Liberazione Chianti e Firenze, alle Murate presentazione del primo film dedicato al Battaglione Maori

Mercoledì alle 21.15 al Caffè Letterario. Biblioteca degli Uffizi: dossier inedito sul ritrovamento della testa della Primavera distrutta nel ’44 insieme ai ponti. Il 4 agosto le celebrazioni per il 70° anniversario della Liberazione di Lastra a Signa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 agosto 2014 15:39
Liberazione Chianti e Firenze, alle Murate presentazione del primo film dedicato al Battaglione Maori

Un docufilm che racconta la Liberazione del Chianti e di Firenze attraverso le storie del ventottesimo Battaglione Maori: è ‘Kia Ora’, che sarà presentato e proiettato mercoledì alle 21.15 al Caffè Letterario Le Murate. L’ingresso è libero. Inserita nell’ambito delle celebrazioni del settantesimo anniversario della Liberazione, l’iniziativa è organizzata dal Comune di Firenze in collaborazione con i promotori del progetto cinematografico: la Provincia di Firenze e la Regione Toscana, l’Unione comunale del Chianti fiorentino, i Comuni di Empoli, Montespertoli, Scandicci e Firenze. Il progetto di documentazione e produzione cinematografica ‘Kia Ora’ racconta la liberazione dei territori chiantigiani attraverso le storie del ventottestimo Battaglione Neozelandese, costituito esclusivamente da Maori, arrivato dall’altro capo del mondo per liberare l’Italia dall’occupazione nazifascista.

Le gesta, il valore dei soldati Maori e il loro straordinario rapporto con la popolazione e la cultura italiana sono al centro del documentario, nato come opera collettiva, promossa da una ricco partenariato istituzionale. Ne sono stati ideatori e realizzatori Manuela Critelli che ha curato la sceneggiatura e la regia, Claudio Teobaldelli e Giovanni Pecchioli che hanno composto le musiche e Stefano Fusi che, in qualità di coautore, ha condotto il percorso di ricerche storiche e di testimonianze, con la collaborazione di molte altre persone italiane e neozelandesi.

Il film vuole far rivivere i rapporti, le relazioni fra le storie dei due popoli e di come essi riuscirono ad integrarsi, nonostante la morsa ed il dramma della guerra, nell’estate del ’44, mostrando reciprocamente rispetto, concretezza, dignità, amicizia e lealtà. La fotografia del docufilm é stata curata da Enzo Quaia ed il montaggio da Fabio Bianchini. Il docufilm ‘Kia Ora. La Liberazione del Chianti e di Firenze attraverso le storie del ventottesimo Battaglione Maori’ ripercorre la nascita di una naturale empatia fra i maori e gli italiani.

Anche sul piano linguistico i Maori, popolo aperto e socievole, rimasero affascinati dai suoni della lingua italiana e si sforzarono di apprenderne gli strumenti basilari per poter comunicare e trasmettere le loro emozioni agli italiani. Una passione analoga nacque per la musica: alcune canzoni popolari come ‘Buona Notte Mio Amore’ o ‘Mamma’ diventarono parte del repertorio musicale del Battaglione maori e sono ancora adesso cantate e suonate. L’incontro, umano e culturale, produsse effetti positivi nel tempo, come attestano le opere di alcuni importanti scrittori neozelandesi tra cui Witi Ihimaera, Alistair Te Ariki Campbell e Patricia Grace. “Gli anni di guerra - ha commentato il coautore Stefano Fusi - il grande contributo e sacrificio portato alla lotta contro il nazifascismo, la conoscenza di molti altri luoghi e di altri popoli, dettero un impulso straordinario al rafforzamento dell’identità culturale, sociale, politica e nazionale dei maori.

Il 28 ° Battaglione voleva sentirsi al pari dei “bianchi” e acquisire pieni diritti sociali e politici di cittadinanza. I cambiamenti necessari al superamento di ogni forma di discriminazione sarebbero stati ancora più lenti se i maori non avessero partecipato alla guerra e non avessero acquisito una maggiore consapevolezza di se stessi ed orgoglio della propria storia ed identità culturale”. Il film sarà introdotto dal coautore Stefano Fusi e dal direttore dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana Simone Neri Serneri.

