruttrici hanno trovato il tempo di fallire, per cui ci sarà solo da capire a chi si deve il favore di riprendere lavori che sarebbe bene solo dimenticare. Il Comitato ricorda al Ministro che non sarà nemmeno necessario fare verifiche di costi benefici per questa opera; basta ricordare che si è speso quasi un miliardo per realizzare il 20% di un’opera che doveva costare 700 milioni.

Proseguire vorrebbe dire spendere in un inutile e dannoso buco 3 (o 4 o 5?) miliardi di euro".

Stefano Boni, segretario generale Fit-Cisl Toscana e Simona Riccio, segretario generale Filca-Cisl Toscana commentano "Ora tocca al servizio ferroviario essere completato con il sistema Tav, con i treni ad alta velocità che devono passare in sotterranea su Firenze e fermare alla nuova stazione Foster, collegata con un tapis roulant con la stazione di Santa Maria Novella, in modo da fare di queste due stazioni il centro della mobilità fiorentina.Dobbiamo liberare i binari di superficie per permettere ai treni pendolari di entrare ed uscire dalla stazione di SMN senza fermarsi al segnale dando un servizio completo ed efficiente al Paese.

Cogliamo l’occasione per chiedere al ministro Toninelli, atteso a Firenze, quando pensa di dare una risposta sulla valutazione “costi-benefici” alla Tav Fiorentina? Quanto tempo ancora dobbiamo aspettare ? Dopo 20 anni, tra continui stop and go, ora al governo spetta l’ultima parola: davvero vogliamo buttare tutto alle ortiche? La Fit e la Filca, sindacati rispettivamente dei trasporti e dell’edilizia della Cisl, chiedono risposte immediate per migliorare il servizio treni pendolari, eliminando le strozzature esistenti e favorendo anche l’alta velocità e la mobilità nazionale e nello stesso tempo rilanciare l’occupazione, dando futuro a circa 300 operai in maniera diretta senza poi considerare l’indotto".L'Associazione di Volontariato Idra presenta una lettera aperta a Nardella, Rossi e Toninelli: "Nessun imbarazzo per il modo in cui è stato deciso/imposto alla città patrimonio mondiale dell’Umanità il sottoattraversamento TAV, senza un solo momento pubblico di confrontofra progetti, priorità, costi e benefici? Nessun imbarazzo per la clamorosa assenza, al momento di approvare tunnel e stazione, di un piano generale dei trasporti nell’area fiorentina? Oggi, abbiamo poi recuperato quel ritardo? Nessun imbarazzo per quella stazione-squalo, cancellata nel ’99 dall’opposizione del Ministero dei Beni culturali, sostituita da una stazione sotterranea Foster a centinaia di metri di distanza, a ridosso del subalveo del torrente Mugnone (esondato l’ultima volta nel 1992), con tutt’altre caratteristiche architettoniche, valenza trasportistica e funzioni urbanistiche, mai presentata alla città, agli organi tecnici indipendenti, alle categorie economiche e alle rappresentanze sociali, affinché potessero esprimere quanto meno osservazioni e suggerimenti? Nessun imbarazzo per aver dovuto, il presidente Rossi, scoprire grazie alle segnalazioni dei cittadini che quella scintillante stazione Foster, preteso ‘segno’ del futuro architettonico della città, non era e non è mai stata neppure esaminata dalla Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente (stessa sorte è toccata ai cantieri per l’adeguamento idraulico del torrente Mugnone…)? Nessun imbarazzo per non averne tratto le conseguenze, nonostante l’evidenza della gravità di quella lacunaNessun imbarazzo dopo che sono stati tenuti fuori dalla porta delle decisioni riguardo al trasporto e al deposito delle terre di scavo proprio i Comuni destinati ad ospitarle, con tutta la tradizione di problemi ambientali che l’esperienza della TAV in Mugello ci consegna? Nessun imbarazzo di fronte alla circostanza che, a decisioni già assunte, il consenso di quei Comuni sia stato acquisito scambiando disagi e rischi con discutibili contropartite economiche? Nessun imbarazzo per i ‘magheggi’ e il raccapricciante mosaico di collusioni politico-affaristiche, col concorso di qualificati segmenti istituzionali e organismi ‘di garanzia’, che la Direzione Distrettuale Antimafia ha evidenziato nell’inchiesta sulla TAV fiorentina (oggi anch’essa alla sbarra in Tribunale), dopo il saccheggio all’ambiente e all’erario perpetrato in Mugello, a Monte Morello e a Sesto Fiorentino? Nessun imbarazzo dopo che il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone ha definito la vicenda TAV a Firenze “paradigmatica del peggio possibile in Italia”Nessun imbarazzo per lo spreco che sta palesemente provocando da 20 anni a questa parte la gestione inconcludente di un progetto non condiviso? Non propone qualche riflessione la sentenza della Corte dei Conti sulla vicenda TAV in Mugello, dove “Ministero e Regione potevano e dovevano sapere prima quello che sarebbe successo e poi ciò che è accaduto davvero”, e amministratori regionali del calibro di Vannino Chiti e Claudio Martini sono stati riconosciuti responsabili di una “condotta gravemente colposa, (…) censurabile superficialità, insolita pervicacia ed in violazione ad elementari norme di diligenza”Nessun imbarazzo per il grado di affidabilità del “contraente generale” (controllore-controllato generosamente beneficiario della direzione dei lavori) a cui è stata affidata la costruzione dell’opera, con imprese capofila come Coopsette e Condotte venute meno, una dopo l’altra, per dissesti finanziari? Nessun imbarazzo per la disinvoltura con cui il sindaco ha smantellato alla radice, da un giorno all’altro, il progetto di stazione Foster rivendicando la centralità di S.

