Rossi: “Dalla Liberazione idee e valori per guardare al futuro”

Il video-messaggio del presidente della Giunta regionale per il 25 aprile. A Firenze la deposizione della corona in piazza dell’Unità, poi sull’Arengario con la prima tromba del Maggio che ha intonato il “Bella Ciao”. Gli eventi proseguono in radio e sui social

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 aprile 2020 13:44

“Quella di oggi, 25 aprile, è una grande festa, perché è l'inizio di una fase nuova per il nostro Paese. E' la fase delle libertà, delle conquiste sociali, di avanzamento e allargamento della democrazia, quella che ci ha portati fino ad oggi”. E' il passo iniziale del messaggio video che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha postato in occasione della Festa della Liberazione sulla sua pagina facebook. “Quello che celebriamo oggi – prosegue Rossi - è ancora una volta un 25 aprile contestato da alcune forze.

C'è chi vorrebbe proporre un generico ricordo di tutti i morti. Ci sono altre date per ricordarli. Noi abbiamo rispetto per i caduti dell'una e dell'altra parte e non ci nascondiamo che furono commessi errori, ma non si può disconoscere un punto fondamentale: da un lato c'erano quelli che combattevano dalla parte sbagliata, quella della dittatura e del terrore e dall'altra c'era chi combatteva, come i partigiani, per la liberazione del Paese insieme all'esercito di liberazione anglo americano.

Era uno spartiacque fondamentale con i repubblichini e fascisti con i nazisti di Hitler a compiere anche in Toscana le stragi che provocarono più di 4.000 morti tra i civili innocenti. La distinzione è netta: da una parte i torti, dall'altra le ragioni”. Per Enrico Rossi se i nazifascisti avessero vinto, l'Europa si sarebbe trasformata in un immenso campo di concentramento e la libertà non ci sarebbe stata per nessuno. Gli italiani avevano già provato la distruzione delle leghe, degli oratori, delle case del popolo, dei sindacati, delle libertà politiche, con la carcerazione di tutti gli oppositori. “Questo è stato il fascismo – aggiunge il presidente - oltre all'avventura distruttiva della guerra, alla violenza, al rifiuto del diverso, alla sottomissione delle donne e di tutti coloro che avevano idee diverse da quelle dell'ideologia del regime.

E questo non deve essere dimenticato, perchè occorre ricordare bene, in modo giusto, nel rispetto di tutti i morti, ma anche della verità. E' questa la condizione per costruirci un futuro migliore anche nei tempi che stiamo attraversando”. Rossi non è d’accordo con chi dice che oggi fronteggiare il coronavirus è come essere in guerra. Ritiene invece che non sia la stessa cosa. E che la guerra sia stato un fatto enormemente più spaventoso e distruttivo, gli uni contro gli altri armati, mentre adesso abbiamo un solo nemico: il virus.

Per il presidente è vero però che dentro questa tragedia si riproducono tante diseguaglianze. Il virus in particolare colpisce la parte più debole della popolazione. E può preparare un futuro di ulteriori disuguaglianze nel nostro Paese. “Allora – questa la sua conclusione - occorre rifarsi al 25 e poi alla Costituzione che è nata dalla lotta e dalla Resistenza, attraverso l'intesa tra tanti orientamenti politici ed ideali diversi, per ritrovare la strada giusta per affrontare le sfide che abbiamo di fronte”. Rossi passa poi a parlare di Pegaso, il cavallo alato raffigurato nel gonfalone toscano, affermando che è un simbolo di forza e di energia che si libra e sale in alto, sgravandosi dalla pesantezza degli egoismi e che ha una capacità di visione larga. “E' questa energia – ecco il suo appello finale - che noi dobbiamo essere capaci di mettere in campo e di trovare la forza che ebbero i nostri genitori di guardare al futuro e di sacrificarsi, per costruire per noi un domani migliore.

Oggi può essere fatto un discorso analogo. Dalla Festa della Liberazione possiamo trarre lo stimolo, le idee e i valori per guardare al futuro, sicuri che ce la faremo”. Il video si chiude poi con la viva voce del futuro presidente della Repubblica, Sandro Pertini, che fa appello ai cittadini e ai lavoratori, invitando allo “sciopero generale contro l'occupazione tedesca contro la guerra fascista per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case e delle nostre officine.

Come a Genova e a Torino ponete i tedeschi di fronte al dilemma, arrendersi o perire”.

