Lettere dal Donbass: parlano i protagonisti della guerra in Ucraina

Verità Scomode: le voci e i volti della politica internazionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 marzo 2022 09:06
Lettere dal Donbass: parlano i protagonisti della guerra in Ucraina

Le lettere dei soldati ucraini di stanza nel Donbass parlano di trincee e carri armati, razzi e maschere antigas, ma anche di amore per il proprio paese e desiderio di libertà. I loro messaggi, pubblicati su Internet, sono stati raccolti e riproposti sotto forma di testo teatrale da Dario Fertilio e Olena Ponomareva nel libro Lettere dal Donbas. Le voci e i volti della guerra in Ucraina, in uscita il 1° aprile per l’editore Mauro Pagliai all’interno della collana «Verità scomode», che già aveva portato in libreria una lunga intervista al patriarca russo ortodosso Kirill e la storia del martire ucraino Vasyl’ Makuch.

Il lavoro di Fertilio, giornalista scrittore da sempre impegnato nella denuncia dell’autoritarismo, e della Ponomareva, docente dell’università «La Sapienza» di Roma originaria di Kiev, documenta in presa diretta gli ardori e i sogni dei soldati ucraini in otto anni di guerra – apparentemente combattuti a bassa intensità, in realtà costati migliaia di caduti – culminati lo scorso 24 febbraio in un conflitto su larga scala con l’inizio dell’“operazione speciale” ordinata da Vladimir Putin.

Il dramma reale del Donbas”, spiegano gli autori, “e in prospettiva dell’intera Ucraina, è stato trasposto in forma teatrale perché questo genere letterario ci è parso il più adatto a coglierne le motivazioni profonde. È come se gli avvenimenti che vengono raccontati fossero il naturale prolungamento di quelli contemplati, ora dopo ora, in televisione e su Internet. Talmente coinvolgenti da poterli toccare quasi con mano, e dunque pronti per essere rappresentati direttamente sulla scena”.

Il testo dà voce a diversi personaggi, alcuni reali, altri simbolici: tra questi anche il presidente russo in persona, che si dichiara partigiano della pace ma lascia capire d’essere in grado di schiacciare l’Ucraina in mezza giornata di guerra. Un'affermazione tracotante che la resistenza ucraina ha smentito sul campo di battaglia.

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