Dopo la proiezione le conclusioni sono affidate alla regista Manuela Critelli e agli altri autori.Si avvicina il 70° della liberazione di Firenze e, in sintonia con l’anniversario, nella Biblioteca degli Uffizi c’è la posibilità di sfogliare un emozionante inedito. Quale rapporto può mai legare la Parker – notissima industria americana di penne – e la testa della statua della Primavera di Ponte Santa Trinita, scolpita da Pietro Francavilla nel 1590 e “smarrita” nel 1944? Nel 1958, cioè 14 anni dopo il passaggio della guerra a Firenze, la Parker mise una vera e propria “taglia” su quella testa: si trattava della ricompensa di 3mila dollari a chiunque trovasse o restituisse il prezioso complemento della celebre scultura, dispersa in Arno in seguito alla nota distruzione dei ponti fiorentini dell’agosto 1944. Mentre il ponte veniva ricostruito (grazie anche al “Committee for the reconstruction of St.

Trinita bridge”, ubicato in Via Tornabuoni 16 e il cui segretario generale era Luigi Bellini), l’attenzione mondiale fu richiamata all’affascinante ricerca grazie anche alla locandina che la Parker diffuse in tutto il mondo, in molte lingue e alfabeti (greco, indi, giapponese…). Non veniva esclusa, infatti, l’ipotesi che qualche soldato delle truppe liberatrici avesse portato a casa un “souvenir” (una sorta di “citazione” dell’episodio la troviamo nel film “Miracolo a Sant’Anna” di Spike Lee). Poi la testa della Primavera nel 1961 venne recuperata e ricollocata sulle spalle della statua. La Biblioteca degli Uffizi possiede un elegante dossier rilegato – opera unica, assimilabile a un manoscritto, e insieme ai manoscritti conservato - che raccoglie tutti i ritagli di stampa, i volantini e le fotografie che raccontano la vicenda, dall’emissione della taglia al ritrovamento della testa, e alla sua esposizione in Palazzo Vecchio prima di essere risistemata. Il fatto è stato raccontato da Paolo Paoletti nel suo Il Ponte a Santa Trinita.

Com’era e dov’era (Becocci 1987. Paoletti cita il dossier in bibliogrefia), ma la documentazione conservata alla Biblioteca degli Uffizi rimane tuttora inedita e misconosciuta. Il prezioso materiale che oggi torna d’attualità, è arrivato nella Biblioteca degli Uffizi come dono di Giuseppe Fantacci, rappresentante italiano della Parker e promotore di quel gesto liberale da parte della casa americana. Infine una curiosità: nel novembre del 2006 la statua scolpita da Francavilla fu al centro di un’altra operazione particolare.

È di allora, infatti, il riposizionamento del gomito destro, staccato anch’esso di netto in seguito alla distruzione del Ponte Santa Trinita del 1944, recuperato nel 1974 e poi ritenuto perduto per una trentina di anni. 

Lunedì 4 agosto Lastra a Signa celebrerà il 70° anniversario della Liberazione dal nazifascismo con una serata di iniziative che partirà alle 21 presso la sala consiliare in piazza del Comune con la seduta straordinaria del consiglio comunale. La seduta si aprirà con gli interventi del sindaco del Comune di Lastra a Signa Angela Bagni e dei sindaci dei Comuni di Scandicci, Signa e Campi Bisenzio. Interverranno inoltre: Guido Zini della sezione Anpi di Lastra a Signa e Pier Damiano Marini, che racconterà le vicende del Convento di Santa Lucia avvenute dal settembre del ’43 fino all’agosto del ’44.

Nel corso dell’iniziativa saranno lette alcune poesie a cura della sezione Anpi di Lastra a Signa. Alle 22.30 le commemorazioni si sposteranno presso lo Spedale di Sant’Antonio da dove partirà una sfilata per le vie del centro storico con i figuranti e l’associazione Filarmonica Giuseppe Verdi di Signa, il corteo si fermerà in via Matteotti dove sarà deposta una corona al Monumento ai Caduti e in piazza del Comune dove si terrà la rievocazione storica del tentativo di sminamento del Portone di Baccio a cura dell’Associazione Culturale di ricostruzione storica Ultimo Fronte 1945.

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