“Celebrare il 25 aprile in questo momento di emergenza per il paese ha ancora più valore perché le risorse migliori per superare questa crisi vengono dalle nostre radici, dai nostri valori, dalla nostra identità”. Con queste parole il sindaco Dario Nardella ha sottolineato l’importanza della Festa della Liberazione, ricordata oggi senza i grandi eventi di piazza per le misure anti Covid-19. “Quando celebriamo il 25 aprile celebriamo il valore più profondo della libertà, il nostro paese, la nostra storia – ha continuato il sindaco –.

Quella libertà che è il frutto del sacrificio della vita di donne e uomini e mai come oggi abbiamo bisogno di sentirci patria, paese, popolo per superare questi momenti difficilissimi. I prossimi mesi saranno molto complessi, sarà la sfida più ardua per la mia generazione e per tutti coloro che sono nati dopo la Seconda Guerra Mondiale. Così come gli italiani riuscirono a liberarsi dal nazifascismo e dare la libertà al loro paese e al loro popolo, oggi noi nipoti di quegli italiani dobbiamo vincere questa battaglia diversa ma non meno difficile contro la pandemia e contro una crisi economica e sociale da superare tutti insieme.

Per questo il 25 aprile di oggi - ha concluso Nardella - è qualcosa di ancora più significativo e importante di quelli che abbiamo ricordato dalla Liberazione”.

Due questa mattina i momenti ufficiali, chiusi al pubblico e nel pieno rispetto delle disposizioni contro il coronavirus. Il sindaco ha prima deposto la corona al monumento ai caduti in piazza dell’Unità Italiana dove erano presenti anche il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani e la vicepresidente ANPI Vania Bagni. Poi si è spostato sull’Arengario di Palazzo Vecchio dove il primo trombettista del Maggio Andrea Dell'Ira ha intonato "Bella Ciao". Presenti il Gonfalone e il sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino Alexander Peirera.

Il gruppo consiliare del Partito Democratico ha effettuato un flash mob virtuale questa mattinata accompagnando idealmente il sindaco Dario Nardella che alle 9,30 ha deposto una corona al monumento di piazza dell’Unità. I consiglieri hanno seguito la cerimonia al motto “Io resto libero”.

Nel pomeriggio alle 16 si svolgeranno in contemporanea le deposizioni di corone in luoghi simbolici della Resistenza e della Liberazione. A Palazzo Vecchio, nel Cortile della Dogana l’assessore alla cultura della memoria Alessandro Martini e il presidente del consiglio comunale Luca Milani deporranno una corona alla lapide dei caduti, presente anche Alessio Ducci in rappresentanza di ANED. Per il Q1 Il presidente Maurizio Sguanci e Alessandro Pini dell’ANPI saranno in piazza Santo Spirito alla targa dedicata al partigiano Aligi Barducci; per il Q2 il presidente Michele Pierguidi si recherà al Sacrario del Campo di Marte; per il Q3 la presidente Serena Perini sarà al monumento ai Caduti di Pian dell’Albero in piazza Elia Dalla Costa con Rossana Carresi dell’ANPI; il presidente del Q4 Mirko Dormentoni deporrà la corona al Cippo nel Giardino dei Caduti del 44 in via di Mantignano presente anche Franco Quercioli dell’ANPI; per il Q5 il presidente Cristiano Balli sarà all’Istituto Farmaceutico Militare in via Reginaldo Giuliani alla lapide che ricorda le vittime della strage di Castello insieme a Giovanna Cini dell’ANPI.

"Come ogni anno ma in modo diverso. Non fisicamente in piazza dell’Unità per ricordare i giovani ragazzi italiani che morirono per darci la libertà. Non fisicamente al cimitero dei Falciani dove riposano migliaia di giovani ragazzi americani che morirono in un paese non loro per rendere liberi noi." Così il deputato fiorentino di Italia Viva Gabriele Toccafondi, in un post sulla sua pagina Facebook. "Di fronte alle distese di nomi, alle date di nascita e morte, alle distese di croci bianche, si capisce quanto preziosa sia la libertà di cui oggi godiamo e quanto importante sia non dimenticarlo, perché ogni ripartenza potrà partire dalla libertà". Conclude Toccafondi.

