Il Corpo Forestale coordinato dalla Procura di Grosseto ha effettuato una maxi-perquisizione nei confronti di 50 società e imprenditori tra commercianti, imbottigliatori di olio, titolari di frantoi nelle province di Grosseto, Firenze, Arezzo, Siena e Foggia. Una operazione che ha visto impiegati oltre cento uomini delle forze dell'ordine a caccia di informazioni sulla tracciabilità di quei 200 quintali di olio IGP Toscano, ma dal Dna caratteristico delle zone del mediterraneo come lo sono la Puglia, nel meridione d'Italia e la Grecia.
Sono stati emessi 47 avvisi di garanzia per altrettante persone accusate a vario titolo per frode e contraffazione.L'olio proveniente dalla Grecia viene venduto come Igp toscano, ma le analisi di laboratorio ne hanno svelato specie e varietà, ben diverse dall'olio extravergine d’oliva marchiato IGP toscano.Una operazione volta ad ottenere maggior guadagno spendendo sul mercato un nome rinomato, gli inquirenti accusano i proprietari dei frantoi di connivenza poiché solo simulando la spremitura di olive autoctone è possibile etichettare il prodotto come IGP da olive toscane.C'è grande preoccupazione in Toscana per questo fenomeno che le Procure definiscono "consolidata attività illecita di commercializzazione".
Per questo motivo il 25 marzo è già in programma la firma di un protocollo di tutela a Siena tra le Procure di Firenze, Arezzo e Siena e la Regione Toscana e la Procura Generale presso la Corte d'Appello di Firenze.