Maria Novella, per poi tornare a difendere il vecchio progetto - ancora oggi, parrebbe - con altrettanta disinvoltura? Nessun imbarazzo per il mancato rinnovo, da un anno, dell’Osservatorio ambientale, l’unico - ancorché risicato - strumento di controllo pubblico degli equilibri della falda, impattata perpendicolarmente dalle paratie e dagli scavi fin qui effettuati per l’ipotetica stazione Foster in zona Macelli-Circondaria? Nessun imbarazzo per un modello di offerta ferroviaria che con l’entrata in esercizio della TAV ha progressivamente emarginato un servizio più economico e forse più sicuro, quello intercity fra città pur prossime come Firenze e Bologna, riducendo il diritto del cittadino alla scelta fra tipologie di trasporto diverse, con buona pace dell’art.

3 della Costituzione? Nessun imbarazzo per il fatto che ci si ostina a impedire una qualsiasi rivisitazione condivisa del progetto di nodo ferroviario, che parta dalla bonifica dell’architettura finanziaria e dal confronto critico fra le tante possibili opzioni (“la project review che si prospetta a Firenze, se la scelta è intelligente, è l’occasione per rimettere in discussione le scelte”, aveva detto Raffaele Cantone a Idra, audita ad agosto 2016, dopo l’improvviso contrordine alla megastazione Foster da parte di Ferrovie e Palazzo Vecchio)? Nessun imbarazzo per avere sistematicamente negato il dialogo, il confronto e la documentazione ai cittadini quando richiedono colloqui, incontri, documenti, trasparenza? Può definirsi “democratico” un atteggiamento del genere? “Abbiamo speso centinaia di milioni di euro e non possiamo lasciare quest'opera incompiuta: ai cittadini e all'Italia arriverebbe un messaggio bruttissimo", dichiara – leggiamo - il sindaco di Firenze Dario Nardella.

Ma non è di messaggi edificanti che Firenze e l’Italia hanno bisogno: serve piuttosto – crediamo - utilità sociale, sostenibilità ambientale, economicità delle opere. Avere speso centinaia di milioni di euro in una voragine mai discussa e condivisa, scavata senza frutto in mezzo alla città, alla prova dei fatti inutile e dannosa, è semmai la cartina di tornasole di una cultura di governo da abbandonare il prima possibile! Leggiamo che davanti al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli rivendicherete, sindaco e presidente della Giunta regionale, la prosecuzione dell’opera-senza-fondo. Dentro il Libro bianco sul Nodo di Firenze, che Idra ha inviato ai ministri competenti nel 2006, pubblicato in rete, c’è già tutto ciò che basta a smentire e a smontare qualsiasi retorica fiorita intorno all’increscioso progetto TAV approvato nel 1999, con coda-stazione nel 2003, per anni e lustri in mezzo al guado, Non guasterebbe se anche voi, amministratori della città e della Regione, trovaste la pazienza di leggerlo. Confidiamo che il ministro, da parte sua, l’abbia già fatto".

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