Semifonte: georadar e droni scovano tracce della città rasa al suolo nel 1202

Le moderne tecnologie stanno rilevando 'anomalie' sotto l'area in cui sorgevano mura, case e palazzi distrutti e "sradicati" dai fiorentini. Le ultime novità in una doppia mostra in corso a Certaldo e nella Cappella di S. Michele Arcangelo, che riproduce la Cupola del Brunelleschi ed è l'unica costruzione autorizzata da Firenze in quel territorio

Antonio
Antonio Patruno
02 ottobre 2019 00:36
Semifonte: georadar e droni scovano tracce della città rasa al suolo nel 1202

Fiorenza fatti in là, che Semifon si fa città. Questo, si dice, abbiano urlato sotto le mura gigliate verso la fine del XII secolo alcuni coraggiosi e spavaldi cavalieri di Semifonte, giovane città fortificata nelle campagne dell'attuale Barberino Val d'Elsa. 

Uno dei tanti episodi di sfida, coraggiosa sfida a viso aperto da parte dei semifontesi verso una città in piena espansione. Per farla breve, dopo alcuni anni di scontri, assedi, trattative andate a vuoto, nel 1202 ci fu una svolta apocalittica per Semifonte: i fiorentini erano talmente arrabbiati che non solo conquistarono la città (pare dopo il tradimento di qualche semifontese importante) ma arrivarono a distruggerla fin dalle fondamenta, a partire dalle mura. Casa per casa, palazzo per palazzo, pozzo per pozzo, in modo che di Semifonte non restasse alcunché. Tabula rasa.

Non solo: i fiorentini decisero che nel terreno che ospitò Semifonte non potesse esserci costruito più niente, neanche una stalla. Niente. Solo nel 1597, quasi quattro secoli dopo la distruzione di Semifonte, vi fu costruito un edificio religioso ma non da un privato cittadino o da un Ordine di frati o monaci: fu costruita la Cappella di San Michele Arcangelo per iniziativa del canonico Giovan Battista di Neri Capponi, proprietario della vicina Villa di Petrognano e Canonico del Duomo di Firenze. Ma fu necessario il nulla osta del Granduca di Toscana Ferdinando I dei Medici in persona, tanto la questione era delicata. Quella Cappella aveva, ed ha tuttora, una caratteristica ben precisa cioè la riduzione in scala di 1 a 8 della Cupola del Brunelleschi.

Adesso, come sottolinea una nota congiunta dei Comuni di Barberino-Tavarnelle e di Certaldo, dopo secoli e secoli, si sta scrivendo un nuovo capitolo della storia di Semifonte. Qualche traccia sotto il terreno sembra esserci ancora ed è stata rilevata attraverso le più moderne tecnologie: georadar e droni rilevano infatti ‘anomalie’ sotto l’area di Semifonte. Sono questi i primi risultati delle ricerche storiche e archeologiche in mostra a Certaldo e Barberino Val d’Elsa. Un complesso percorso di ricerche ha indagato il sito di Semifonte attraverso gli strumenti e le metodologie dell'archeologia leggera, non invasiva. Si chiama archeomatica e si avvale dell'uso combinato di strumentazioni innovative come il georadar, la magnetometria, la resistività elettrica e i droni che scattano immagini multispettrali e fototermiche.

La mostra Paesaggi in trasformazione tra Medioevo e l’età di Leonardo. Dalla ricerca alla comunicazione: Semifonte e Sandormiez” si è inaugurata pochi giorni fa in due sedi di particolare significato per il rapporto di collaborazione e condivisione del progetto di respiro internazionale che i Comuni di Barberino Tavarnelle, Certaldo e le Università italiane e polacche portano avanti da alcuni anni. Sono Palazzo Pretorio, nel centro storico di Certaldo, e la Cappella di San Michele Arcangelo a Semifonte, nel territorio di Barberino Tavarnelle. In entrambe le sedi la mostra rimarrà visitabile fino al 7 gennaio 2020. Le immagini rilevano alcune anomalie nell’area circostante Semifonte che fanno supporre la presenza di agglomerati probabilmente legati ad abitazioni e fattorie medievali.

Protagonista è il paesaggio di Semifonte, nei molteplici elementi naturali e antropici che lo compongono, quale risultato di mutamenti e sconvolgimenti. Curata da Andrea Vanni Desideri, Silvia Leporatti e Margherita Azzari, la mostra fa il punto sugli studi e le ricerche storiche e archeologiche, al momento in corso, lungo il filo rosso dei parallelismi esistenti tra Semifonte e la città gemella Sandormiez, in Polonia, distrutta intorno alla metà del 1200 dall’invasione dei mongoli e poi ricostruita nel 1285.

L’allestimento si inquadra nel progetto “Semifonte in Valdelsa città degli Alberti”, costituito dal progetto di ricerca archeologica, condotto da Guido Vannini, Andrea Vanni Desideri e Silvia Leporatti, e dal progetto di diagnostica archeologica, coordinato da Salvatore Piro, Enrico Papale, Daniela Zamuner. Gli esiti del progetto, che comprende anche l’archeologia di paesaggio, sono presentati attraverso una sequenza di ricostruzioni virtuali, realizzate dal Laboratorio di Geografia dell’Università di Firenze e, nel caso di Semifonte, consentono di osservare le trasformazioni del paesaggio dall’età medievale, prima e dopo la fondazione della città, fino alla sua distruzione e le conseguenti modifiche con la nascita di strutture di tipo urbano, quelle stesse che Leonardo da Vinci rappresentò nelle sue carte.

L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la Pro Loco di Barberino Val d’Elsa e il Gruppo Archeologico Achu.

Le ricerche storiche e archeologiche tuttora in corso, sono coordinate dalla Cattedra di Archeologia Medievale dell’Università degli studi di Firenze, in collaborazione con l’Istituto per Tecnologie Applicate ai beni Culturali (CNR, Roma) e l’Istituto di Archeologia e Etnologia dell’Accademia Polacca delle Scienze di Varsavia. Una contenuta sezione della mostra riguardante Semifonte sarà allestita presso l'Accademia Polacca a Roma il prossimo 4 ottobre, nel quadro di una giornata di studi dal titolo "Polonia e Italia: per un'archeologia condivisa", organizzata in collaborazione con l'Accademia Polacca delle Scienze, l'Università Ca' Foscari di Venezia e l'Università di Firenze.

Il commento

“Con questa prima esposizione dedicata a Semifonte - dichiarano i sindaci di BarberinoTavarnelle e Certaldo David Baroncelli e Giacomo Cucini- diamo conto del lavoro di ricerca che i nostri comuni hanno sostenuto in un percorso di continuità e collaborazione avvalendosi di alcuni dei più esperti archeologi italiani e polacchi. Un lavoro di caratura internazionale che mette in campo un team composto da Università, Istituzioni nazionali ed internazionali, associazioni di volontariato attive nel campo della ricerca archeologica. Si tratta di un progetto importante che consente di ricostruire la nostra storia: una conoscenza del passato, del ruolo di queste terre tra Medioevo e Rinascimento, che sta alla base della riscoperta di questi luoghi e di una fruizione contemporanea sempre più consapevole”.

Ingresso

Certaldo, Palazzo Pretorio: ingresso comprensivo di visita del Palazzo Pretorio, della Casa di Boccaccio e delle mostre temporanee allestite: euro 4,00.

Barberino Val d’Elsa, Cappella di San Michele Arcangelo: ingresso libero.

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