Sanità: parte la la campagna di abrogazione della legge 28/2015

Stefano Mugnai (FI): «Contro la riforma Rossi fondamentale sostenere il referendum». Val di Sieve: che fine ha fatto la Casa della salute?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 settembre 2015 13:44
Sanità: parte la la campagna di abrogazione della legge 28/2015

E’ stata lanciata in Consiglio regionale la raccolta delle 38.000 firme necessarie per svolgere il referendum abrogativo della Legge regionale n.15 del 2015, cioè la legge di riforma della sanità toscana voluta dal Presidente Rossi. Le firme verranno raccolte sui territori dai Comitati, dalle Associazioni, dai volontari e da tutte le forze politiche dell’opposizione in Consiglio regionale: Si Toscana a Sinistra, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. “E’ una riforma scritta frettolosamente in vista dell’ultima campagna elettorale e ancora tutta da declinare.

Si prevede come primo punto l’accorpamento delle Asl in tre soli soggetti, ma l’esperienza ci insegna che grandi strutture non significano maggiore efficienza e risparmio di risorse. Nel frattempo pagheremo una disorganizzazione e un rallentamento dei servizi almeno per i prossimi due anni” afferma Paolo Sarti, consigliere di Si Toscana a Sinistra “ In Toscana avremo una struttura burocratizzata, estremamente complessa, soggetta a maggiore controllo politico, con un accentramento delle decisioni e una lontananza dalla realtà e dai bisogni reali dei territori.

 Invece che perseguire una politica incentrata sulle specificità dei contesti locali e sulla vicinanza al cittadino, si è decisa un’operazione demagogica nella quale il risparmio annunciato si tradurrà solamente in un ulteriore taglio dei posti letto ospedalieri e del personale, ridotto fino al 25%. La strada intrapresa è quella di aprire le porte a un privato già in grado di garantire tempi di attesa inferiori e già agevolato dalla previsione dei ticket più alti d'Italia. Un business miliardario a cui nessuno si sottrae, a qualunque parte politica si ispiri”. “Il referendum abrogativo è l’unica opzione che ci rimane.

La riforma prevista dal Rossi non è migliorabile ma da cassare in toto per dare spazio a vere riforme, da attuare con precisione e competenza, riforme di cui anche la sanità toscana, per quanto eccellente, ha comunque bisogno”.

In Lunigiana si taglia il 118. A Prato si sfoltisce il personale ospedaliero. A Firenze, la Stroke Unit di Careggi viene riorganizzata come solo la giunta regionale sa fare, ovvero ‘alla meno’, mentre è in forse la sorte della tossicologia. A Barga, in provincia di Lucca, l’ospedale viene via via sfogliato di servizi. A Cecina ginecologia perde pezzi di organico e viene lasciata lì a languire.

Brutto panorama, quello della sanità regionale: «Sono gli effetti della riforma Rossi – tuona il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Forza Italia) – e per fermare questa deriva abbiamo una sola scelta: sostenere e sottoscrivere il referendum abrogativo». «In attesa della seconda legge di riforma del sistema sanitario toscano che dovrà dettagliare i come e i dove dei tagli per reperire le risorse preventivate – argomenta Mugnai – la rivoluzione made in Rossi formalizzata con la legge regionale 28/2015 inizia a produrre gli effetti che avevamo previsto in termini di tagli al personale, ai servizi di assistenza e cura e ai posti letto ospedalieri.

Per questo – prosegue l’esponente di Forza Italia – è fondamentale sostenere i referendum e dunque, in questa fase, la raccolta delle firme. Ciò è essenziale sia per l’importanza dello strumento referendario in sé, sia perché attraverso questa campagna si possono sensibilizzare tanti toscani che ancora non hanno preso piena consapevolezza di quanto sta accadendo nel sistema salute con cui si dovranno misurare per le loro necessità».

“A Careggi stanno chiudendo uno dopo l’altro vari reparti, mascherando tali scelte come riforme in nome di presunti obiettivi di efficienza e di risparmio” – dichiara il Consigliere Regionale Paolo Sarti. “Ma se in taluni casi alcuni accorpamenti si possono ipotizzare, in molti altri, come nel caso di tossicologia, si agisce invece con scelleratezza, dilapidando importanti professionalità e non generando, di fatto, neppure un risparmio economico”. “La Tossicologia di Careggi trattava ogni anno centinaia di pazienti con problematiche difficili quali l’abuso e l’astinenza da sostanze stupefacenti, farmaci e alcol, tentativi di suicidio, intossicazioni, avvelenamenti, shock anafilattici, ingestioni di caustici ed era riuscita, anche con una virtuosa collaborazione con i servizi sociali e territoriali, a essere una vera eccellenza italiana, capace di salvare decine di vite umane e di instaurare con i pazienti proficue capacità relazionali, più che necessarie proprio per la tipologia delicata d’interventi richiesti”. “Ora invece gli infermieri saranno dispersi tra i reparti, non si avranno veri posti letti dedicati e molte delle competenze accumulate negli anni, e su cui l’Azienda aveva investito con appositi corsi di formazione, saranno molto sottoutilizzate”.

