La mia città d’arte? “Non vogliamo essere una quinta scenografica!”. Firmato a San Gimignano il recupero dell’ex convento ed ex carcere di San Domenico

Nel recupero di un complesso architettonico di notevole rilievo storico-artistico si sperimenta una partnership innovativa fra bene pubblico e imprenditoria privata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 gennaio 2021 15:45
La mia città d’arte? “Non vogliamo essere una quinta scenografica!”. Firmato a San Gimignano il recupero dell’ex convento ed ex carcere di San Domenico
La firma per il contratto di concessione

“Un’arena da mille posti a sedere – segnala il progetto presentato ieri in Palazzo comunale - per teatro e lirica al posto di quella che fu l’ora d’aria per i detenuti, un percorso panoramico per i visitatori da cui ammirare lo skyline di San Gimignano al posto del camminamento di ronda, nuovi spazi pubblici per la collettività, una struttura ricettiva esperienziale con camere ricavate nelle ex celle del convento. E poi ancora un’area convegni e spazi per ospitare botteghe artigianali locali, associazioni, agribar e gallerie multimediali”.

Un segnale incoraggiante, dunque, in era di pandemia. E forse un modello da cui ricavare spunti e suggerimenti anche per la ‘capitale’ della cultura Firenze… Si parla infatti di valorizzazione culturale di un bene demaniale. In questo contesto, lo scopo dichiarato è quello di portare “a nuova vita una parte importante e strategica del nostro centro storico patrimonio dell’Umanità”. San Gimignano è sito Unesco, come Firenze. Ma c’è forse … Unesco e Unesco? In val d’Elsa l’approccio al recupero e alla valorizzazione sembra essere diverso da quello documentato in riva d’Arno.

Nella cornice della Sala Dante della ‘città delle torri’ è stato sottoscritto ieri fra il sindaco Andrea Marrucci e il presidente di “Opera Laboratori” Beppe Costa

un investimento da 20 milioni per il restauro e il recupero di un bene architettonico di pregio, l’ex convento (poi carcere) di San Domenico, circa 7mila metri quadri, sottoposto alla disciplina di tutela e salvaguardia del Ministero dei Beni culturali, di proprietà del Comune di San Gimignano e della Regione Toscana. “Oggi si chiude un cammino di oltre dieci anni e si apre una fase nuova – ha sottolineato il sindaco Marrucci -. Grazie a questo investimento l’obiettivo dell’Amministrazione è allargare la fruizione pubblica della città, in una prospettiva urbanistica e culturale senza precedenti, a cui si aggiungono ampi risvolti sociali, amministrativi, economici ed occupazionali.

Dalla valorizzazione del San Domenico può ripartire San Gimignano, oltre a rappresentare uno straordinario contenitore anche per la Regione Toscana, comproprietaria del bene”. Un’operazione, quella del contratto in concessione per 69 anni all’aggiudicatario del bando per il project financing, che secondo il primo cittadino “dovrà ulteriormente connotare la Città da un punto di vista culturale, con nuovi spazi pubblici per la collettività, valorizzando le peculiarità paesaggistiche, storico-artistiche, enogastronomiche del territorio e contribuire anche ad un turismo sempre più consapevole dell’unicità di San Gimignano, attraverso l’attivazione di inediti percorsi di visita rispetto a quelli fino ad oggi conosciuti”.

L'obiettivo che l'amministrazione comunale intende perseguire è quello di “una piena acquisizione alla fruizione pubblica di una rilevante porzione dello straordinario tessuto architettonico del centro storico di San Gimignano, tramite impiego di capitale privato nell'ambito di un intervento di partenariato pubblico privato, pervenendo ad un 'ampliamento' della città tramite la creazione di varie aree destinate alla pubblica fruizione nell'ambito di un nuovo 'quartiere' che connoti culturalmente la città esaltando le caratteristiche paesaggistiche, storico-artistiche, enogastronomiche e produttive del territorio e fornendo nuove occasioni per un turismo 'qualificato' tramite l'attivazione di nuovi percorsi di visita.

Da parte sua, l’aggiudicataria “Opera laboratori”, forte di 800 dipendenti, ha maturato plurime competenze in questi anni che, come è stato precisato dal presidente Costa, le hanno consentito di operare in numerosi settori: con il Polo Museale Fiorentino, il Parco Archeologico di Pompei ed Ercolano, la Reggia di Caserta, il Complesso del Duomo, il Santa Maria della Scala ed il Museo Civico di Siena, i Musei Civici ed il Duomo di San Gimignano, i Musei Civici di Montalcino e di Colle val d’Elsa, i musei della Città di Pienza, l’Abbazia di Sant’Antimo, il Tempio di San Biagio a Montepulciano, il Museo Diocesano di Cortona, il complesso del Duomo di Spoleto, Villa Giulia a Roma, e, a breve, con la Pinacoteca di Brera e l’Accademia di Venezia.

“L’ex convento ed ex carcere – ha concluso - diventerà non solo un presidio della memoria, ma un’officina di futuro anche per lo sviluppo dell’occupazione locale e per il territorio di San Gimignano. I nostri laboratori saranno capaci di trovare nel San Domenico lo spazio ideale per creare un modello di gestione sostenibile fondato sul vero valore della cultura dell’ospitalità”.

Non sono infatti previste locations di lusso o superlusso, ma una foresteria dedicata a un’accoglienza consona con le esigenze che pongono i tempi Covid, e le conseguenze sociali e geografiche sul piano dell’evoluzione del turismo in direzione della sostenibilità, sempre più orientato quindi sulla fruizione e la valorizzazione delle straordinarie risorse locali di cui è ricca la nostra regione.

Facendo un confronto con la nostra Firenze, balzano subito agli occhi le differenze nell’impostazione apparentemente adottata dall’Amministrazione cittadina. Non sono rari i casi, infatti, di capitali stranieri che in riva d’Arno acquisiscono immobili di maggiore o minor pregio, liberi di farne l’uso che desiderano. Non sarebbe (stato) piuttosto opportuno sperimentare soluzioni di più ampia veduta che non si limitino ai soliti appartamenti-vacanze o alberghi di lusso di cui Firenze oramai è satura? E perché invece, se non ci sono le idee, non fare concorsi aperti a tutti prevedendo la produzione di progetti non orientati alla ricettività, ma bensì fondati ­- pur col corredo di adeguati piani economici attuativi - sui valori culturali e sul mantenimento delle peculiarità che hanno fatto grande la nostra città?

Claudia Bernabei

PS

In allegato la scheda storica del manufatto distribuita in occasione della presentazione

Allegati
Foto gallery
In evidenza