Moschea a Firenze, anni di incapacità per tornare al referendum

Cellai e Villa replicano alle parole dell’Imam Elzir

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 gennaio 2015 16:26
Moschea a Firenze, anni di incapacità per tornare al referendum

La proposta da parte di Forza Italia di indire un referendum consultivo per chiedere ai fiorentini se siano d’accordo o meno sulla realizzazione della Moschea viene da lontano, dal 2008 per la precisione. Tre giorni di un fine anno."L'Imam di Firenze vuole una Moschea" titolava Nove da Firenze il 29 dicembre 2008. "Forza Italia non vuole il minareto" è il 30 dicembre. "Moschea: si accende lo scontro" il 31 dicembre 2008."Sì alla costruzione di una Moschea a Firenze" il vicesindaco Matulli accoglieva in modo favorevole la proposta lanciata dall´Imam durante il convegno Ucoii.

"In città i musulmani sono cresciuti e alcuni luoghi di preghiera hanno preso il nome di Moschea, ma non hanno né cupole né minareti".

"La proposta merita un dibattito approfondito in termini culturali prima ancora che politici" dichiaravano i consiglieri Stefano Alessandri (AN-PdL) e Marco Stella (FI-PdL).Mario Razzanelli, al tempo capogruppo dell'UDC chiedeva "Controllo, per evitare che si trasformi da luogo di preghiera in scuola di terrorismo; Dimensione correlata alle esigenze della città; Ubicazione e Architettura che siano compatibili con la tradizione fiorentina"Lapo Pistelli dichiarava invece: "Non ha senso che 6.000 persone siano costrette a pregare facendo i turni in un retrobottega.

In termini di sicurezza, è preferibile una Moschea rispetto a un garage, così come l’organizzazione condivisa è migliore rispetto all’improvvisazione. Semmai il dibattito riguarda la localizzazione. Un minareto, per le sue caratteristiche, non può certo trovare posto nel centro storico di Firenze. Si può individuare un’altra area e su questo la politica fiorentina deve discutere, senza preclusioni ideologiche".Seguiva una conferenza stampa del senatore Paolo Amato, con gli onorevoli Massimo Parisi e Alessio Bonciani ed il vicepresidente del Consiglio regionale Angelo Pollina: "Se l’Amministrazione asseconderà le richieste dell’Ucoii crediamo opportuno un referendum per capire cosa ne pensano i fiorentini"

Sono trascorsi 7 anni. Da registrare un altro passaggio silenzioso nel governo fiorentino di Matteo Renzi visto che l'argomento toccato da Matulli, spetta oggi a Nardella, attuale sindaco.Dopo 7 anni lo scontro è terminato? Forza Italia punta il dito oggi sulle recenti dichiarazioni "Pubblicate di recente su un quotidiano locale che riporta le parole dell’Imam fiorentino Izzedin Elzir il quale definisce il consigliere regionale Tommaso Villa e il consigliere comunale Jacopo Cellai dei “poveracci che vogliono strumentalizzare anche 12 morti”. Non ci offendiamo certo per l’espressione poveracci.

Siamo abituati a coloro che salutano cordialmente e fanno finta di portare rispetto finché in qualche modo non si intralciano i loro piani e le loro ambizioni. Ci viene da sorridere semmai, dato che noi abbiamo sempre riconosciuto la preparazione di Izzedin. Ancora una volta però proprio colui che dovrebbe rappresentare il volto di quell’Islam moderato cui guardare e col quale dialogare non riesce ad evitare, alla prova dei fatti, di esprimersi alla stregua di un intollerante.

Perché solo un intollerante può qualificare con quell’aggettivo “poveracci” l’opinione di persone che rappresentano centinaia e migliaia di cittadini nelle Istituzioni sapendo perfettamente che la nostra posizione sul referendum non nasce, come dimostrano i fatti, da quanto accaduto in Francia".

Gli esponenti azzurri ricordano "Nel 2011 l’on. Souad Sbai intervenendo a Firenze ad un convegno sulla libertà di culto mise in evidenza una serie di questioni che riguardavano l’Ucoii, l’unità delle comunità islamiche di cui Izzedin è presidente, in relazione all’esclusione della stessa dalla consulta islamica e ai suoi rapporti con i Fratelli Musulmani e l’unica risposta di Izzedin fu la seguente: “Discorsi inutili. Non abbiamo certo bisogno del lasciapassare di persone che con Firenze non c’entrano nulla’. La netta sensazione è che a Izzedin vada bene dialogare con chi è d’accordo con la realizzazione della Moschea. Gli altri, i poveracci come noi, sarebbero quelli che strumentalizzano le vicende tragiche di Parigi per far passare l’idea che tutti i musulmani siano terroristi".

Le domande poste da Forza Italia: "Siamo davvero noi quelli che strumentalizzano? Perché va bene un percorso partecipativo pagato dalla Regione, non sappiamo bene destinato a chi e a quanti, ma non può andare bene un referendum?"

"La libertà di culto non è mai stata messa in discussione - proseguono Villa e Cellai - non a caso in borgo Allegri i musulmani si ritrovano e pregano. E certo il sovraffollamento non può essere il motivo per fare una Moschea altrimenti basterebbe individuare uno spazio più grande. Come scriveva Padre Lanzetta, il dialogo con l’Islam, auspicabile e nobile, non può però principiare dal permettere la costruzione di una moschea. Deve invece iniziare da valori condivisibili a livello naturale (che è ciò che veramente ci unisce, mentre le fedi ci separano), dai diritti naturali dell’uomo, dalla libertà religiosa, dalla pari dignità tra uomo e donna, dalla necessità di distinguere la sfera religiosa da quella politica, per non rischiare di scadere facilmente in un fondamentalismo politico ammantato di religiosità. Partire invece dalla moschea è come iniziare la costruzione di una casa dal tetto anziché dalle fondamenta".

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