​Minori: in Toscana aumentano bambini e diminuiscono assistenti sociali

La burocrazia pesa sulle operazioni procedurali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2014 16:55
​Minori: in Toscana aumentano bambini e diminuiscono assistenti sociali

Firenze Poter giocare e stare con gli amici. Avere una casa, una famiglia, non vivere per strada. Disporre di più tempo per stare con i genitori, parlare, sentirci dire che siamo bravi. Essere guidati, valorizzati, ascoltati perché a volte ci sentiamo soli. Questi sono alcuni dei passaggi di una lettera che i bambini della IV elementare ‘Giotto’ di Firenze hanno inviato al Consiglio regionale a seguito della loro visita per la giornata dell’infanzia lo scorso 20 novembre 2013. Passaggi, pensieri e proposte che rappresentano la sintesi migliore dell’attività 2013 svolta dal Garante per l’Infanzia e l’adolescenza Grazia Sestini, presentata nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Panciatichi lunedì 12 maggio.

Un anno intenso che ha consolidato il lavoro di conoscenza e comunicazione della figura del Garante e che fotografa una realtà minorile in Toscana che al primo gennaio 2012 è composta da 558.783 fra bambini e ragazzi di età compresa fra 0 e 17 anni (fonte Centro Regionale di Documentazione per l’Infanzia e l’Adolescenza – Istituto degli Innocenti).

Secondo i dati diffusi, rispetto agli anni precedenti la popolazione minorile residente registra uno scostamento negativo. In particolar modo per i soli minorenni toscani si contano, in un solo anno, 7.663 unità in meno. La classe 0-2 anni è quella che fa registrare la diminuzione più significativa visto che passa dai 98.936 residenti del 2011 ai 94.012 residenti del 2012 (meno 4.924 unità). Sempre nel 2012, l’incidenza percentuale degli 0-17enni sul totale della popolazione Toscana (anch’essa data in diminuzione) rimane pressoché inalterata intorno al 15,2 per cento, ma il contemporaneo aumento della popolazione degli ultra 65enni fa si che l’indice di vecchiaia della popolazione toscana risulti, invece, in leggero aumento (186 contro il 182,9 per cento registrato nell’anno precedente).

Indice di vecchiaia che rimane tra i più alti d’Italia, dietro solamente a Liguria (236,2) e Friuli-Venezia Giulia (189,6), e molto lontano dal valore medio nazionale (148,6). A livello di ambito territoriale (società della salute o zona sociosanitaria) è la zona di Firenze a far registrare il più alto numero di minorenni residenti (50.813), seguita da quella Pratese (41.119) e dall’area Fiorentina Nord-Ovest (34.907). Sono invece le zone dell’Amiata (2.401 la Grossetana e 2.988 la Val d’Orcia) e dell’Alta Val di Cecina (2.609) ad avere il numero più basso di minorenni residenti.

Per ciò che riguarda, invece, l’incidenza dei minorenni rispetto alla popolazione totale, i valori più alti si toccano negli ambiti Pratese (16,8 per cento), Versilia (16,7) e Mugello (16,6), mentre valori ben al di sotto del valore medio regionale del 15,2 per cento si hanno negli ambiti Colline dell’Albegna (12,6), Alta val di Cecina (12,7) e Lunigiana (12,8). Questi dati testimoniano una accentuata disomogeneità territoriale tanto che tra l’ambito con maggiore incidenza di minorenni e quello invece meno rappresentato, intercorrono più di quattro punti percentuali.

Per quanto attiene i casi affrontati dal Garante regionale nel corso del 2013 (tra cui fascicoli aperti nel 2012 e chiusi nel 2013 vista la loro complessità), l’attività è stata divisa tra segnalazioni di problematiche legate alla tutela di interessi diffusi e quelle su casi singoli.

Nel primo gruppo rientrano segnalazioni provenienti soprattutto dai servizi sociali, associazioni e genitori su tematiche di carattere generale quali mancata iscrizione all’anagrafe di minori figli di genitori privi di documenti, o problematiche legate ad aspetti dell’affido al servizio sociale (riconoscimento di congedi parentali da parte di genitori “collocatari” messo in discussione da alcuni sedi Inps e datori di lavoro). Per quanto riguarda il secondo gruppo, quello delle segnalazioni su casi singoli, il lavoro dell’Ufficio prevede l’acquisizione di quante più informazioni possibili solitamente attraverso colloqui con chi si è rivolto direttamente al Garante ma anche con operatori dei servizi e istituzioni interessate.

Durante il periodo dell’istruttoria si mantengono rapporti costanti e al termine dell’iter il Garante decide le azioni da intraprendere: dalla segnalazione all’Autorità giudiziaria alle raccomandazioni alle amministrazioni, fino alle azioni di informazione e consulenza.

Nel corso del 2013 è stato inoltre approfondito il rapporto con i servizi sociali, sia con la struttura regionale che con quelli diffusi nei territori. L’esiguità del numero degli assistenti sociali nei nostri comuni, ha rilevato Sestini, la contemporanea presa in carico di altre categorie di soggetti deboli, l’aumento del numero di bambini e ragazzi coinvolti nella conflittualità familiare e bisognosi di attenzione ed intervento, alcune difficoltà procedurali rendono il lavoro degli operatori profondamente complesso. Particolarmente delicato si presenta, anche nella nostra regione, l’istituto dell’affido al servizio sociale che conosce in alcune realtà numeri importanti, in un quadro legislativo e regolamentare non chiaro.

L’ufficio regionale sta partecipando ad una ricerca, con altre tre regioni (Lazio, Emilia Romagna, Veneto) in partenariato con l’Università di Padova e con l’Istituto degli Innocenti, sull’istituto dell’affido al servizio sociale, con un approccio sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. 

Il Consiglio regionale si impegnerà a sensibilizzare la Giunta regionale e quelle comunali sul grave depauperamento degli organici nelle professioni sociali, in particolare in quelle dedicate ai minori.

Lo prevede la proposta di risoluzione sull’attività svolta dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza nel 2013, licenziata all’unanimità dalla commissione Affari istituzionali, presieduta da Marco Manneschi.

La proposta di risoluzione, che sarà all’esame dell’aula nella prossima seduta, esprime apprezzamento per il lavoro svolto, in particolare per l’ascolto e la conoscenza dei minori attraverso incontri con gli operatori, le associazioni, e per le molteplici iniziative intraprese con il tribunale per i minorenni di Firenze.

Il grido d’allarme, raccolto nella proposta di risoluzione: i servizi territoriali delle Asl e dei comuni sono in gravissima crisi di personale ed il sistema toscano, che finora ha tenuto, è a rischio, soprattutto nella qualità delle prestazioni professionali. Non solo sono sempre più bambini e ragazzi che fanno ricorso ai servizi territoriali, ma anche i tribunali sempre più spesso decidono per l’affidamento a queste strutture.

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