Siena colpita dalla cattiva economia, cerca di rinascere attraverso una cultura che crea posti di lavoro

Il Direttore Sacco: “La Candidata a Capitale Europea della Cultura 2019 può fare della città un polo di livello mondiale specializzato sui contenuti digitali legati al patrimonio”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 agosto 2014 00:05
Siena colpita dalla cattiva economia, cerca di rinascere attraverso una cultura che crea posti di lavoro

di Pier Luigi Sacco, direttore di Candidatura di Siena 2019

Siena sta vivendo una situazione particolare: una città e un territorio che hanno quattro siti Unesco, quindi una delle più alte densità mondiali di siti di patrimonio, e che sono pertanto universalmente riconosciuti per questi aspetti, ma che parallelamente per lungo tempo hanno vissuto su un modello di sviluppo a base culturale in cui la banca ha fatto la parte del leone: una formula basata di fatto su risorse semi pubbliche. Il progetto di candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019 si prefigge alcuni obiettivi determinanti per il futuro di Siena.

“La grande crisi economica – afferma Pier Luigi Sacco, direttore di Candidatura di Siena 2019 – trasforma Siena in laboratorio di cambiamento straordinario soprattutto per l'Italia. Perché in un Paese dove fare innovazione radicale è molto difficile, Siena vuole invece approfittare proprio della crisi per proporsi come un vero laboratorio di innovazione radicale a base culturale: la formula di cui tutti parlano ma che nessuno sa davvero tradurre in concreto. La città ha una lunga storia da questo punto di vista.

E' stata la prima città italiana ad essere interamente cablata nel primo ciclo della diffusione di internet, e ora intende cogliere le nuove, importanti occasioni create dagli smart devices di ultima generazione e dalle future tecnologie indossabili nel definire le nuove frontiere del patrimonio digitale, per diventare la prima città in Europa e forse nel mondo dove il patrimonio interagisce appunto con le nuove tecnologie digitali in modi nuovi, lavorando sullo storytelling, sulla gamificazione e al tempo stesso valorizzando l'enorme patrimonio tangibile e intangibile costruendo nuove, stimolanti forme di dialogo tra tecnologia e cultura.

Siena deve ricostruire la sua economia e quello che noi ci ripromettiamo di fare è di creare qui uno dei poli specializzati a livello mondiale sui contenuti digitali legati al patrimonio”.

Approfondimenti

Alcuni dei partner coinvolti nel progetto sono significativi per illustrarne il livello di credibilità ed ambizione. Vanno da Ars Elettronica di Linz a Technocité di Mons, dall'Harvard metaLAB all'Asian Institute of Gaming and Animation di Bangalore e al Middle East College di Muscat, passando per un rapporto molto forte con Europeana. “Stiamo parlando – continua Sacco – di alcuni dei principali operatori europei e internazionali che credono nella possibilità di sviluppare un polo di eccellenza qui a Siena.

Ciò è significativo non solo per la città e il suo territorio ma per l'Italia, dove tutt'ora il dibattito sullo sviluppo legato all'industria culturale è agli inizi, e dove manca una strategia nazionale in questo senso proprio mentre si va in cerca di nuove idee per rilanciare la crescita: un esempio clamoroso di un vantaggio competitivo non sfruttato. E il tema è decisivo anche per l'Europa, dove molte città di patrimonio ancora oggi si trovano ad affrontare sfide importanti per impedire che la città si trasformi in un parco tematico del turismo di vecchia generazione, senza però avere una chiara alternativa in termini di modelli di sviluppo”.

A partire da questo impulso ad un rilancio dell'economia attraverso la cultura, il programma di Siena 2019 esplora una serie di temi in cui il patrimonio diventa un canale di innovazione sociale: il rapporto tra cultura e salute, dove Siena si propone di diventare il primo polo europeo, a partire dalla realtà storica del santa Maria della Scala, il primo ospedale in Europa concepito già dal Medio Evo come un luogo di esperienza culturale, e da alcuni interessanti ma preliminari esperimenti condotti in tal senso in precedenti capitali europee della cultura come la finlandese Turku.

L’obiettivo è quello di creare il primo vero sistema di welfare culturale d’Europa. “Questo è un tema con cui ci proporremo alla programmazione europea di Horizon 2020 – fa sapere Sacco – con alleanze internazionali di alto livello. Se questo approccio troverà le dovute attenzioni l'Europa potrà iniziare a capire quanto, soprattutto per i cittadini nella terza e quarta età, la partecipazione culturale attiva possa modificare significativamente in positivo i tassi e i tempi di ospedalizzazione, e quindi i costi del welfare in un continente che invecchia.

Una simile prospettiva potrebbe dare al finanziamento culturale una nuova, ulteriore motivazione, contribuendo alla sostenibilità macroeconomica di uno dei settori più critici della nostra economia quale appunto è il welfare”.

Da non sottovalutare poi le ricadute del progetto di Siena 2019 nel ripensare le logiche dell'esperienza turistica, considerando i turisti come residenti temporanei, che attraverso le piattaforme digitali innovative sopra citate potranno essere coinvolti persino nella soluzione dei problemi della città, diventando utenti attivi, responsabilizzati e più propensi a tempi lunghi di permanenza piuttosto che a puntate mordi e fuggi. Grande attenzione anche per i temi dell'accessibilità e del multiculturalismo, per trasformare tutte le forme di marginalità effettiva o potenziale in protagonisti di processi innovativi di inclusione.

Per affrontare il tema dell’accessibilità degli spazi fisici delle città storiche, Siena farà lavorare insieme le migliori scuole di design europee per sviluppare nuove soluzioni semplici, poco costose e trasferibili in ogni realtà europea con simili caratteristiche. Sul fronte del multiculturalismo, Siena ha coinvolto alcune delle realtà europee più attive sui temi del dialogo interculturale, per affrontare le tematiche della violenza e della discriminazione etnica e religiosa, e ancora una volta rovesciarne la logica e ragionando sulla cultura come concreto antidoto alla xenofobia e alla discriminazione, a partire dal grande progetto su Santa Caterina da Siena come antesignana delle donne attiviste che lavorano per la pace attraverso la cultura, in vista del ventennale della sua proclamazione come co-patrona d’Europa che cadrà proprio nel 2019.

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