Raccontare Firenze con le nuove parole di Internet

La distribuzione digitale di una plurisecolare cultura immateriale e georeferenziata: una sfida locale sui nuovi mercati mondiali

Nicola
Nicola Novelli
21 marzo 2014 15:39
Raccontare Firenze con le nuove parole di Internet

FIRENZE- Nell'arco di un anno molte amministrazioni locali toscane saranno rinnovate nei propri organi elettivi. Con ogni probabilità le consultazioni elettorali produrranno un importante rinnovamento generazionale, con una complessiva riduzione dell'età media degli eletti. Questa può costituire un'autentica occasione per introdurre nel dibattito politico nuovi temi, legati all'economia della conoscenza e al mercato digitale, che sino a oggi non hanno trovato adeguata attenzione in Italia.

Per la Toscana si tratta di argomenti di assoluto interesse, data la natura particolarissima della tradizione culturale che la nostra terra ha saputo esprimere per secoli e che alimenta tanta parte della nostra economia. In particolare sarà utile approfondire e dibattere due questioni, per individuare e mettere in atto da un lato una strategia integrata di distribuzione della cultura digitale georeferenziata e dall'altro una visione consapevole dell'evoluzione delle dinamiche culturali globali alla luce delle trasformazioni economiche provocate dall'emergere di nuove potenze mondiali.

La distribuzione digitale di una plurisecolare cultura immateriale e georeferenziata

Firenze è un luogo unico al mondo, perché da millenni la sua popolazione ha saputo produrre uno sterminato patrimonio culturale, costituito da monumenti e opere d'arte, ma anche da creazioni immateriali dell'ingegno umano, letteratura, filosofia, indelebilmente legate al territorio dove sono nate. Si pensi a concetti come Umanesimo e Rinascimento, univocamente georeferenziati al paesaggio fiorentino e toscano. Un patrimonio immateriale che identifica e valorizza in tutto il mondo la nostra terra.

Approfondimenti

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una rivoluzione epocale. Con l'avvento di Internet il processo di smaterializzazione e digitalizzazione della cultura si è accelerato, trasformando il web in un grande fenomeno economico. Nell'attività di digitalizzazione del patrimonio culturale la Toscana è stata autosufficiente, anche grazie alle competenze informatiche che dall'Università di Pisa si sono diffuse lungo tutta la valle dell'Arno. Ma il tessuto imprenditoriale e le istituzioni pubbliche non hanno saputo assolvere a un'attività altrettanto importante, quella di distribuzione dei contenuti digitali, che rimane appannaggio di pochi operatori multinazionali, per lo più basati in California.

I colossi oligopolistici on line, come Google, Facebook, Twitter, Amazon, ecc. hanno svolto sinora un'azione estremamente positiva nella distribuzione della cultura digitale, ma hanno pure realizzato fatturati stratosferici è utili d'impresa che li hanno proiettati nell'empireo dei mercati finanziari mondiali.

E' fondamentale focalizzare l'attenzione sul fatto che la distribuzione della cultura digitale non è solo un fenomeno di intermediazione economica, perché inevitabilmente produce effetti sui beni intermediati. Per intendersi, il modo in cui funzionano un motore di ricerca, o una pubblicità semanticamente contestualizzata a una pagina web, è sì il prodotto di un algoritmo matematico programmato con obiettivi economici, ma anche la conseguenza della cultura e della visione del mondo espresse dalla comunità di individui che hanno progettato e realizzato i servizi digitali globali. E questa attività, nel lungo periodo, non può avere effetti neutrali sui contenuti oggetto dell'intermediazione.

Perciò è necessario che anche a Firenze si sviluppi maggiore consapevolezza sul ruolo strategico che il mercato digitale assolverà in futuro, al fine di orientare, con una propria strategia territoriale, il modo in cui nei decenni a venire sarà distribuita on line la cultura immateriale georeferenziata alla nostra città.

Gli enti locali devono avere un ruolo fondamentale e propositivo. In tale ottica deve essere letta la recente vicenda della campagna di promozione turistica on line commissionata dalla Regione Toscana. Al di là degli errori contenutistici e di confezionamento, salta agli occhi la leggerezza con cui la pianificazione strategica del markerting territoriale è stata affidata in outsourcing a una società privata, anziché essere gestita in proprio dall'ente pubblico, o concertata con il tessuto imprenditoriale locale.Lunedì la seconda parte dell'articolo

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