Liliana Segre il 9 marzo cittadina onoraria di Firenze

L'annuncio del sindaco Nardella durante la posa delle nuove pietre d'inciampo in città. In piazza D'Azeglio la pronipote di due deportati. L'assessore Giachi: "Il Comune ha deciso di raccontare tutte le storie che i discendenti e gli eredi dei deportati decidono di condividere con noi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 gennaio 2020 16:07
Liliana Segre il 9 marzo cittadina onoraria di Firenze
foto Agenzia Dire

(DIRE) Firenze, 23 gen. - Il 9 marzo Liliana Segre sarà in Consiglio comunale, a Palazzo Vecchio, per la consegna della cittadinanza onoraria di Firenze. Lo annuncia il sindaco, Dario Nardella, durante la posa delle nuove pietre d'inciampo in città, all'indomani della scelta della senatrice, che da aprile sospenderà gli incontri nelle scuole per raccontare la Shoah.Una scelta su cui si sofferma il primo cittadino: "A nome di tutti i fiorentini voglio ringraziare Liliana Segre per questi 30 anni di testimonianza, che, come lei stessa ha detto, sono stati molto intensi e non privi di sofferenza.

Posso soltanto lontanamente immaginare, infatti, cosa significhi riaprire ogni volta la ferita del ricordo. Questi 30 anni dedicati alle nuove generazioni" rappresentano "un patrimonio di memoria e di cultura che non dovrà mai essere disperso".Detto questo, conclude, "siamo comunque felici che la senatrice Segre continui in altre circostanze e modi a parlare di futuro. Quello cioè che vogliamo fare con lei il 9 marzo, perché abbiamo bisogno di punti di riferimento e certamente Liliana Segre lo è per il Paese".(Dig/ Dire)

Intanto come accennato Firenze accoglie tredici nuove pietre d’inciampo oltre a quelle che che dal 9 gennaio scorso hanno cominciato a costellare vie e lastricati della nostra città ricordando i luoghi dove furono rapite le vittime della deportazione nazista e fascista. Stamani le prime installazioni, sempre realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig, in piazza d'Azeglio 12 con due pose in ricordo di Giuseppe Siebzehner e Amalia Koretz. Ogni piccolo blocco di pietra quadrato è ricoperto d'ottone e ricorda nome, anno di nascita, giorno e luogo della morte di ciascun deportato.

In piazza d'Azeglio erano presenti, tra gli altri, la pronipote dei due deportati, il sindaco Dario Nardella, la vicesindaca e assessora alla toponomastica Cristina Giachi, l'assessore all'educazione Sara Funaro, l'assessore alla cultura delle memoria Alessandro Martini, il presidente della Comunitá ebraica Marco David Liscia, monsignor Vasco Giuliani, il questore Armando Nanei, il generale Claudio Cogliano, comandante della Scuola marescialli e brigadieri dei carabinieri di Firenze, ed i bambini di alcune scuole cittadine.

“Le Pietre d'inciampo servono a non dimenticare – ha sottolineato il sindaco Nardella – a ridare dignità e memoria a tanti fiorentini, ebrei e non solo, vittime delle persecuzioni nazifasciste che con il tempo sono stati dimenticati. Servono anche a costruire cittadini giusti, onesti che non perdano mai di vista i valori alla base della nostra democrazia: libertà, tolleranza e uguaglianza. Valori che ancora oggi qualcuno pensa di calpestare e che noi non possiamo assolutamente lasciare in balia della violenza e dell'odio che ancora continuano a serpeggiare nel nostro continente”.“Il Comune ha deciso di raccontare tutte le storie che i discendenti e gli eredi dei deportati decidono di condividere con noi – ha annunciato la vicesindaca Giachi – di raccoglierle nella pagina dedicata al memoriale italiano di Auschwitz, su https://cultura.comune.fi.it/memoriale , e di pubblicarle in un piccolo libro.

La memoria è fondamentale, come ha detto oggi il Presidente della Repubblica Mattarella da Israele, noi facciamo di tutto per onorare il compito di custodire la memoria collettiva delle deportazioni”.Nel pomeriggio la cerimonia itinerante toccherà altre zone di Firenze: si proseguirà alle 15 in via Bovio 1 e 7 e qui le pietre saranno dedicate a Giorgio Levi delle Trezze, Xenia Haya Poliakov e Lucia Levi. Alle 16 cinque pietre saranno apposte in via Marsala 2 per commemorare Amelia, Augusto, Lucio e Sergio Gallico e Giulia Pacifici, e alle 16.45 tre pietre saranno sistemate in piazza delle Cure 7: porteranno i nomi di Aldo e Giulio Levi e Adriana Castelli.

Complessivamente saranno 24 le pietre che in questo mese, incastonate nei marciapiedi, servono a ricordare chi perse la vita a causa del nazifascismo. Il progetto, voluto dalla Comunità Ebraica di Firenze e dal Comune, prende vita dopo l’approvazione dell’apposita delibera, il 9 aprile scorso. Le creazioni di Demnig, avviate in Germania nel 1995, sono ormai presenti in numerose città europee e ora anche a Firenze sta prendendo forma un vero e proprio percorso della memoria sulle tracce delle famiglie ebree arrestate e deportate nei campi di sterminio negli anni del secondo conflitto mondiale.

In tutta Europa si è raggiunta, per ora, la cifra di 72 mila.

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