(Potrete trovare la prima puntata sempre nelle pagine del nostro quotidiano on line)
La raccolta fondi era già in atto. Si sono mobilitati tanti volontari ma c’è stata la partecipazione del territorio sia nelle sue istituzioni civili che nel mondo delle imprese. La farmacia del Comune di San Miniato ha donato Farmaci per circa 4.000 €, c’è chi ha dato la disponibilità a pagare i costi vivi della missione (noleggio di automezzi, carburante, autostrada), chi ha donato materiale e chi soldi. Anche Firenze ha contribuito: l’associazione medici volontari della SS Annunziata ha donato medicine per le patologie croniche (diabete, ipertensione, cardiopatie) ed una macchinetta per il controllo del diabete; le amiche del Fiorenza hanno potuto finalmente far consegnare il materiale didattico ed i giochi acquistati per i bambini.
Alla fine è stato raccolto o acquistato materia per un valore commerciale che si aggira intorno ai 24.000 €. Tanto da superare per volume quello consentito dal carico dei veicoli e che per fortuna ha raggiunto la spedizione successivamente grazie ad un corriere pagato da un gruppo di imprenditori.
Per quanto riguarda la raccolta fondi una menzione speciale va assegnata agli organizzatori del Rock & Peace, l’evento organizzato allo stadio Brunner di Forcoli (PI) l’11 giugno 2022. Evento che ha avuto tra i promotori Giovanni Giannoni e Nicola Monti che saranno tra i partecipanti alla spedizione. Un evento sostenuto dall’amministrazione comunale e dalle associazioni di volontari del territorio e per il quale si sono spesi testimonial come Giorgio Panariello, Marco Masini, Paolo Bettini, Alberto Bettiol e Dario Dainelli.
Sul parco Massimo Marini ha presentato alcune tra le più importanti cover band che con la loro musica hanno richiamato migliaia di spettatori, tantissimi i giovani, molte famiglie che con il loro contributo hanno permesso di raccogliere fondi pari a un terzo dell’intera cifra raccolta. Soldi spesi interamente per l’acquisto degli aiuti umanitari. Presente all’evento anche la giornalista Romina Gobbo, giornalista cattolica che collabora con Famiglia Cristiana ed Avvenire. Tra il pubblico alcune donne ucraine accompagnate dalle loro figlie vestite delle tradizionali camicette bianche ricamate che indossavano sui capelli d’oro corone di fiori ed i lustrini di colore giallo ed azzurro.
Ospitate in alcune case di accoglienza curate dal movimento Shalom hanno voluto essere presenti all’esibizione. Sul palco del Rock & Peace assieme a Don Andrea Cristiani abbiamo presentato per la prima volta il programma del viaggio umanitario in Polonia ed Ucraina.
Approfondimenti
Tra le attività preparatorie alla spedizione anche il dibattito organizzato da Don Andrea dal titolo “Contro la guerra. Commenti riflessioni e sollecitazioni intorno al libro di Papa Francesco Contro la guerra, il coraggio di costruire la pace” che si è tenuto la sera del 13 giugno alla Casa Culturale di San Miniato Basso e che mi ha visto tra i relatori insieme al senatore Vannino Chiti ed al filosofo Alfonso Maurizio Iacono. Romina Gobbo doveva fungere da moderatrice ma la positività al Covid ne ha impedito la presenza. Una serata interessante, molto partecipata con un dibattito accesso sul tema della guerra, anche sull’onda emotiva degli avvenimenti in Ucraina, in cui mi stata posta una domanda, poi ripetutami da un giornalista il giorno della conferenza stampa di presentazione del viaggio, ma non solo.
La compatibilità tra la mia professione di militare, seppure oggi non più in servizio attivo, e la partecipazione ad una missione umanitaria. Una domanda che in realtà avevo già previsto. Moti tra i convenuti si fermavano alla lettura del grado perché non avevano conoscenza del mio passato. Ho spiegato che da ragazzo ero stato scout ed avevo frequentato l’azione cattolica ed ho ricordato di aver vissuto in una Palermo assediata avendo quale modello spirituale di riferimento padre Pino Puglisi, sacerdote poi ucciso da Cosa Nostra.
Una educazione cristiana i cui valori trovano riscontro nella Costituzione repubblicana nata dalla resistenza alla quale i militari prestano giuramento. Valori che, in un’epoca in cui si prestava il servizio di leva, potevano essere trasmessi ai giovani alle armi. Nel corso degli incontri preparatori si è consolidata la lista dei componenti della missione umanitari. In tutto dodici partecipanti: io, quale coordinatore della spedizione, Monsignor Andrea Migliavacca, Vescovo di San Miniato, Don Andrea Cristian; fondatore di Shalom, l’avvocato Vieri Martini.
Presidente di Shalom, Don Donato Donato Agostinelli, parroco di Santa Croce in Arno, il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli, i volontari di Shalom Carlo Coppola, Giovanni Giannoni, Nicola Monti, Antonio Morelli e Stefano Soldani. Romina Gobbo, giornalista, unica donna, veneta, si unirà al gruppo durante il viaggio, nei pressi di Padova. Tre i mezzi disponibili, un minibus per il trasporto personale e tre furgoni per il materiale, non sufficienti al trasporto del materiale acquistato o ricevuto.
Ma come scritto, per fortuna, grazie alla disponibilità di alcuni imprenditori della zona, il materiale eccedente al carico dei tre furgoni ha raggiunto il Centro Raccolta della Caritas Placca soltanto un paio di giorni dopo il nostro arrivo.Partenza da San Miniato Basso programmata per le ore 04.00 dellì11 luglio 2022. Per me è iniziata qualche ora prima.
Il giorno precedente avevo raggiunto Fucecchio per incontrare Michele Fiaschi, Consigliere con delega alla Memoria del Comune di San Miniato e Consigliere dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra che mi ha consegnato le T shirt della campagna promossa proprio dall’’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra “Stop alle bombe sui civili” da indossare al momento opportuno in Ucraina. A Fucecchio ho apprezzato la gentilezza di Don Andrea Cristiani e dei suoi familiari, che mi hanno ospitato per la cena, e delle suore del convento che mi hanno messo a disposizione una stanza così da riposare qualche ora prima della partenza. Gentilissime, le sorelle, per aiutarmi ad affrontare il viaggio mattutino mi hanno lasciato dei viveri di conforto: un termos con dell’ottimo caffè e dei biscottini fatti da loro.
(Nella foto un articolo del quotidiano "La Nazione" che racconta l'organizzazione del viaggio)