Saldi: € 385,00 il budget di spesa a famiglia, come lo scorso anno

Vendite di fine stagione al via giovedì 5 gennaio. Oltre 7.200 le imprese di abbigliamento e calzature interessate, per un totale di 11.399 punti vendita. Pochi i "capricci" e tanti acquisti utili, anzi necessari.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 gennaio 2017 22:52
Saldi: € 385,00 il budget di spesa a famiglia, come lo scorso anno

Una famiglia su due in Toscana è pronta a fare acquisti a prezzi scontati nel periodo dei saldi invernali 2017, che si aprono ufficialmente giovedì 5 gennaio per concludersi dopo sessanta giorni il prossimo 5 marzo. Il budget di spesa non dovrebbe discostarsi troppo da quello dello scorso inverno: 385 euro a famiglia, ovvero circa 167 euro a persona. Lo ipotizza Confcommercio Toscana, che prova a fare una stima previsionale delle vendite. Secondo gli ultimi dati disponibili di Unioncamere Toscana (relativi al 31.12.2015), su tutto il territorio regionale sono oltre 7.200 (7.277) le imprese della moda interessate alle vendite di fine stagione, per un totale di 11.399 punti vendita attivi, dei quali oltre novemila dedicati all'abbigliamento e il resto a calzature e pelletteria.

"I consumi della moda anche quest'anno sono andati avanti con il freno a mano tirato, per cui non ci aspettiamo grosse sorprese neppure dai saldi. Sarà già positivo restare su livelli dell'inverno 2016", commenta la presidente di Federmoda Confcommercio Toscana Federica Grassini. "I fuochi d'artificio non si sono visti neppure a Natale, sebbene qualcuno abbia ripreso a regalare cose utili come scarpe o maglieria. I capospalla sono rimasti invece più penalizzati perché l'autunno è stato mite, il freddo più pungente è arrivato solo a dicembre, troppo vicino alla data di avvio dei saldi, e in tanti hanno preferito rimandare gli acquisti", continua la presidente Grassini.

"Se tutti quelli che hanno rimandato gli acquisti si decidessero ad effettuarli con i saldi, la nostra stima previsionale potrebbe anche essere rivista al rialzo, ma gli operatori preferiscono andarci cauti e non avere delusioni", sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, "del resto la moda è uno dei settori più penalizzati dalla contrazione dei consumi, in atto ormai dal 2008, e sebbene gli indicatori nazionali confermino ora una ripresa della fiducia dei consumatori, ancora gli effetti non si vedono. Non a caso il commercio della moda in Toscana ha un saldo negativo di 72 imprese negli ultimi tre anni, dal 2012 al 2015, e probabilmente andranno aggiunte altre perdite anche per il 2016".

"Prima i saldi erano l'occasione per togliersi uno sfizio, per comprarsi un capo in più, magari griffato", racconta la presidente di Federmoda Toscana Federica Grassini, "ora si acquistano in saldo i capi di necessità, per il lavoro o per il quotidiano, e non c'è più una distinzione netta dei clienti per fascia d'età o per genere: uomini e donne, giovani e anziani, single e famiglie, tutti approfittano degli sconti in maniera sistematica. Pochi capricci e tanti acquisti utili, anzi necessari". Per i negozi, le vendite di fine stagione non basteranno comunque a ripianare il bilancio di un anno a rilento.

"È la politica che ha le responsabilità maggiori in tutto questo: l'incertezza che si respira, la pressione fiscale, i costi energetici più alti d'Europa, per non parlare dei salvataggi delle banche, sono fra i motivi principali di questo calo dei consumi", dice Federica Grassini, "mancano ancora provvedimenti seri che diano la spinta alla ripresa restituendo ricchezza alle famiglie. E noi imprenditori nel frattempo siamo diventati gli ammortizzatori dello squilibrio. In confronto, l'aumento della concorrenza originato dalla liberalizzazione o dal commercio elettronico non è nulla per noi.

Anzi, a proposito del web, ci dà la possibilità di aprirci una vetrina sul mondo. Oggi chi punta solo sul commercio fatto di sole vetrine fisiche rischia di non sopravvivere più".

Saldi, così non va si intitola invece una nota del Presidente Confesercenti Firenze Nico Gronchi: “Proprio nella settimana in cui parte il countdown per l’avvio del Saldi invernali 2017, cresce, nel mondo delle piccola impresa dettaglio moda e calzature (oltre 2000 attività Firenze e hinterland) la voglia di modificare, anche in modo radicale, un meccanismo che ormai non soddisfa più nessuno. E’ ormai da diverse settimane, da quando si è avuta praticamente l’ufficialità della conferma del prossimo 5 Gennaio, che ci sono giunti, nelle forme più disparate, dai social alla telefonata diretta, tantissimi appelli affinché il 2017 sia l’ultimo anno con una data cosi ravvicinata per l’inizio delle vendite di fine stagione e un periodo cosi lungo di durata delle promozioni (60 giorni). Noi peraltro abbiamo sempre sostenuto con convinzione questa tesi, e lo facciamo oggi con ancora maggiore forza, proprio nel momento in cui la combinazione di diversi fattori (calo dei consumi, crescita del commercio elettronico, cambiamento stili di vita, ecc) rende sempre più difficile mantenere in vita la rete dei cosiddetti negozi plurimarca. Non possiamo più perdere tempo: già nei prossimi giorni prenderemo carta e penna per scrivere al Presidente della Regione Toscana affinché si attivi nella Conferenza Stato-Regioni per chiedere una modifica normativa molto semplice: inizio saldi al 30 Gennaio e durata limitata a 30 giorni! Poi si può discutere su natura e modalità delle vendite promozionali, di chi deve effettuare i controlli, di maggiore trasparenza nei rapporti con l’utente finale, ma, di fatto, senza l’introduzione di questa semplice norma sarà molto difficile far ripartire le nostre piccole imprese. Ciò non solo per i cambiamenti climatici degli ultimi anni che hanno reso, generalmente, i mesi autunnali molto più caldi rispetto all’immediato passato, ma, soprattutto, perché i saldi cosi ravvicinati rispetto al Natale hanno finito, alla lunga, per condizionare pesantemente lo shopping natalizio dei prodotti moda. Abbiamo discusso a lungo in questi anni per arrivare ad una data unica su tutto il territorio nazionale e ce l’abbiamo fatta, ma se la data stabilita per i saldi estivi, con qualche lieve modifica, potrebbe anche andare bene, per quelli invernali l’inizio a ridosso del Natale e a pochi giorni dall’inizio dell’inverno sembra una beffa: tanto varrebbe chiamarli Saldi di Inizio Stagione.

Una volta, durante il periodo di Natale si realizzavano fatturati importanti, anche con la vendita dei capi più pesanti e di maggiore impatto sul budget familiare. Oggi tutto questo non accade più: con solo 10 giorni di distanza tra Natale e Saldi si preferisce aspettare il 5 Gennaio e quindi ci si limita, in larga prevalenza, all’ acquisto di accessori e piccoli gadgets. E allora ognuno cerca di arrangiarsi come può: sms, finte vendite promozionali, cartelli ammiccanti e decine di altri stratagemmi: una specie di gara a chi la spara più grossa , con il rischio di perdere il rapporto di fiducia con il cliente, o quantomeno di alterare uno dei principi cardine del nostro lavoro, quello della trasparenza. Cambiare si può e si deve: riportare i Saldi a fine stagione, limitarne la durata, rendere tutto chiaro e trasparente è semplice, è nell’interesse di tutti, facciamolo”.

In evidenza