“E di risparmi non se ne vedono poiché altri reparti dovranno comunque farsi carico degli interventi e avranno bisogno di personale e posti letti in più e dovranno per forza specializzarsi”.

“Che fine ha fatto la Casa della salute a Pontassieve?” Lo chiede la Cisl in una lettera aperta inviata alle amministrazioni comunali del territorio, ricordando che i sindaci di Pontassieve, Pelago e Rufina il 21 Marzo 2014 hanno firmato una Convenzione con la Regione Toscana che prevede la realizzazione di un edificio con una superficie di 3mila metri quadrati, con una “dotazione completa” rispetto agli standard, per adibirlo a questa funzione. A un anno è mezzo di distanza è giunto il momento di capire “se sia stato solo un titolo nel programma dei sindaci della Val di Sieve o se invece sia realmente realizzabile, per migliorare davvero il servizio sanitario nel territorio.” La Cisl ricorda infatti che la Val di Sieve continua fare i conti con presidi socio-sanitari frammentati e distanze dagli ospedali superiori ai parametri di sicurezza (25/35 minuti per Ponte a Niccheri e Borgo San Lorenzo, 40/60 per Careggi) che innescano un pendolarismo sanitario per visite specialistiche, analisi e cure faticoso, specie per gli anziani e le fasce più deboli della popolazione. Realizzare una Casa della salute a Pontassieve dunque sarebbe utile per attuare quello spostamento di servizi dagli ospedali al territorio ed evitare il congestionamento dei pronto soccorso, di cui tanto si sente parlare, senza però vederlo attuato, mantenendo il servizio capillare garantito sul territorio dai medici di famiglia. “Per prima cosa, occorre fare chiarezza sui finanziamenti necessari per realizzarla – dice Claudio Certini, responsabile di zona della Cisl pensionati - e data la situazione finanziaria dei nostri comuni, non si può partire dicendo che, dei milioni ipotizzati, la metà va reperita sul territorio.

Il presidio ‘completo’ di cui si parla deve avere particolare attenzione a diabetologia, oncologia, dialisi, geriatria, riabilitazione, odontoiatria, ambulatorio chirurgico e/o con apposite convenzioni, devono trovarvi posto le deospedalizzazioni e le preospedalizzazioni. E' necessario un Pronto Soccorso che superi l’attuale servizio, poco efficace, adeguato per affrontare perlomeno i codici azzurri e bianchi”. Per tutto questo però, conclude la Cisl, “bisogna adesso passare dalle dichiarazioni ai fatti.

E’ utile aprire un confronto con i comuni e la Regione, per capire cosa sia realmente questa Casa della Salute, cosa ci stia dentro, quale la sua funzione, quali opportunità che può offrire anche al territorio e i suoi tempi di realizzazione.”

“Garantire tramite il Servizio Sanitario e non a carico del paziente, adottando i criteri in uso per l’esenzione per patologia, la necessaria riabilitazione fisioterapica per i malati della sindrome di Charcot Marie Tooth”. E’ quanto chiede una mozione approvata ieri mattina in Commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana, su iniziativa del capogruppo di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli e integrata poi dai gruppi Pd e Movimento 5 Stelle. Per l’approvazione finale non è necessario il passaggio in aula: “Ora la giunta dovrà predisporre le necessarie misure - sottolinea Donzelli - finalmente le persone affette da questa malattia rara potranno usufruire in maniera gratuita dell’unica vera cura riconosciuta come efficace, il trattamento riabilitativo continuativo.

Ad oggi infatti non esistono cure farmacologiche”. La malattia di Charcot Marie Tooth (CMT) è una sindrome neurologica a trasmissibilità ereditaria, classificata come malattia rara: può manifestarsi a qualsiasi età e interessa i nervi periferici del controllo, del movimento e sensoriali. Sempre su richiesta di Donzelli la mozione impegna la giunta "a garantire il massimo coinvolgimento dell’Associazione Acmt-Rete sia all’interno del Forum delle Associazioni Toscane Malattie Rare, sia nel progetto 'Percorsi'", uno specifico programma già attivo.

“Siamo molto soddisfatti - conclude Donzelli - è sempre una soddisfazione quando la politica riesce a dare una risposta concreta ai problemi dei cittadini, specie se si tratta di persone che soffrono”.

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