"Oggi più che mai il 75° anniversario della liberazione d'Italia della essere la festa di tutti in questo tempo di pandemia. Così si esprime Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia _centrodestra per il cambiamento- L'auspicio è che tutti i Comuni della città metropolitana si stringano intorno ai loro eroi, uomini comuni, nostri connazionali, che hanno permesso di scrivere un’altra storia. Una storia di liberazione dai soprusi e dal dominio delle dittature, incisa sulla nostra terra dalla forza di coloro che persero la vita per onorare il sogno di un Paese libero. È doveroso, tuttavia, ricordare anche i soldati delle forze alleate, rivolgendo a tutti, nessuno escluso, una corale preghiera davanti ai luoghi simbolo dei nostri eroi.

Solo così la festa della Liberazione sarà davvero la festa della concordia, la festa di tutti, senza differenza di sorta, essendo ognuno di noi intimamente ed orgogliosamente italiano e riconoscente verso tutti coloro resistettero e vinsero in nome della libertà. Oggi più di sempre forza Italia".

Anche a Bagno a Ripoli, causa emergenza Covid-19 la cerimonia commemorativa in occasione del 75°anniversario della Liberazione ha avuto luogo in forma ristretta. Alle 10.30 la deposizione delle corone ai cippi del territorio. Alla Porta della Memoria, nella frazione capoluogo, presenti il sindaco Francesco Casini e il presidente di Anpi Bagno a Ripoli Luigi Remaschi, al cippo "Doriano Galli" di Grassina e a quello al giardino della Resistenza all'Antella presenti rispettivamente il vicesindaco Paolo Frezzi e il presidente del Consiglio comunale Francesco Conti insieme ai rappresentanti di Anpi. Il sindaco Casini e il presidente Remaschi hanno poi affidato ai social network, attraverso il profilo Facebook del Comune, un breve intervento.

"Abbiamo voluto con forza festeggiare questo anniversario, anche se quest'anno non è possibile farlo insieme. Siamo chiamati a una Resistenza nuova in questo difficile momento di emergenza sanitaria. Se non è paragonabile a quella dei Partigiani, sfida comunque il nostro senso civico, i valori della nostra comunità e ci invita a una riflessione sul futuro. Dalla Resistenza nacquero la Liberazione, la Costituzione e il futuro democratico che noi abbiamo la fortuna di aver sempre conosciuto. L’auspicio, in questo periodo in cui anche noi, anche se in un modo diverso, combattiamo contro un nemico, è che i sacrifici e l'impegno a cui siamo chiamati oggi sortiscano gli stessi effetti positivi, vitali, di ricostruzione e rinascita per la nostra comunità. Buon 25 Aprile a tutte e a tutti!", ha affermato il sindaco Casini.

"Oggi – ha affermato il presidente Remaschi - ricordiamo chi lasciò la propria vita e la propria sicurezza, per combattere una lotta impari contro il regime nazi-fascista. Donne e uomini che con coraggio, generosità e altruismo, dettero loro stessi per rispondere al bisogno di pace, giustizia, uguaglianza, per sentirsi parte di una collettività. Questo spirito, questa speranza, questa resilienza è ciò che oggi dobbiamo recuperare come una staffetta, anche per uscire da questo difficile momento che ci coinvolge. Buon 25 aprile, tutti i 365 giorni dell'anno!”.

A Rignano sull'Arno alle 10 si è avuta prima la deposizione di una corona alla lapide in onore dei caduti nel Parco della Rimembranza e, a seguire, al Palazzo Comunale. Erano presenti il Presidente del Consiglio Comunale, Anna Mangani, il Sindaco, Daniele Lorenzini, e il presidente della sezione Anpi Rignano Reggello, Paolo Banci.

A Chiusi è stata celebrata la Festa della Liberazione con l’emozione e il trasporto di sempre, ma facendo attenzione ad adottare tutte le misure cautelative in contrasto al Covid-19. La consueta sfilata e deposizione delle corone nei vari monumenti ai caduti si è svolta in forma molto ridotta ed è stata presidiata soltanto dal sindaco Juri Bettollini accompagnato dal Gonfalone Comunale, da due agenti della Polizia Municipale, da un rappresentante della sezione A.N.P.I.

Tiradritti di Chiusi e dalla tromba del maestro della Filarmonica Città di Chiusi, che ha intonato Bella Ciao e l’Inno di Mameli. La celebrazione del 25 Aprile è partita, come sempre, da Montallese per poi fare tappa a Macciano, Rione Carducci, Chiusi Stazione e Chiusi Città dove, il primo cittadino, ha tenuto anche un discorso comunicato ai cittadini attraverso una doppia diretta Facebook, sul proprio profilo e sulla pagina istituzionale del Comune. 

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