FIRENZE- "Botticelli's Primavera, a botanical interpretation…" è stato recentemente ristampato in traduzione italiana da Leo S. Olschki, a 40 anni dall’edizione originaria. Si tratta dell’importante interpretazione della Primavera di Sandro Botticelli come allegoria del matrimonio tra Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici e Semiramide Appiani proposta dalla critica d'arte italiana naturalizzata statunitense Mirella Levi D'Ancona (Firenze, 1919 – Firenze, 2014).
Il quadro fu realizzato nel 1477-78, in previsione della nascita del figlio di Giuliano de' Medici, secondo la studiosa, che pubblicò anche un’analisi delle piante nella Porta del Paradiso, in un libro edito da Fazzi nel 2001.
La Primavera è un dipinto a tempera su tavola, realizzato da Sandro Botticelli per la villa medicea di Castello, e oggi conservato alla Galleria degli Uffizi. In epoca moderna è stata consacrata tra le opere più famose del Rinascimento italiano. Come giustamente sottolinea nella premessa della nuova edizione l’ex direttore della Galleria, Eike D. Schmidt, si accosta all'altrettanto celebre Nascita di Venere, con cui condivide la provenienza, il formato e alcuni riferimenti filosofici.
Lo straordinario fascino che tuttora esercita sul pubblico è legato anche all'aura di mistero che circonda l'opera, il cui significato più profondo non è ancora stato completamente svelato. Come succede per altri grandi capolavori del Rinascimento, la Primavera nasconde vari livelli di lettura: uno strettamente mitologico, legato ai soggetti rappresentati, la cui spiegazione è appurata; uno filosofico, connesso alla dottrina dell'accademia neoplatonica; uno storico-dinastico, dovuto alle vicende contemporanee ed alla necessità di gratificare il committente e la sua famiglia. Queste ultime due interpretazioni, con le ramificazioni possibili, sono controverse, e hanno registrato ulteriori interventi di studiosi e storici dell'arte, senza tuttavia giungere a un risultato definitivo.
In questo libro Mirella Levi D'Ancona ipotizza che il dipinto possa essere l'allegoria del matrimonio tra Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici e Semiramide Appiani. Botticelli lo avrebbe eseguito in due momenti successivi, perché l'opera era stata commissionata da Giuliano de' Medici in occasione della nascita del figlio Giulio (futuro papa Clemente VII), avuto con Fioretta Gorini, che egli avrebbe sposato in segreto nel 1478.
L'opera botticelliana, osservata nei suoi dettagli, colpisce per la varietà delle specie vegetali raffigurate. Botticelli deve aver tratto ispirazione dall'osservazione di piante e fiori nella vita quotidiana e dallo studio degli erbari medievali che circolavano sotto forma di manoscritti miniati. Se ne individuano circa 500 specie, distinguendole tra piante fiorite e non. I fiori dipinti nella scena alluderebbero a precise simbologie matrimoniali: fiordalisi, margherite e nontiscordardimé si riferiscono alla donna amata, i fiori d'arancio sugli alberi sono ancora oggi un simbolo di felicità matrimoniale, così come la borrana che riempie il prato.
L’eleganza, l’esuberanza e la pienezza della Primavera hanno reso l’opera di Botticelli celebre in tutto il mondo. Ed è proprio per questo che oggi viene considerata ‘il simbolo’ della Galleria degli Uffizi. Il volume ne ripercorre la bellezza e focalizza l’attenzione sui tipi di piante diverse che l’artista dipinse con minuzia di particolari, permettendoci di riscoprire una moltitudine di significati e suggestioni che conducono all'essenza profonda di quel periodo straordinario che va sotto il nome di Rinascimento.