Raccolta differenziata rifiuti, Giani: “Serve un meccanismo premiale per i comuni virtuosi”

Silvia Noferi (M5S) “La bella Toscana è un'unica grande discarica”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 dicembre 2020 16:57
Raccolta differenziata rifiuti, Giani: “Serve un meccanismo premiale per i comuni virtuosi”

Introdurre un sistema premiale per i comuni più virtuosi, realizzare un piano di economia circolare per trasformare i rifiuti in risorsa, aiutare i settori produttivi verso la transizione verde. Sono questi i punti chiave messi in evidenza dal presidente Eugenio Giani e dall’assessore all’ambiente Monia Monni nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati sulle raccolte differenziate in Toscana riferiti al 2019.

“L’incremento di 4 punti percentuali rispetto al 2018 è un risultato fortemente positivo – ha detto Eugenio Giani - che testimonia il salto culturale, fatto in modo particolare grazie ai comportamenti delle giovani generazioni, quelle che poi condizionano maggiormente le famiglie. Indice di una maggiore maturità della popolazione toscana verso la creazione di forme di economia circolare. Un grazie particolare va a Monia Monni per l'impegno in questo periodo, per l'opera di sensibilizzazione nei confronti di sindaci e associazioni”.

“Quella che era considerata l'area più debole sotto questo profilo – ha detto ancora Giani -, ovvero l'ATO Toscana sud, ha fatto registrare un incremento importante proprio a dimostrare che la cultura della raccolta differenziata sta cambiando. Studieremo adesso da un punto di vista legislativo come introdurre un meccanismo premiale per i comuni più virtuosi. Sia dal punto di vista economico che di supporto. Puntiamo fortemente sulla differenziata perchè sarà la condizione per evitare quella corsa alla costruzione di nuovi impianti, un virtuoso processo di economia circolare che potrà accompagnare sia raccolta che smaltimento”.

“Il dato ancor più soddisfacente – ha detto l’assessore Monni - è che tutti e tre gli ATO hanno visto un incremento. Lamporecchio è risultato il Comune più ‘Riciclone’, con una percentuale di efficienza dell’89%. Sono dati che parlano chiaro: il trend è davvero apprezzabile. Ma non è abbastanza. Quando si parla di rifiuti, in particolare di raccolta differenziata, è importante far sempre meglio, anno dopo anno. Per questo cercheremo di incoraggiare questi 122 comuni a migliorare ancora, ma, soprattutto, sosterremo gli altri per far sì che in futuro rientrino anche loro tra quelli virtuosi”.

“Per la prima volta, in questa legislatura, - ha aggiunto Monia Monni - punteremo a realizzare un piano di economia circolare, che conterrà indicazioni e obiettivi ambiziosi per quanto riguarda la raccolta differenziata, ma che avrà come elemento centrale il riciclo. Fare dei rifiuti una risorsa significa assicurare una più efficace tutela delle matrici ambientale e, al tempo stesso, offrire al nostro tessuto produttivo nuove opportunità. Per l’attuazione di questo piano, è nel nostro interesse incentivare la raccolta differenziata sia in termini qualitativi che quantitativi, poiché essa costituisce un presupposto importante per garantire il riciclo dei rifiuti.

Sosterremo i settori produttivi verso la transizione verde: già a partire da gennaio, infatti, inizieranno i lavori dei tavoli tecnici per l’economia circolare, per favorire la creazione di nuove filiere produttive. È un piano ambizioso – ha concluso -, ne siamo consapevoli, ma è necessario per l’economia toscana e per l’ambiente”.

Siamo insediati da poche settimane e la situazione che si profila studiando le decine di segnalazioni che ci arrivano da comitati e cittadini è a dir poco allarmante sul fronte ambientale” dichiara Silvia Noferi consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle La Toscana, la “bella Toscana”, è in realtà una terra dei fuochi, dove importanti criticità ambientali dovute a sversamenti industriali di sostanze inquinanti nell’aria, nel terreno e nel mare, sono in attesa di bonifica da decenni. In aggiunta a questo – prosegue Noferi - lo smaltimento dei rifiuti manca completamente di una regia e la Giunta attuale, come la precedente del resto, procedono con interventi spot, aprendo o prorogando discariche che avevano promesso di chiudere in prossimità della campagna elettorale. Per i casi più gravi siamo andati a ricercare la documentazione autorizzativa del sito industriale e abbiamo scoperto che in molti casi importanti valutazioni, come quella di impatto sanitario o di impatto cumulativo delle fonti inquinanti, sono state completamente disattese nonostante le richieste della popolazione. Oggi vogliamo porre l’attenzione sul sito di smaltimento fanghi di Baciacavallo – puntualizza la consigliera del Movimento Cinque Stelle - per il quale la Conferenza dei Servizi ha recentemente autorizzato il riammodernamento delle vasche, la sostituzione dell’inceneritore e l’implementazione con un nuovo biodigestore a poche decine di metri da una zona residenziale e alcuni ricettori scolastici.

Il nuovo polo industriale andrà ad aggravare una situazione ambientale già ampiamente compromessa che necessiterebbe invece della realizzazione degli interventi mitigatori previsti dal Piano Strutturale per il Sistema Territoriale 6 di Prato, meglio conosciuto come “La città in aggiunta”.

Tra l’altro la normativa Seveso 3 relativa ai grandi rischi, prevede che per inceneritori e biodigestori, ci sia una distanza minima tra i perimetri degli stabilimenti di 200 metri. In questo caso abbiamo a soli 8 metri l’impianto di sollevamento dell’acqua potabile che rifornisce mezza Prato, mentre a 12 metri di distanza si trovano un turbo-espansore cogenerativo (che processa 25.000 metri cubi l’ora di gas metano) e il gasdotto della SNAM.

Lo spaccio di questo sito industriale come parte del ciclo dell’energia green è solo l’ennesima presa in giro per i residenti costretti a convivere da oltre trent’anni con le emissioni odorigene dei fanghi che si aggiungono all’inquinamento causato dal traffico veicolare fra i Macrolotti 1/2 e all’autostrada A11 in procinto, tra l’altro, di essere ampliata.

A nessuno interessa indagare sulla qualità dell’aria che i cittadini respirano in questa frazione e lo testimonia sia l'indagine fatta per corrispondenza (!!) sull'incidenza della mortalità per tumori al polmone (circa il 30% di risposte) che la totale mancanza di una rete efficiente di centraline di monitoraggio dell’aria (visto che nemmeno quelle che sono state rimosse hanno mai funzionato).

Questi a grandi linee gli argomenti – conclude Noferi - che ci hanno convinto a depositare una mozione che chiede alla Regione Toscana di abbandonare il progetto di ampliamento e anzi l’immediata chiusura dell’impianto di smaltimento fanghi di Baciacavallo.”

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