Nobili svaghi: il gioco del calcio a Lucca nel 1662

Una mostra nella Chiesa di San Franceschetto, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmi sino 7 gennaio 2024

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 novembre 2023 14:39
Nobili svaghi: il gioco del calcio a Lucca nel 1662

Dal 25 novembre 2023 al 7 gennaio 2024, la Chiesa di San Franceschetto a Lucca ospita la mostra Nobili svaghi. Il gioco del calcio. Lucca 1662, che espone lo splendido dipinto in cui il pittore lucchese Camillo Ciai immortalò la storica partita di calcio giocata nella sua città il 18 gennaio 1662, in occasione della visita degli arciduchi d'Austria. Ideata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che ha recentemente acquistato l’opera e deciso di condividerne la bellezza e la singolarità, l’esposizione ci racconta un avvenimento molto particolare e, attraverso di esso, la Lucca del XVII secolo tra curiosità, costumi, e divertimenti.

L’ANTEFATTO

A Lucca il 18 gennaio del 1662 si attendeva un grande evento: la visita dell’arciduca Ferdinando Carlo d’Austria e d’Innsbruck (1628-1662). L’illustre ospite, atteso assieme alla consorte Anna de’ Medici e alla figlia Claudia Felicita, venne ospitato nei palazzi Buonvisi e Busdraghi e per intrattenerlo si decise di organizzare una spettacolare partita calcio, pratica che all’epoca a Lucca vantava già una tradizione importante e un’ampia legislatura che ne regolamentava lo svolgimento.

Il GIOCO

Le partite di norma si svolgevano durante il carnevale, nella zona denominata ‘Piaggia Romana’, un’area di forma triangolare, a ridosso delle mura rinascimentali, più o meno corrispondente all’attuale Orto Botanico. Due squadre di circa 150 giocatori ciascuna, con ruoli diversi e partecipate da tutti i ceti sociali, lottavano per riuscire a lanciare la palla oltre il fondo del campo avversario o saltarvi con la sfera in mano. Come anche la rappresentazione del Ciai ci racconta gli incontri si trasformavano in pretesto per vendette e regolamenti di conti, tanto che già 1608, il Governo della città autorizzava e monitorava lo svolgimento delle partite.

L’OPERA E IL SUO AUTORE

La tela del Ciai presenta quella specifica partita del 1662 incorniciata in un sipario teatrale. Vi sono riconoscibili le Mura, il Baluardo di San Regolo, lo sfarzoso allestimento, scene gustose con personaggi quasi caricaturali che caratterizzavano queste occasioni e, sulla destra, l’ospite, Ferdinando Carlo, in piedi per meglio assistere al gioco. Una tela da godere in tutta la sua interezza, nella miriade di dettagli e scenette che dovevano solleticare lo sguardo del committente, lo stesso arciduca che aveva voluto per sé questa gigantesca “cartolina ricordo”.

Ancora oggi restano scarse le notizie relative a Camillo di Giovan Battista Ciai, fiorentino di nascita e operante nella Repubblica di Lucca nella seconda metà del Seicento; di lui conosciamo altre opere lucchesi, in San Frediano, in San Romano ma anche sparse nelle chiese del territorio, a testimonianza di un prestigio personale profondamente radicato in tutta l’area.

L’esposizione è accompagnata da un catalogo a cura di Paola Betti.

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