42 anni fa la morte di Artemio Franchi

Quel 12 agosto 1983 l’Italia perse un grandissimo dirigente

Stefano
Stefano Bisi
12 Agosto 2025 19:33
42 anni fa la morte di Artemio Franchi

Era la sera del 12 agosto del 1983, un anno dopo i mondiali di Spagna vinti dall’Italia davanti al “partigiano come presidente”, e nella via Lauretana tra Siena ed Asciano perde la vita Artemio Franchi, il più grande dirigente del calcio internazionale. La sua auto si scontra con un camion e l’impatto è terribile. Muore sul colpo. Il Dottore stava andando a Vescona, a incontrare Silvano Vigni detto Bastiano, a quel tempo uno dei fantini più apprezzati del Palio, e Franchi era il capitano della Torre. Durante il suo mandato non riuscì a conquistare la vittoria per la contrada di Salicotto, ma Siena volle dimostrargli subito il suo affetto intitolandogli lo stadio prima ancora di Firenze ma dopo Castelnuovo Berardenga, borgo del Chianti, che a tempo di record gli dedicò il campo di calcio.

Franchi è stato un grandissimo. A lui si deve la rinascita del calcio nazionale dopo la clamorosa eliminazione ai mondiali inglesi del 1966 ad opera della sconosciuta Corea del Nord. Nel 1967 viene eletto presidente della Figc, incarico che ricoprirà per dieci anni portando la nazionale al titolo europeo nel ‘68 e alla finale mondiale in Messico nel 1970. Fu lui a scegliere Ferruccio Valcareggi per la panchina della nazionale, una decisione coraggiosa, ma i risultati dimostrarono che la scelta era stata azzeccata.

Il 15 marzo 1973 viene eletto presidente dell'Uefa e sarebbe stato chiamato a guidare la Fifa se il 12 agosto del 1983 sulla via Lauretana non avesse “incontrato” la morte. Grazie al suo valore e a doti diplomatiche non comuni riuscì a farsi amare da Firenze e Siena, città da sempre rivali.

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