Dalla Valdichiana, lo storico “granaio dell’impero romano”, dalla Maremma e dal Senese arriva il plauso alle nuove etichette per la pasta (e il riso) che consentono ai consumatori di conoscere il luogo di coltivazione del grano che devono essere ora indicate con chiarezza sulle confezioni. La novità interessa le 5000 aziende toscane che producono grano duro, la coltivazione interessa circa 76 mila ettari di terreno nella nostra regione (dati Artea 2017). “E’ un passo in avanti importante che chiedevamo da tempo – commenta Gianluca Ghini, di Confagricoltura Arezzo parlando dell’entrata in vigore dei decreti firmati dai ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda – una questione di trasparenza nei confronti del consumatore che può fare la sua scelta e che deve essere consapevole che in alcune coltivazioni all’estero sono ancora utilizzate sostanze nocive che da noi sono vietate”. Per Confagricoltura Toscana le nuove etichette sono una questione di sicurezza alimentare: “Il grano toscano, tra le altre qualità dovute al nostro particolare microclima, ha un requisito indispensabile, è un prodotto sano”. La nuova etichettatura potrebbe anche portare a una riduzione delle importazioni di grano e riso dall’estero con conseguenze dirette sulle aziende italiane: “Un modo indiretto di restituire valore al nostro prodotto”.
Cresce il Bio in Toscana con 5000 aziende agricole coinvolte ed oltre 125 mila ettari destinati a biologico od in conversione. “Il mondo agricolo bio saluta in modo positivo il via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legislativo sui controlli nelle produzioni agricole e agroalimentari biologiche – ha detto Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana - Il decreto sui controlli nelle produzioni agricole e agroalimentari biologiche tutela la leadership dell’Italia in Europa nel numero di imprese che coltivano biologico che crescono con un aumento del 20% annuo”.
I prodotti biologici e biodinamici entrano nelle case di quasi 20 milioni di italiani. E' stata una crescita continua, inarrestabile. Oggi nella scelta di mangiare bio conta prima di tutto la salute ma poi viene la qualità. Mangiare bio oggi vuol dire mangiare bene, con gusto. E' possibile coniugare una abitudine alimentare salutista con la qualità, la varietà e perfino il lusso. Cibo bio e salute stanno trainando la ripresa dei consumi in Italia. Non è più una moda è una necessità. Il grande pubblico scopre che anche per la cura del corpo ci si può affidare a prodotti bio, che non danneggiano l'ambiente, ci proteggono e ci aiutano a vivere meglio. E' la BioEcoCosmesi il termine che sempre più si sta affermando tra i professionisti del mondo dell'economia e della cosmesi.
In questo contesto cresce l’attesa per la grande kermesse fiorentina del Bio in programma alla Fortezza da Basso dal 23 al 25 Marzo 2018. In una fase di grande crescita della produzione e consumo di prodotti biologici e biodinamici FIRENZE BIO offrirà, in una vetrina di grande prestigio, l'occasione per un approfondimento sui temi legati al benessere, dall'alimentazione alla cura del corpo, dall'educazione alla sicurezza. Non solo mostra mercato ma una serie di eventi che coinvolgeranno gli splendidi spazi della Fortezza da Basso e il resto della città. Convegni, degustazioni, cooking show, special parties nelle sale monumentali della Fortezza, iniziative nelle scuole, menù dedicati in oltre 50 ristoranti della città, il coinvolgimento delle più importanti realtà produttive del paese.
“Incentivare il consumo dei prodotti biologici e biodinamici attraverso iniziative di informazione, formazione ed educazione al consumo. Una mission – dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana - a cui diamo volentieri il nostro contributo attraverso la rete di aziende agricole Campagna Amica che offrono il meglio del “made in” agroalimentare toscano. La nostra organizzazione – conclude De Concilio – offre tutto il supporto tecnico ed organizzativo agli imprenditori agricoli che intendono partecipare alla kermesse fiorentina”.