Torna a splendere il sole sul settore degli agriturismi italiani. Secondo i dati Ismea Rete Rurale Nazionale che ad Agrietour nella giornata inaugurale di oggi ha presentato il report Agriturismo, un modello internazionale di multifunzionalità – Il successo di un settore che tutto il mondo apprezza tra sfide di oggi e prospettive di domani, l’offerta agrituristica italiana vede 25.390 strutture complessive (+24% tra il 2011 e il 2021) per un totale di 1,5 miliardi di euro di fatturato nel 2022. L’alloggio occupa il primo posto con un peso dell’81% e la ristorazione terza dietro le attività ricreative, 53% che in cima hanno lo sport, 15%, quindi escursionismo, 13%.
Se si guarda all’anno in corso, dati Istat (provvisori) del periodo gennaio-agosto, si ha un +6,4% ospiti e +3,9% pernottamenti dove vanno bene gli stranieri, a fronte di un leggero calo degli italiani.
Nel 2022 le attività secondarie hanno raggiunto l’incidenza massima storica rispetto alla produzione agricola, oltre il 9,7%, grazie al recupero dell’agriturismo con un +22% sul 2021. La lingua dai numeri dice anche che il 2022 è stato l’anno record per quanto riguarda le presenze, 4 milioni di turisti e +35% sul 2021 (addirittura +65,8% sul 2013): c’è il grande ritorno degli stranieri, +74,8% rispetto all’anno precedente per arrivare a sfiorare le 2 milioni di presenze.
Ma cresce anche il mercato domestico, +11,5% (2 milioni e 115mila presenze) e addirittura +53,6% rispetto a 10 anni prima. Crescono i pernottamenti arrivati a 15 milioni e 570mila, +29,2% sul 2021 dove spicca il dato che nel 2022 quasi 6 pernottamenti su 10 tornano stranieri. I pernottamenti degli stranieri, infatti, sono stati oltre 9 milioni (+60,9%) contro i 6,5 milioni di quelli italiani, +1,6% sul 2022 ma un +12% sul 2019. Secondo l’analisi Ismea, l’agriturismo è la tipologia di struttura ricettiva con migliori performance post pandemia tanto aver avuto nel 2022 un valore della produzione annuo pari a 1,5 miliardi di euro a prezzi correnti per circa 60mila euro in media per azienda.
Valore cresciuto del 30,5% sul 2021 e dell’89% sul 2020 ma ancora sotto del 3% rispetto al 2019.
È con questi numeri che ha preso il via AgrieTour il Salone Nazionale dell’Agriturismo e dell’Agricoltura Multifunzionale che si tiene da 21 anni ad Arezzo Fiere e Congressi, sede e patron della storica fiera e che andrà avanti fino a domenica.
Il programma della giornata di domani, sabato 11 novembre, prevede la Experience Workshop B2B con oltre 2500 incontri business tra strutture ricettive di campagna e tour operator specializzati in esperienze.
Alle 10, in Sala Convegni, Proposte, metodi e strumenti per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agroalimentari tradizionali della Toscana: i risultati dei Gruppi di lavoro del Centro delle Competenze sui Patiniziativa a cura della Direzione Agricoltura e sviluppo rurale della Regione Toscana e di Toscana Promozione Turistica. Intervengono Alessio Cavicchi professore Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, Chiara Mignani ricercatrice Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, Marco Locatelli dirigente responsabile settore “Gestione Tenuta di Cesa, innovazione e progetti europei”, Ente Terre Regionali Toscane, Roberto Scalacci direttore Agricoltura e sviluppo rurale, Regione Toscana, Simone Marrucci Vetrina Toscana, Flavio Berilli direttore Icqrf Toscana e Umbria, Masaf.
Nella tre giorni aretina, la Regione Toscana sarà presente con uno stand, insieme a Toscana Promozione Turistica, con il progetto Vetrina Toscana che promuove il turismo enogastronomico.
Arricchiscono l’offerta della prima giornata Master e le Professional Training Session con oltre 90 partecipanti iscritti dedicate a qualità dell’acqua, bellezza, benessere, marketing, energie rinnovabili e all’innovazione, sia nel campo della produzione sia nella gestione di una azienda agricola e agrituristica.
Toscana regina del turismo rurale dunque grazie a 5.600 agriturismi che garantiscono complessivamente un quarto dell’offerta nazionale. Un settore capace, nel 2022, di sfiorare le 5 milioni di presenze. Mai così tante. Un boom favorito dall’applicazione intelligente da parte delle aziende agricole della legge sulla multifunzionalità voluta da Coldiretti.
Il 69,2% delle aziende agricole con attività connesse conduce infatti un’attività agrituristica, quasi il 20% in più dal 2010 secondo l’ultimo censimento Istat, favorendo così l’esplosione progressiva del turismo rurale, sostenibile, all’aria aperta, nelle nostre campagne, borghi, paesi e località più remote. A dirlo è Terranostra Toscana, l’associazione degli agriturismi di Coldiretti, in occasione della 21° edizione di Agri&Tour che si è aperta ad Arezzo Fiere e Congressi in programma fino a domenica 12 novembre 2023.
Una presenza, quella di Terranostra ad Agri&Tour, che si inserisce in una più ampia programmazione di promozione del comparto e che arriva a pochi giorni dalla positiva trasferta al World Travel Market di Londra dove la delegazione dell’associazione, rappresentata per la Toscana dalla segretaria regionale, Lara Peverini e dalla cuoca contadina, Francesca Buonagurelli, ha presentato l’offerta del settore agli operatori turistici e tour operator di tutto il mondo.
Tra le iniziative promosse da Terranostra ad Agri&Tour lo shoowcooking con la cuoca contadina, Veronica Massa con le ricette della cucina povera come la Pappa al Pomodoro, il Pan Cristiano ed il Dolce Pane. “Il nostro settore è a tutti gli effetti un fattore sempre più determinante per la crescita del sistema turismo in Toscana e in Italia. – spiega Marco Masala, Presidente Terranostra Toscana – Lo dicono i numeri, non solo in termini di strutture e posti letto, lo dicono soprattutto le presenze.
La nostra tipologia ricettiva è sempre più ricercata, soprattutto dai turisti stranieri, che vogliono vivere esperienze vere, rustiche, genuine senza però rinunciare ai servizi e ai comfort che le nostre strutture oggi sono in grado di garantire insieme al buon cibo che è un volano straordinario del turismo rurale. E non solo. C’è bisogno di fare sistema tra gli attori del comparto perché la competitività del turismo nazionale dipende anche dalla nostra capacità di integrare la domanda e la moltitudine di esperienze che solo il nostro Paese può offrire”.