​Italia On Line ex Seat Pagine Gialle: licenziamenti e sedi chiuse a Pisa e Firenze

 Domani martedì 20 marzo sciopero e presidio con la Slc Cgil a Roma sotto il Mise

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 marzo 2018 17:32
​Italia On Line ex Seat Pagine Gialle: licenziamenti e sedi chiuse a Pisa e Firenze

 "Il management di Italia On Line, la Ex Seat Pagine Gialle, con assoluta mancanza di senso di responsabilità e a seguito di una gestione egoistica e scellerata - afferma Giuseppe Luongo, segretario Slc Cgil Area Vasta Firenze, Prato, Pistoia - nei giorni scorsi ha annunciato ai lavoratori e alle lavoratrici che ci saranno 400 licenziamenti e la chiusura delle attività sul territorio nazionale, fra queste quelle di Pisa e Firenze che danno lavoro a circa 60 persone (40 a Pisa e 20 a Firenze). L’azienda, in sovrappiù, non sembra voler prendere in considerazione la possibilità di ricollocazioni, possibili sul territorio toscano se solo si guardasse alle altre società sotto il completo controllo di Italia On Line".

"La 'scelta strategica' sembra un'altra ed è chiara: dividendi milionari ai nuovi soci, manager e imprenditori che alla luce dei fatti risultano fallimentari, e che finanziano i licenziamenti con i soldi concessi dal Mise - prosegue Luongo -. Seat Pagine Gialle non tanto tempo fa era una gallina dalle uova d'oro, ma son bastati un paio di rinnovi del management per attuare scelte scellerate e il gonfiarsi dei portafogli di qualcuno: hanno portato via il metallo prezioso ed ora lasciano solo il recinto del pollaio.

Ma lavoratrici e lavoratori non ci stanno a fare i polli".Così, in concomitanza dell'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, in programma domani martedì 20 marzo, la mobilitazione (unitaria) vedrà un'altra giornata di sciopero (dopo quella dello scorso 8 marzo a Torino) con presidio nazionale a Roma sotto il Mise, contro i licenziamenti. "Sarà l’occasione per evidenziare anche il disappunto dei lavoratori per il rinvio, dal 16 al 20 marzo appunto, della convocazione al Ministero - conclude Luongo -.

Le persone non sono numeri. E le istituzioni devono vigilare ed intervenire su simili comportamenti".

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